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Ritrovare lavoro è quasi impossibile

 Ritrovare lavoro? Per gli italiani è quasi impossibile. Il 63% dei nostri concittadini sostiene infatti che in caso di perdita della propria occupazione, non riuscirebbe a trovare un nuovo ruolo professionale nel quale inserirsi. Una percentuale elevatissima, che risulta essere più o meno il doppio di quanto rilevato in Germania. Insieme a portoghesi, greci, spagnoli e irlandesi (non a caso, i Paesi maggiormente colpiti dalla crisi economico finanziaria), gli italiani si scoprono così il popolo più pessimista del vecchio Continente.

In termini ancor più sintetici, sembra proprio che a trovare un nuovo lavoro non creda più nessuno. Chi ha un’occupazione farebbe bene a tenersela stretta, ed evitare di finir tagliato dalle riduzioni delle risorse umane che società ed enti privati continuano ad effettuare. Un futuro denso di preoccupazioni è quello che attende anche le nuove generazioni, che non sembrano contribuire a ridurre la proporzione degli sfiduciati nazionali.

Ancora, il 13 per cento degli italiani non sanno neppure cosa rispondere dinanzi alla domanda sul riscontro di una nuova occupazione, mentre solamente il 24 per cento ritiene che sia probabile (o addirittura molto probabile) trovare un nuovo lavoro entro i successivi sei mesi al licenziamento o alle dimissioni.

I NUOVI LAVORI DEL 2030

E in Europa? La media continentale di chi sostiene di poter trovare un nuovo lavoro entro sei mesi è pari al 46 per cento. Una proporzione che sale oltre il 60% per quanto concerne i lavoratori di Finlandia, Austria, Belgio, Svezia e Olanda. Tra le fasce anagrafiche di coloro che mostrano una percezione peggiorativa nel trovare un nuovo impiego spiccano le donne (con una percentuale maggiore di 8 punti percentuali rispetto agli uomini) e gli over 55 (solamente il 21 per cento ritiene di poter trovare un nuovo impiego entro i prossimi sei mesi, contro il 60% degli under 25).

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