Sono oramai quasi 40 giorni che i lavoratori precari dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, stanno portando avanti con determinazione una protesta/occupazione ad oltranza per il rinnovo dei contratti di lavoro. E se il Natale, passato sul tetto, è stato triste, il Capodanno lo è ancor di più, visto che da poche ore buona parte dei 230 ricercatori interessati alla vertenza sono ufficialmente disoccupati a causa del mancato rinnovo del contratto. Di conseguenza, l’occupazione sul tetto dell’Istituto prosegue anche a Capodanno, e continua ad essere visibile anche su Internet, cliccando qui; al riguardo, non è bastata la recente “apertura” del Ministro Prestigiacomo a far desistere i precari dal portare avanti a Roma il presidio ad oltranza.
Ma per scendere dal tetto, in accordo con quanto dichiarato dalla responsabile del coordinamento Precari ISPRA USI RdB Ricerca, Michela Mannozzi, serve l’apertura ufficiale della trattativa finalizzata alla risoluzione della vertenza. Insomma, i ricercatori vogliono che venga fissata una data e che presso l’Ente si apra la trattativa, altrimenti nessuno appare intenzionato a scendere dal tetto. Per Michela Mannozzi, tra l’altro, la questione legata al rinnovo dei contratti, che dovrà avvenire per tutti, è puramente politica visto che a copertura del rinnovo i finanziamenti ci sono e sono già stati erogati.
Ma i ricercatori, con molti di questi che sono andati avanti, anche da ben dieci anni, con un contratto all’Ispra sempre e rigorosamente precario, rinnovato di anno in anno, non chiedono solamente il rinnovo, ma anche, nel medio periodo, la stabilizzazione con un contratto di lavoro stabile. In questo modo, secondo il responsabile del coordinamento Precari ISPRA USI RdB Ricerca, il Ministero darebbe un segnale chiaro sia sul futuro dell’Ispra, sia sul fatto che realmente si vuole portare avanti nel nostro Paese una politica per la tutela e per la protezione dell’ambiente.