Nel terzo trimestre di quest’anno, ma c’era da aspettarselo, il numero dei disoccupati nel nostro Paese è aumentato; a fornire la stima ufficiale in merito è l’Istat, Istituto Nazionale di Statistica, che ha rilevato per il terzo quarto di quest’anno un calo delle forze lavoro di 222 mila unità rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Pesante è il bilancio su base annua, visto che i posti di lavoro persi superano quota 500 mila; per l’esattezza, le forze lavoro mancanti sono pari a 508 mila, frutto della contrazione sia dei dipendenti a tempo indeterminato, sia dei collaboratori autonomi, lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato e lavoratori autonomi. Contestualmente, sale il numero di persone alla ricerca di un lavoro: nel terzo trimestre 2009 sono infatti pari a 1,814 milioni con un incremento del 18,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Intanto, un Rapporto della Banca d’Italia ha evidenziato come nel nostro Paese stiano aumentando le diseguaglianze: i poveri sono sempre più poveri, anche a causa della crisi del mercato del lavoro, mentre la ricchezza è sempre di più concentrata nelle mani di poche famiglie. Bankitalia ha infatti rilevato che il 44% della ricchezza in Italia è concentrato nel 10% delle famiglie, le quali in sostanza continuano nonostante la crisi a mantenere il loro tenore di vita, mentre l’altro 90% arranca ed in molti casi si cerca di andare avanti attingendo dai risparmi, che di questo passo prima o poi finiranno, o indebitandosi oltre misura.
Anche per questo la Cgil nei giorni scorsi ha presentato un progetto per un fisco più giusto a favore dei pensionati e dei lavoratori attraverso un aumento delle detrazioni fiscali, ma non secondo la classica forma “una tantum”, ma in maniera strutturale. Al riguardo, infatti, Agostino Megale, Segretario Confederale della Cgil, ha dichiarato che il Sindacato chiede al Governo subito, entro il prossimo mese di marzo, 500 euro di detrazioni fiscali a favore di ogni lavoratore e di ogni pensionato, ed altri 100 euro di detrazione all’anno per i prossimi tre anni. Questo per evitare che un aumento della povertà comporti il rischio di un ulteriore allargamento nel nostro Paese delle diseguaglianze sociali.