In tema di lavoro, più volte sul nostro sito ci siamo soffermati a sottolineare le discriminazioni che tutt’oggi esistono tra lavoratori uomini e colleghe donne, in termini di trattamento (economico e non), e non solo. Ebbene, è appena stata presentata una direttiva che potrebbe aiutare al raggiungimento di un maggiore equilibrio tra uomini e donne all’interno dei consigli di amministrazione delle società quotate in Europa, con un obiettivo del 40% di quota rosa.
La proposta di direttiva punta infatti a garantire almeno il 40% di persone di sesso femminile tra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate in borsa, e le aziende che non presentano saranno tenute a procedere alle nomine sulla base di un’analisi comparativa delle competenze di ciascun candidato, applicando dei criteri di selezione chiari, univoci e formulati in modo neutro dal punto di vista del genere.
Insomma, un vero e proprio via libera al sostegno dello sviluppo delle quote rosa all’interno delle società di maggiori dimensioni, con traguardo da centrarsi entro il 2020, anche se le imprese pubbliche – prosegue la proposta – dovranno raggiungere il target entro il 2018.
Oltre a quanto sopra, la proposta parla anche di una quota di flessibilità, ovvero la necessità di fissare degli obiettivi di autoregolamentazione uniti a sanzioni adeguate e dissuasive per le violazioni della direttiva che, essendo una misura di natura temporanea, “scadrà” nel 2028 (qui un altro speciale sulle pari opportunità nelle società europee).
La normativa dovrebbe riguardare circa 5 mila società quotate nell’Unione Europea, e non riguarderà le Pmi (cioè le società con un’organico inferiore a 250 dipendenti e un fatturato non superiore ai 50 milioni di euro).
Secondo quanto rivelano le ultime stime sul comparto, nelle imprese europee di maggiori dimensioni è donna solamente un amministratore su sette. Tuttavia, ben 11 nazioni hanno cominciato a introdurre nei propri ordinamenti delle discipline utili a incentivare le quote rosa, tra cui anche l’Italia.