Per la CES, ovvero la Confederazione europea dei sindacati, sul fronte dell’occupazione sono state spese solo parole, ma non solo, il nuovo patto darà l’addio all’Europa sociale per aprire ad un nuovo modello dove non saranno più garantiti i diritti fino ad oggi scontati. Sulla stessa linea anche il Parlamento Ue tanto che ritiene che il nuovo patto di bilancio dividerà l’Ue. Non solo, critiche al fiscal compact arrivano, in pratica, da tutti i gruppi politici presenti a Brussels: i socialisti bocciano senza appello il fiscal compact, il Ppe sceglie il basso profilo parlando di intenzioni lodevoli dei 27 ma sull’occupazione bisogna andare ancora più lontano e fare di più. Le regole non servono a nulla se poi nessuno sarà in grado di seguirle; in effetti, le regole d’oro e le rigide discipline di bilancio possono, al contrario, aggravare lo stato di salute economica dell’Unione europea: l’operazione è riuscita, ma il paziente è morto.
Il Fiscal compact, nota Bernadette Segol, segretario generale della Ces, potrà, forse, rassicurare gli amici della Merkel, ma non i milioni tra lavoratori poveri, precari e disoccupati, che pensavano di poter contare sull’Europa per avere un sostegno decisivo per migliorare la loro condizione.
Un patto di bilancio finalizzato solo a mettere a posto i conti, ma rischia di deprimere la crescita e l’occupazione. È necessario, per la Confederazione europea dei sindacati, equilibrare il tutto con un nuovo patto sociale.
Intanto il presidente della Commissione europea, Barroso, ha inviato una lettera al governo Monti (disoccupazione ancora sotto la media Ue, ma a preoccupare Bruxelles è quella giovanile e femminile), Spagna, Irlanda, Portogallo, Grecia, Slovacchia, Lituania e Lettonia per chiedere di stabilire rapidamente i gruppi di lavoro (governo, parti sociali ed esperti Ue) che dovranno riprogrammare a favore dei giovani quella quota di fondi strutturali, stanziati per il periodo 2007-2013, non ancora impegnata (per l’Italia circa 8 miliardi di euro).
Nel corso del mese di febbraio i funzionari dell’Unione Europea saranno in Italia per alcuni giorni per identificare, insieme alle autorità nazionali, i settori dove si potrà intervenire.