Il prepensionamento (pensionamento anticipato) è un particolare istituto che permette, in base a determinate condizioni oggettive, di poter essere collocato a riposo anticipatamente sulla data prevista; in effetti, in pochi particolari casi la legge fa salvi i regimi pensionistici non superate dai criteri generali introdotti dalla legge di riforma delle pensioni introdotta dalla legge n. 335/1995 e successive modifiche.
Accanto a specifici riferimenti, anche se poi non si parla di prepensionamento in modo stretto, in alcuni casi, e solo su determinati condizioni che devono essere individuati caso per caso, la legge prevede il beneficio del prepensionamento rispetto ai requisiti generali nei limiti, alle condizioni ed entro l’ammontare delle risorse stanziate previsti dalla legge stessa. Grazie a questa particolarità, in passato ne hanno potuto beneficiare i lavoratori socialmente utili e i poligrafici del settore editoria.
Anche se non si parla in modo specifico di prepensionamento esistono particolari categorie di lavoratori che beneficiano, ad ogni modo, degli sconti previdenziali che influiscono sull’età pensionabile.
A proposito, può essere opportuno, ad esempio, ricordare i lavoratori privi della vista che hanno diritto ad una maggiorazione dell’anzianità contributiva, ai fini del diritto e della misura della pensione, di 4 mesi per ogni anno di attività lavorativa prestata in qualità di privo della vista.
Non solo, stesso discorso per i lavoratori iscritti al Fondo per il personale di volo dipendente da aziende di navigazione aerea possono richiedere la corresponsione della pensione di anzianità al conseguimento di requisiti anagrafici e contributivi ridotti, rispetto a quelli previsti per la generalità dei lavoratori, ovvero di 1 anno ogni 5 anni interi di lavoro.
E’ stata inoltre estesa la possibilità di accedere al prepensionamento ai giornalisti professionisti dipendenti dai periodici oltre a quelli dipendenti dai quotidiani ed agenzie di stampa a diffusione nazionale aventi almeno 58 anni di età, sia per gli uomini che per le donne, almeno 18 anni di contributi INPGI e non essere già titolare di pensione diretta a carico di altro Ente previdenziale.
Accanto a questi lavoratori ne esistono altri che, seppur non direttamente svolgono un’attività ritenuta stressante o che non possiedono personalmente delle menomazioni, che però assistono familiari gravemente disabili e aventi una invalidità del 100% con necessità di assistenza continua poiché non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita.
Di questi è ancora ferma da circa un anno una proposta di legge in Commissione Lavoro del Senato e che, a quanto pare, dopo l’iter favorevole alla Camera, ha subito diversi emendamenti tanto che, con tutta probabilità, tornerà, una volta licenziata, alla Camera per una successiva approvazione.