Nel corso del convegno organizzato da INAIL ricerca sul tema “Il sistema Malprof e le reti di rilevazione delle malattie professionali” è stato presentato il sesto rapporto di Malprof al fine di fare il punto della situazione sui risultati raggiunti finora dal progetto nazionale di sorveglianza delle malattie professionali: sordità da rumore e patologie muscolo scheletriche, ecco le più frequenti.
Secondo i dati raccolti risultano in crescita la quota delle patologie scheletriche, in modo speciale nelle regioni della Lombardia e della Toscana, cui quota rispetto al totale è più che triplicata tra il 2000 e il 2009, in particolar modo per quanto riguarda le patologie del rachide e la sindrome del tunnel carpale.
Non solo, tra i tumori di origine professionale è quasi triplicato il peso dei tumori della pleura e del peritoneo. Il Rapporto pone anche in evidenza il peso delle differenze di genere dove le malattie con più alta percentuale di casi tra le donne sono la sindrome del tunnel carpale e le patologie psichiche.
A questo proposito, da parte dell’Inail, spicca l’esigenza di condurre una specifica campagna nazionale a sostegno del piano di prevenzione sulle malattie professionali coinvolgendo o ministeri del Lavoro e delle Politiche sociali e della Salute, insieme alle Regioni e le Province autonome.
La campagna ha per destinatari principali i datori di lavoro e i loro collaboratori, i lavoratori e i loro rappresentanti, i responsabili dei servizi di prevenzione e protezione delle aziende e i medici, e punta a richiamare la loro attenzione sui principali fattori di rischio, per elevare i livelli di prevenzione sul lavoro realizzando una più ampia acquisizione di conoscenze e consapevolezze.
Non solo, l’Inail, al fine di potenziare la prevenzione, punta anche a sensibilizzare i medici segnalatori visto il loro ruolo fondamentale. In effetti, per la sordità da rumore e la sindrome del tunnel carpale, per esempio, la principale fonte di segnalazione è il medico competente d’azienda, mentre per le malattie tumorali le principali fonti sono rappresentate dal servizio dell’Asl, dagli ospedali e dagli istituti universitari di medicina del lavoro.