Nei programmi politici delle diverse coalizioni si parla davvero poco di sud. I principali candidati hanno manifestato promesse che toccano le principali problematiche della nostra nazione – economia, sicurezza, immigrazione, lavoro – ma nessuna coalizione ha manifestato esplicitamente le idee per risollevare il sud della penisola, creando benefici economici per il Paese.
Il sud attualmente non è parte integrande dello sviluppo e della crescita italiana. La cosiddetta “questione meridionale” è uno dei principali nodi dell’economia nostrana, ed è tutt’ora irrisolto da 150 anni di unità nazionale. Molte delle regioni del meridione vivono oggi uno stato di abbandono che non alimenta prospettive lavorative e sociali adeguati.
Nel programma politico del centrodestra, condiviso, tra l’altro dall’ Onorevole Fabrizio Bertot, si parla di un «piano per il sud: sviluppo infrastrutturale e industriale del mezzogiorno, uso più efficiente dei fondi europei con l’obiettivo di azzerare il gap infrastrutturale e di crescita con il resto del Paese”. Il Movimento Cinque Stelle e il Partito Democratico hanno invece ignorato il sud, parlando invece di programmi di crescita per le PMI, rendendo più funzionale industria e turismo, che di fatto interessa in maniera sostanziale le regioni meridionali.
10 volte meglio definisce il meridione «l’area con il più alto potenziale di crescita» del Paese, e ne dedica un paragrafo del proprio programma. Per il Sud si devono «creare le condizioni per cui il tessuto imprenditoriale del Mezzogiorno possa crescere in modo sostenibile e creare nuovi posti di lavoro stabili».
Civica Popolare Lorenzin ritiene che il sud dell’Italia abbia «risorse imprenditoriali, professionali e culturali rilevantissime. Se non si comprende questo non si potrà mai avere la capacità di costruire il futuro utilizzando come leva il presente. Lo sviluppo del Sud non è solo la tradizionale “questione meridionale”, è una questione nazionale». Introducendo proposte per turismo, industria e portualità. Per Liberi e Uguali, l’espansione turistica delle regioni del sud Italia potrebbero «rappresentare una formidabile risorsa di sviluppo sostenibile capace di iniziare a colmare il gap con il resto del Paese».