In Italia i nuovi poveri sono i professionisti; già, notai, architetti, avvocati, ingegneri che dopo anni passati a studiare guadagnano sempre meno. Secondo quanto riportato da La Stampa, nel 2015 il reddito medio dei professionisti sarà circa di 30 mila euro l’anno; nel 2013 gli iscritti agli ordini in Italia sono aumentati del 15,7% ma il loro guadagno è sempre più basso. La crisi non fa distinzioni: colpisce sia i più anziani che le “nuove leve”.
Insomma cosa fare? Qualcosa di concreto, qualcosa che faccia pensare anche a noi giovani che questo paese pensa anche a noi, al nostro futuro; penso sempre che forse si dovrebbe scendere in piazza e manifestare seriamente. La nostra è una generazione che forse non vedrà mai la pensione perchè inizierà a lavorare sempre più tardi; la nostra è una generazione di eterni stagisti, di giovani magari laureati che vorrebbero “solo” lavorare. Non si può essere precari a vita: abbiamo bisogno di certezze!
Perchè per le aziende i lavoratori hanno dei costi esorbitanti (e qui un’altra domanda: dove vanno a finire tutti i soldi delle trattenute, delle tasse?)
Non chiediamo la luna: vorremmo solo un futuro dignitoso. Che paese è quello che non punta sui giovani? Quello che non aiuta quarantenni o cinquantenni a re-inserirsi nel mondo del lavoro?
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