Le disposizioni regolamentari della Camera, così come quello del Senato, prevedono un assegno di fine mandato una volta che si conclude l’esperienza pubblica di un deputato o di un senatore; in effetti, il deputato versa mensilmente, in un fondo istituito a questo scopo, una quota pari al 6,7% della propria indennità lorda, ovvero 784,14 euro.
Al pari di ogni lavoratore, al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l’assegno di fine mandato, che è pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi): in questo caso si applica un trattamento ben diverso e più favorevole rispetto alle normali aspettative di un lavoratore, sia questo dipendente o autonomo.
Per l’assegno vitalizio il deputato versa mensilmente una quota dell’8,6%, pari a 1.006,51 euro, dell’indennità lorda. Questa quota viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi, come previsto da un apposito Regolamento approvato dall’Ufficio di Presidenza il 30 luglio 1997 e successive modificazioni.
Secondo le disposizioni regolamentari il deputato e il senatore, dopo 5 anni di mandato effettivo, riceve il vitalizio a partire dal 65° anno di età e il limite di età diminuisce fino al 60° anno di età in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti.
L’importo dell’assegno è variabile, si parte da un minimo del 20% fino ad un massimo dell’60% dell’indennità parlamentare, in relazione agli anni di mandato parlamentare.
Le disposizioni prevedono, infine, la sospensione del pagamento del vitalizio qualora il deputato sia rieletto al Parlamento nazionale o sia eletto al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale. La sospensione del pagamento dell’assegno vitalizio è inoltre prevista nel caso in cui il titolare del vitalizio assuma cariche pubbliche che prevedano una indennità il cui importo sia pari o superiore al 40 per cento dell’indennità parlamentare: è necessario precisare che alla sospensione non si procede qualora l’interessato opti per l’assegno vitalizio al posto dell’indennità.
Il Consiglio di Presidenza del Senato e l’Ufficio di Presidenza della Camera hanno adottato una nuova disciplina dei vitalizi e ha disposto la soppressione del rimborso delle spese per i viaggi all’estero per motivi di studio, decisione adottata il 23 luglio 2007.
La nuova disciplina prevede la soppressione della contribuzione volontaria, ai fini del riscatto, in modo da far coincidere i periodi di versamento con gli anni effettivi di mandato e la modifica dell’importo dell’assegno vitalizio, mediante l’introduzione di una nuova tabella di calcolo, che varia da una misura minima pari al 20% dell’indennità parlamentare lorda per cinque anni effettivi di mandato ad una massima pari al 60% per quindici anni effettivi o più di mandato.
La nuova tabella si applica ai parlamentari eletti per la prima volta a partire da questa legislatura mentre per gli altri resta fermo il trattamento previsto dalla normativa vigente.