Sembra ritornare nel pubblico impiego il ruolo rilevante della contrattazione sindacale tanto che l’ex ministro Renato Brunetta ha aspramente criticato questo nuovo corso. In effetti, l’intesa sulla riorganizzazione del pubblico impiego tra Governo Monti e sindacati è una nuova via intrapresa dalle parti con un nuovo dialogo allo scopo di ricostruire la figura del dipendente pubblico in passato sotto tiro dal precedente corso.
Il nuovo percorso, secondo il segretario confederale Cisl, Gianni Baratta, porta indubbi vantaggi al metodo
Si è stabilito che è molto più utile impegnarsi tutti insieme in questa scommessa che non graverà sui conti delle amministrazioni pubbliche, in quanto le risorse andranno trovate tra i risparmi realizzati lavorando meglio. Sulle accuse di egemonie di partiti ed organizzazioni sindacali che avrebbero condizionato questo accordo, il giudizio appare frettoloso ed ingeneroso
Se un cambiamento c’è stato rispetto all’era Brunetta, dunque, è sicuramente il ritorno al dialogo tra le parti così come conferma anche al Corriere Patroni Griffi perché è ora di pensare all’interesse del Paese e non di mettere gli uni contro gli altri.
Infatti, lo scopo della legge delega che il Governo vuole approvare è migliorare i servizi ai cittadini: tra gli obiettivi più ambiziosi che Patroni Griffi si è dato per quest’anno c’è poi un cavallo di battaglia dei sindacati: il taglio del 20% delle consulenze, ridotte nel 2011 dell’8,5%. Brunetta, da parte sua, non è per nulla soddisfatto di questo nuovo corso. La Cisl, da parte sua, intende riaffermare un importante principio: occorre fare leva sulle competenze dei suoi operatori, la qualità del lavoro può crescere in produttività se si valorizza la professionalità del personale.
L’intesa sottoscritta la scorsa settimana si prefigge di migliorare i servizi per cittadini e imprese, riorganizzando la Pa e la scuola, promuovendo la professionalità e la dimensione della collegialità.
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