Invece di puntare su una politica in grado di contrastare l’evasione fiscale, il governo sta definendo una nuova manovra che penalizza, al solito, pensioni e stipendi a reddito fisso: è questo il convincimento del sindacato.
Secondo diversi commentatori la manovra che Tremonti intenderebbe adottare riguarderebbe, oltre ad una stretta sulle pensioni di invalidità, una riduzione delle finestre di uscita per le pensioni di anzianità.
La legge attualmente prevede due finestre di uscita per quanti hanno maturato meno di 40 anni di contributi o, in alternativa, quattro per chi supera tale limite.
Nel primo caso, la prima finestra del 2010 si apre per coloro che entro il 30 giugno scorso hanno raggiunto 35 anni di contributi e 58 di età.
Nella seconda ipotesi per le finestre di luglio e ottobre è richiesta, oltre al requisito dei 40 anni, un’età minima di 57 anni. Ricordiamo che dal 2010 entra definitivamente a regime il sistema delle quote. La finestra di uscita si apre il secondo semestre successivo a quello in cui si matura il requisito.
Il ministro Tremonti sta anche valutando la riduzione dei fondi per la produttività per il pubblico impiego e la cancellazione degli sgravi per i premi di produttività riservati al settore privato.
Le osservazioni di Bonanni, segretario generale della CISL, sono abbastanza critiche:
Il Governo deve avere il coraggio politico e civile di tagliare gli sprechi e le ruberie. Recuperare risorse vuol dire anche recuperare credibilità con l’opinione pubblica. Altro che pensioni, welfare e sanità, chiediamo la riforma dell’assetto amministrativo: ci sono troppi enti inutili, troppe istituzioni che si sovrappongono e troppo costo della politica.
Il maggiore dirigente della CISL ha osservato che non sarà consentito nessun taglio agli stipendi dei dipendenti pubblici così si è deciso in Spagna. Non solo, il segretario generale delle CISL ha osservato che
In Italia possiamo gestire in modo diverso la crisi. I tagli ai dipendenti pubblici nel nostro Paese sarebbe un errore gravissimo, diciamo sì invece ai tagli ai consulenti e ai non contrattualizzati.
Non capisco come mai piccoli commercianti, liberi professionisti, artigiani (molti dei quali votano PDL e dintorni) non si rendano conto che questi provvedimenti sono anche contro di loro. Il dipendente statale dove spenderebbe i soldi di un eventuale aumento di stipendio alle Maldive o nel negozio sotto casa? (detto in parole povere).
Emiliano