Non sono pochi nel nostro Paese i lavoratori che, al ritorno dalle ferie, magari dopo un paio di settimane di relax, sono presi letteralmente dalla paura di trovare l’impresa chiusa, o di vedersi recapitata entro il mese di settembre una lettera di licenziamento. D’altronde dopo la pesante crisi degli ultimi due anni in Italia ci sono ancora tantissime imprese, specie quelle medie e piccole, che si stanno leccando le ferite e che, anche per effetto di una crisi di liquidità dovuta a tanti fattori, letteralmente annaspano nell’attesa che l’economia riparta di slancio e con essa anche gli ordinativi e le commesse. Ebbene, al riguardo la Camera di Commercio di Monza e Brianza, avvalendosi della collaborazione di Digicamere, ha effettuato un’indagine dal titolo “I consumi e le famiglie brianzole e lombarde: Famiglie e fiducia in uscita dalla crisi“; l’indagine, nello specifico, è stata realizzata sul territorio della Lombardia andando ad intervistare telefonicamente, con un questionario strutturato, 900 persone che nel nucleo familiare hanno di norma la responsabilità di effettuare gli acquisti.
Ebbene, i risultati dell’indagine effettuata dall’Ente camerale sono incoraggianti visto che dal punto di vista della “tenuta” del posto di lavoro sono ben 4 famiglie su cinque quelle lombarde che si dichiarano “tranquille”. Nel dettaglio, l’80% delle famiglie lombarde non teme che qualcuno dei componenti del nucleo possa perdere il posto di lavoro; il 13% lo teme, mentre una piccola minoranza, pari al 7%, crede con certezza che da qui al prossimo anno in famiglia qualcuno si ritroverà senza posto di lavoro.
A livello territoriale la maggiore preoccupazione è stata rilevata tra le famiglie di Milano, nel rapporto di una su 4, con a ruota Bergamo con una percentuale media in provincia pari al 17%. Ieri, tra l’altro, l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) ha rilasciato i dati aggiornati sulla disoccupazione, che nel nostro Paese resta stabile all’8,4%; pur tuttavia, rimane grave dal fronte occupazionale la condizione dei giovani, visto che la disoccupazione giovanile nello scorso mese di luglio è aumentata su base annua andando a sfiorare la soglia del 27%.