La riforma Monti ha cambiato le norme contributive anche per gli imprenditori agricoli: dal 2012 aumentano i contributi agricoli previdenziali da versare.
I lavoratori agricoli (coltivatori diretti, mezzadri e coloni) sono tra i lavoratori autonomi per i quali l’Inps prevede una gestione previdenziale autonoma, che però ha subito delle modifiche appunto a causa della riforma delle pensioni, con l’aumento dei contributi agricoli previdenziali a partire dal 2012.
L’Inps specifica che i lavoratori autonomi dell’agricoltura iscritti alla gestione Inps sono i *coltivatori diretti, cioè i piccoli imprenditori che coltivano manualmente dei fondi, di cui sono proprietari, affittuari, usufruttuari; *gli imprenditori agricoli professionali, ovvero gli imprenditori agricoli che non possono essere inquadrati come coltivatori diretti in quanto proprietari di consistenti estensioni di terreni; *coloni e mezzadri, che svolgono attività agricola mediante forme associative, che vanno però estinguendosi in quanto i contratti sono proibiti dal 1982.
Per i lavoratori agricoli, quindi, aumentano i contributi agricoli previdenziali dal 2012 in poi. Con il comma 23 dell’art. 24 della manovra Monti sono state rideterminate le aliquote contributive di finanziamento e computo dei lavoratori coltivatori diretti, mezzadri e coloni iscritti alla gestione autonoma dell’Inps. E la percentuale dei contributi agricoli previdenziali da versare salirà al 24% per tutti gli iscritti a partire dal 2018, quando saranno azzerate anche le agevolazioni contributive per le zone disagiate.
Precisiamo che non cambiano le fasce di reddito convenzionale e il sistema di calcolo, ma cambia l’aliquota percentuale sulla quale vengono calcolati i contributi agricoli previdenziali, cioè l’aliquota di finanziamento sia per le zone normali che per quelle disagiate.
Le aliquote di finanziamento in aumento progressivo ogni anno in dettaglio:
*nel 2011, l’aliquota nelle zone normali era del 20,30% per i lavoratori agricoli con età maggiore di 21 anni e del 17,80% per i minori di 21 anni. Mentre nelle zone disagiate era rispettivamente del 17,30% e del 12,80%;
*nel 2012, l’aliquota nelle zone normali passa al 21,60% (+1,3% rispetto al 2011) per i lavoratori agricoli con età maggiore di 21 anni e del 19,40% (+1,6%) per i minori di 21 anni. Mentre nelle zone disagiate passa rispettivamente al 18,70% (+1,4%) per i maggiori di 21 anni e al 15% (+2,2%) per i minori di 21 anni;
*nel 2013 in zona normale si avrà una percentuale di contributi del 22% per i maggiori di 21 anni e del 20,2% per i minori di 21 anni. Mentre nelle zone svantaggiate le percentuali passeranno al 19,6% e al 16,5%;
*nel 2014 le percentuali passeranno al 22,4% per i lavoratori agricoli con più di 21 anni in zona normale, ed al 21% per i lavoratori con meno di 21 anni. Nelle zone svantaggiate le due aliquote saranno rispettivamente del 20,50% e del 18%;
*Nel 2015, nel 2016 e nel 2017, gli aumenti saranno dello 0,4% annuo per i lavoratori agricoli con più 21 anni in zone normali, dello 0,8% per i lavoratori agricoli con meno di 21 anni in zone normali, dello 0,9% per i lavoratori agricoli con più di 21 anni in zone svantaggiate e dell’1,5% per i lavoratori agricoli con meno di 21 anni in zone svantaggiate.