La professione di avvocato è certamente tra le più ambite nei giovani laureati in giurisprudenza e, in generale, da parte di coloro che desiderano poter porre in essere una professione in grado di garantire sicure soddisfazioni, anche reddituali. Ma quanto guadagna un avvocato in media? Ed è proprio vero che gli avvocati rientrano tra i “paperoni” dei liberi professionisti tricolori? L’elaborazione compiuta dalla Cassa forense sui dati del 2010 sembra rilevare alcune sorprese non sempre gradite…
La Cassa ha effettuato una rapida elaborazione statistica, determinando il reddito complessivo ai fini Irpef, l’incremento percentuale annuo del monte reddituale, il reddito medio annuo dei singoli avvocati e l’incremento percentuale annuo del reddito medio. Al termine delle elaborazioni, ne deriva che nel 2010 il reddito medio di un avvocato è stato pari a 47.822 euro, in calo del 2 per cento rispetto ai 48.805 euro che aveva percepito nel corso del precedente 2009 (vedi anche il nostro approfondimento sul concorso scuole specializzazione legali 2012).
Anche il 2009 era stato un esercizio negativo per gli avvocati italiani, visto e considerato che si era concluso con un reddito medio in flessione del 3,1 per cento rispetto al 2008, anno che a sua volta si era chiuso con una prestazione in calo dell’1,9 per cento rispetto al 2007, ponendo pertanto fine a un incremento del reddito medio annuo che proseguiva ininterrotta fin dal 2003 / 2004.
In altri termini, oggi un avvocato (i dati non sono consolidati, e sono riferiti ai mod. 5/2011), percepisce lo stesso reddito che percepiva a cavallo tra il 2005 e il 2006, annullando in tal modo l’accelerazione che si era verificata tra il 2006 e il 2008, quando il reddito medio era cresciuto di 8 punti percentuali. Si tenga ovviamente in considerazione che, come ogni media, anche tale elaborazione è in grado di celare evidenti disparità tra gli avvocati più ricchi e agiati, e i giovani professionisti che spesso faticano diversi anni prima di arrivare senza difficoltà a fine mese.
Come al solito non si fa alcuna distinzione tra avvocati civilisti e penalisti.
I primi lavorano in buona parte per piccole aziende o esercizi commerciali che hanno al 90% bisogno di fattura…mentre i secondi, è risaputo, pretendono sostanziosi “anticipi” in contanti e in nero dai propri clienti sopratutto dai familiari di quelli detenuti.
In caso di clienti nei guai per associazioni a delinquere di stampo mafioso poi è la prassi.
Il commento genralmente è: “e certo! se no poi vai tu a chiederli i soldi a quella gente?” oppure “guarda il mio se va bene esce tra 15 anni, se non mi da niente subito non lavoro perchè non vedrei mai piu un soldo”.
I soliti SEGRETI di PULCINELLA di questo paese.