Avete ottenuto la tanto sospirata promozione sul posto di lavoro, e vi attendete un lauto incremento dello stipendio? Ebbene, in 3 casi su 10, vi sbagliate. È infatti del 30% la percentuale delle aziende italiane che concede promozioni ai dipendenti senza riconoscere, contestualmente, un incremento dello stipendio. A sostenerlo è una recente indagine condotta dalla società di ricerca di personale qualificato Robert Half, su un campione di circa 100 direttori del personale. Ma cerchiamo di vederci ancora più chiaro in questo breve approfondimento.
Stando a quanto emerge dalla ricerca, le ragioni delle aziende che operano questa scelta (cioè, promuovere il proprio dipendente senza procedere a immediato incremento dello stipendio) risiedono per la maggior parte (47%) nella necessità di provare preventivamente il lavoratore in un nuovo e determinato ruolo, promuovendolo di fatto senza adeguare temporaneamente la retribuzione e riservandosi, così, di verificarne le effettive capacità. Per il 19% dei cassi, invece, la motivazione è legata a blocchi di natura salariale o a livello retributivi contrattuali, mentre nell’11% è vincolata a un’offerta di lavoro flessibile o a premi legati ai risultati.
Stando a quanto afferma Carlo Caporale, associate director di Robert Half, “non adeguare la retribuzione al carico di responsabilità e alle mansioni richieste non è una scelta strategica per le aziende semmai è un necessario adeguamento al periodo di contrazione economica e alla variabilità del mercato. Ci si aspetta comunque che siano scelte solo provvisorie e sempre ampiamente giustificate con i dipendenti, per esempio per rigidità contrattuali o per periodi di prova temporanei, da rivedersi in tempi piuttosto brevi, di modo che la motivazione non cali. Vero anche che la parte economica è solo una, e spesso non la principale, leva motivazionale”.
Voi che ne pensate? Fate parte del 30% che ha subito delle promozioni senza incremento dello stipendio, o ritenete che le due variabili debbano andare di pari passo?