È proprio il caso di dirlo: l’importanza di una scelta in momenti di crisi. Scelta difficile in quanto la precarietà del lavoro non concede di scegliere serenamente la soluzione più idonea alle proprie esigenze: Tfr o previdenza integrativa? Che tra l’altro non decolla anche se offre rendimenti maggiori del Tfr. Cerchiamo di valutare insieme le scelte di investimento e risparmio per il futuro.
In seguito alla Riforma Pensioni e Lavoro, gli italiani sono convinti di ricevere in vecchiaia un assegno previdenziale insufficiente e temono di perdere il lavoro e quindi oltre ai contributi anche lo stipendio, per cui pensano di poter disporre di sufficienti risorse per vivere in futuro solo con l’aiuto di strumenti aggiuntivi, quale può essere la previdenza integrativa.
Tuttavia la previdenza integrativa gode di poche adesioni, in Italia, a causa delle numerose incertezze che attualmente insidiano il mondo del lavoro, nonostante garantisca i migliori rendimenti rispetto al Tfr nell’ultimo anno. Il mancato decollo della previdenza integrativa, quindi, dipende essenzialmente dalla precarietà del lavoro e dal basso reddito, che non consente di fare investimenti nella prospettiva della futura pensione.
In effetti, la crisi attuale impone la necessità di crearsi un altro sostegno previdenziale, in vista di una futura pensione che ammonterà, secondo le previsioni, a circa la metà del reddito da lavoro. Ma il basso reddito frena gli investimenti nella previdenza. E così si arriva a pensare ad altre alternative: il Tfr invece che la previdenza integrativa?
Sentiamo cosa dice il Censis in proposito. Il Rapporto Censis sulla previdenza integrativa: “nonostante le scarse prospettive per la pensione, in pochi si affidano alla previdenza integrativa perché la conoscono pochi, in molti casi perché non si fidano. Nonostante l’incertezza creata nei lavoratori italiani dalla riforma delle pensioni, promuovere la previdenza complementare come strumento efficace per una longevità serena il ricorso alla pensione integrativa è scarso”.
Facciamo allora le opportune valutazioni sulla convenienza del Tfr, la forma di risparmio a cui hanno accesso i lavoratori dipendenti: nel 2012 i rendimenti dei fondi pensione (+8%) sono andati meglio delle rivalutazioni del Tfr (+2,9%) fino a cinque volte migliori in un arco temporale che va dal 2005 al 2012. Il risultato è questo: la previdenza integrativa offre un rendimento maggiore ma meno certezze, invece il TFR dà un rendimento inferiore ma sicuro, l’incasso al momento in cui si perde il lavoro e la possibilità di riscatto.
APPROFONDIMENTI
*Tfr: previdenza integrativa, Fondo contratto collettivo o FondInps. Opzioni da valutare
*Il cambio del Fondo in caso di previdenza integrativa
*La decorrenza per la previdenza complementare