Secondo gli osservatori l’incontro di giovedì sarà di certo conclusivo perché il governo Monti ha in animo di chiudere la partita visto che è riuscito a convincere le imprese e due importanti organizzazione sindacale, ovvero CISL e UIL.
La CGIL, da parte sua, rimane arroccata sulle sue posizioni criticando fortemente gli ultimi sviluppi visto che lo stesso segretario confederale generale della CGIL ha sentenziato
farà tutto ciò che serve per contrastare la riforma del mercato del lavoro. Farà le mobilitazioni necessarie, non sarà una cosa di breve periodo […] E’ evidente che per la terza volta, dopo la riforma delle pensioni e le liberalizzazioni, i provvedimenti del governo si scaricano sui lavoratori: davvero una strana idea della coesione sociale
Il presidente del consiglio, Mario Monti, intende al contrario chiudere incassando il parere favorevole di CISL e UIL
Ho visto le agenzie: la Cgil ha espresso il proprio dissenso sull’articolo 18, tutti gli altri hanno espresso il loro consenso, quindi su questo per quanto riguarda il governo la questione è chiusa
La posizione della CGIL rimane, dunque, critica e non si discosta dalle precedenti dichiarazioni dei giorni scorsi del segretario confederale della CGIL, Fulvio Fammoni,
Questa riforma è contro i giovani. Non è vero che la riforma è universale. Gli ammortizzatori sociali lasciano fuori i lavoratori monocommittenti – 600mila persone – insieme a tutti i precari che fanno due lavori e con i loro contratti non riescono a mettere insieme i periodi per ottenere l’indennità di disoccupazione. Il problema è che resta fuori un milione di persone e sono subordinati a tutti gli effetti
La nuova formulazione dell’articolo 18 si applicherà a tutti i lavoratori e non solo ai neoassunti, mentre i nuovi ammortizzatori sociali partiranno dal 2017 con una transizione fino al 2016. Secondo alcune notizie diffuse sembra che il governo intenda lasciare il reintegro per i soli licenziamenti discriminatori mentre per i disciplinari ci sarà l’indennizzo o il reintegro, ma per gli economici solo l’indennizzo.
Per i licenziamenti economici ritenuti illegittimi dal giudice ci dovrebbe essere un indennizzo di 15-27 mesi dell’ultima retribuzione, mentre il reintegro ci sarà solo per i casi gravi dei licenziamenti disciplinari. Nella bozza presentata dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, si assicura il contrasto alla reiterazione di tutti i contratti a tempo determinato per più di 36 mesi.