Come pone in evidenza il maggiore sindacato italiano, la CGIL, sono forti i problemi del settore auto, ferroviario e della cantieristica navale: tre settori pesantemente colpiti dalla recessione le cui crisi aziendali rendono ancora più evidente la necessità di un Piano per le politiche industriali.
Preoccupazioni che la stessa CISL, attraverso Sbarra, ha posto anche al Ministro del Lavoro Elsa Fornero perché i ritardi sulle proroghe della cassa integrazione potranno provocare importanti ripercussioni sul piano sociale.
Infatti, il segretario confederale della CISL Luigi Sbarra in una nota ha fatto presente che
Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, sta dimostrando un`attenzione molto scarsa alla firma tempestiva dei decreti di concessione e proroga della cassa integrazione, anche se già previsti da accordi sindacali. Sono in gioco molti casi importanti di ristrutturazioni aziendali e reindustrializzazioni, come per esempio Ferrania e De Tommaso, per cui ritardi e perplessità sugli ammortizzatori sociali, rischiano di mettere in discussione i percorsi di soluzione già faticosamente individuati con le istituzioni e le parti sociali.
Da parte sua la CGIL ha poto l’attenzione su tre casi emblematici tra cui la FIAT che, dopo aver messo in discussione la sua permanenza in Italia per approdare negli USA, ha dettato le regole con un contratto, a Mirafiori prima e Pomigliano poi, che manomette di fatto il diritto di rappresentanza dei lavoratori non applicando il contratto nazionale di lavoro.
Luigi Sbarra ha sottolineato che
I ritardi del ministero, anziché favorire le soluzioni individuate, concorrono a esasperare gli animi ponendo i lavoratori interessati in una situazione insostenibile. Le crisi industriali aperte, da gestire al ministero dello Sviluppo e nei territori sono numerose, ed è per noi inaccettabile che vengano trascurate, come un capitolo minore della politica di risparmio della spesa pubblica, lasciando senza reddito migliaia di lavoratori e le loro famiglie. Per questo chiediamo un confronto urgente con il ministero del Lavoro e il ministero dello Sviluppo economico per trovare soluzioni adeguate alla gestione degli accordi di ristrutturazione in discussione, evitando di innescare tensioni sociali insostenibili