L’INAIL presenta il suo nuovo Rapporto regionale ponendo in evidenza una flessione delle denunce in una misura superiore al 10% rispetto al 2010 che rispecchia la crisi che negli ultimi anni ha colpito l’economia lucana, provocando una contrazione significativa dell’occupazione.
In effetti, il Rapporto regionale INAIL mostra il trend in diminuzione delle denunce di infortuni sul lavoro, che sono scese sotto quota cinquemila: dalle 5.519 denunce del 2010 si è passati a 4.958, con un calo percentuale pari al 10,2%.
Continua la serie dei Rapporti regionali che servono a fotografare il segmento degli infortuni sul lavoro, e sulle tematiche della sicurezza sul lavoro, nel nostro Paese regione per regione.
L’INAIL conferma anche il calo dei casi mortali, che nel 2011 in tutta la regione sono stati otto, quattro in meno rispetto ai 12 dell’anno precedente.
Sul versante delle malattie professionali, in Basilicata nell’ultimo quinquennio, con l’unica eccezione del 2008, hanno fatto registrare un progressivo incremento, passando dalle 347 denunce del 2007 alle 450 del 2011.
Quasi tutte le denunce, ovvero 424, riguardano la gestione industria e servizi e in particolare nei settori dell’industria manifatturiera e dell’edilizia, che hanno fatto registrare il maggior numero di tecnopatie, tra cui spiccano le ipoacusie e le malattie asbesto-correlate.
È necessario chiarire che sulla riduzione del numero degli infortuni pesa anche l’effetto della crisi che ha investito l’economia lucana, accompagnata da una significativa contrazione dei livelli occupazionali: la disoccupazione ufficiale ha raggiunto quota 12%, e particolarmente critico appare il dato relativo alla fascia di età tra i 24 e i 35 anni, dove il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 24%.
Lo stesso trend colpisce anche i casi di infortuni mortali riguardando tutte e tre le gestioni: industria e servizi, agricoltura e per conto dello Stato, mentre l’agricoltura si conferma anche nel 2011 come un settore ad alto rischio visto che gli infortuni rappresentano circa il 20% del totale mentre l’impiego di mano d’opera non supera il 7-8% del totale dei lavoratori.