Il salario previdenziale rappresenta l’ammontare che deve essere considerato in sede di definizione del calcolo della quota di accantonamento della pensione. In sostanza, rappresenta la contribuzione assicurativa.
I contributi devono essere rapportati su tutte le singole voci che costituiscono la retribuzione.
Per verificare che il proprio datore di lavoro calcoli e versi in modo corretto la quota di propria spettanza è necessario controllare che l’azienda denunci all’Inps le retribuzioni effettive soggette a contribuzione percepite nell’anno precedente.
Non solo, è anche necessario verificare la correttezza dei dati anagrafici e che il numero delle settimane devono corrispondere a quelle effettivamente lavorate.
Ricordiamo che si ha tempo cinque anni per recuperare i contributi non versati. L’istituto previdenziale, in modo periodico o dietro richiesta esplicita del lavoratore, invia ad ogni iscritto l’estratto conto della singola posizione lavorativa sottoposta a contribuzione.
L’iniziativa è un buon momento per verificare ogni situazione e per sanare, eventualmente, ogni infrazione.
La legge prevede che ogni lavoratora ha la possibilità di farsi assistere da un proprio patronato.
È anche opportuno ricordare che l’azienda deve procedere alla trattenute previdenziali, ossia alle quote di retribuzione che l’azienda preleva per conto degli enti previdenziali e assistenziali dalla busta paga specificandone l’importo.
Alcune voci che risultano eventualmente presenti nella busta paga non sono suscettibili alla contribuzione.
Così, ne sono esenti, del tutto o in parte, da contribuzione previdenziale i proventi percepiti per cassa integrazione, maternità, permessi per donatori di sangue, le indennità di maneggio denaro o le eventuali trasferte.
Le trattenute previdenziali sono calcolate secondo percentuali ben definite e variano in base al settore lavorativo. Così, i lavoratori della aziende metalmeccaniche appartenenti al settore artigiano sono sottoposti ad una percentuale pari al 9.19%.
La trattenuta previdenziale si applica al suo imponibile. L’imponibile previdenziale è la retribuzione totale del lavoratore a meno delle quote relative ad assegni familiari, assegni integrativi, quote di malattia o infortunio.