Nella vita, per avere successo in ambito lavorativo, non sempre una spiccata intelligenza permette di trovare un’occupazione in linea con le proprie capacità . La causa di tutto ciò non è legata solo al fatto che magari ci sono poche opportunità lavorative, ma è strettamente correlata alla ragione per cui chi ha un elevato quoziente intellettivo non è sempre in grado di spendere le proprie capacità sul mercato del lavoro in maniera ottimale. Questo significa, ad esempio, che si può essere dei veri e propri geni nel campo della matematica, dell’arte o della scienza, ma poi oltre ad un quoziente intellettivo elevato conta anche la capacità di sapersi, ad esempio, relazionare con gli altri, o saper gestire situazioni critiche ed inaspettate. Molto spesso, infatti, coloro che hanno un’intelligenza spiccata sono le persone più chiuse, mentre  magari chi ha un QI più basso è più aperto non solo al dialogo ed alle relazioni sociali ma, conscio dei propri limiti, riesce nelle situazioni critiche a gestire meglio la situazione ed a trovare le soluzioni migliori.
Non a caso Elisabetta Rotriquenz, sulle pagine del canale Tiscali Donna, nel descrivere la teoria delle intelligenze multiple di Howard Gardner, mette in evidenza come nella vita privata e nel lavoro il successo non sia strettamente legato all’intelligenza, ma dipende anche dai comportamenti emotivi e da come si gestiscono le situazioni. Non basta infatti l’intelligenza razionale che porta ad esempio, ad avere spiccate capacità nel campo del ragionamento deduttivo che rende le persone dei veri e propri scienziati; si diventa infatti dei grandi scienziati quando all’intelligenza razionale spiccata si affianca nel soggetto anche una spiccata intelligenza di tipo emotivo.
Da qui si spiega come ci siano alcuni giovani di belle speranze, promettenti e brillanti, che a fronte di un talento innato si perdono letteralmente per strada a causa di un’intelligenza emotiva che non è altrettanto spiccata e che rischia spesso di compromettere definitivamente un futuro professionale tipico di chi a prima vista nel proprio campo sembrava essere un predestinato.