In Sardegna in fatto di occupazione e redditi c’è una situazione, inaspritasi con la crisi, che appare quanto mai scandalosa; Mario Medde, segretario generale della Cisl Sardegna, ha infatti messo in evidenza come in Sardegna ci siano la bellezza di 350 mila persone il cui reddito mensile non supera i 900 euro, ovverosia non sufficiente di questi tempi per poter andare avanti e sbarcare il lunario dignitosamente. Davanti a questa situazione drammatica, l’esponente del Sindacato ritiene innanzitutto necessario il rafforzamento degli ammortizzatori sociali; questo perché, tra l’altro, nelle Regione Sardegna c’è un esercito di disoccupati, ben 212 mila dei quali solo una minima parte fruisce dell’indennità di disoccupazione, e tanti altri sono scoraggiati al punto che non cercano più lavoro.
Al riguardo, secondo Mario Medde servono politiche finalizzate sia a ricollocare i lavoratori espulsi dal sistema, sia a mettere a punto seri piani di riqualificazione e di sostegno all’occupazione giovanile, introducendo nel frattempo anche il reddito di cittadinanza. Tra quelle 350 mila persone con un reddito sotto i livelli minimi di sussistenza, inoltre, ci sono tantissimi anziani, pensionati al minimo, per i quali occorre un potenziamento dei servizi ed il necessario incremento delle risorse da destinare alla non autosufficienza.
Al fine di ridare speranza e dignità a queste 350 mila persone, il segretario generale della Cisl Sardegna auspica a partire dall’inizio del prossimo anno l’apertura di un confronto sia a Cagliari, sia a Roma, al fine di istituire un piano pluriennale finalizzato a ridurre la povertà nella Regione. Serve infatti che si intraprenda un lungo cammino che porti ad un cambiamento radicale delle politiche sociali e di quelle del lavoro, visto che le cause di quanto sta accadendo hanno radici lontane, e visto che la mancanza di lavoro, unitamente a misure e tutele sociali ridotte al minimo, secondo Mario Medde hanno inesorabilmente sortito negli ultimi tempi dei veri e propri effetti moltiplicatori.