Dall’anno corrente entrano in vigore le nuove norme relative alla pensione di reversibilità con l’obiettivo di evitare abusi e matrimoni di comodo. In questo contesto si trovano i matrimoni contratti a tarda età e solo per beneficiare l’assegno di reversibilità.
Infatti, dall’anno corrente per usufruire della pensione di reversibilità è necessario rispettare altri requisiti, ovvero è importante tener conto della differenza dell’età anagrafica tra i coniugi al momento del matrimonio.
Le modifica sono state introdotto dalla manovra di fine estate dello scorso anno, ossia Legge 111/2011, e si applica sulle pensioni con decorrenza primo gennaio 2012.
L’assegno di reversibilità viene ridotto se il matrimonio viene contratto dopo il compimento del 70° anno di età, se tra i coniugi esiste una differenza anagrafica superiore a venti anni o, infine, se la durata del matrimonio risulti essere inferiore a dieci anni.
La decurtazione della pensione, lo ricordiamo, avviene sulla percentuale a favore del coniuge superstite, ossia del 60%, e tenendo conti dei limiti sopra esposti.
Ad esempio, nel caso del limite dei dieci anni, occorre considerare ogni anno mancante al limite viene ridotta del 10%. Così, per un matrimonio celebrato cinque anni prima del decesso, la riduzione spettante è del 50%, ossia la pensione di reversibilità che spetterà al coniuge superstite sarà pari al 30%.
In caso di una pensione mensile di 800 euro, l’importo che spetterà al coniuge superstite sarà pari a 240 euro anziché 480.
Ricordiamo, però, che la riduzione non avrà luogo se tra i contitolari ci sono figli minori, studenti o maggiorenni inabili.
Per le disposizioni presenti nel nostro ordinamento pensionistico, ricordiamo che l’importo della pensione di reversibilità è pari ad una quota percentuale della pensione in pagamento o di quella che sarebbe spettato al lavoratore deceduto, ossia del 60% al coniuge superstite, 70% al figlio solo o all’80% al coniuge più un figlio o 100% al coniuge con due o più figli e 15% per ogni altro familiare avente diritto ma diverso dal coniuge o figli.