L’Eurostat ha recentemente pubblicato un’analisi piuttosto deprimente sulle condizioni di salute del mercato del lavoro europeo. Secondo quanto affermato dall’istituito statistico europeo, infatti, circa 8 milioni e 250 mila lavoratori, pur essendo in grado di svolgere un’occupazione, non starebbero avviando alcun procedimento di ricerca di un impiego. Un enorme esercito di sfiduciati dal mondo professionale, che appesantisce in maniera significativa il fronte dei disoccupati.
Dato ancor più negativo, degli 8 milioni e 250 mila disoccupati che non stanno cercando alcun impiego all’interno del perimetro dell’Unione Europea allargata a 27 Paesi membri, ben 2 milioni e 764 mila unità si troverebbero nella sola Penisola, con l’Italia che, pertanto, pesa per circa un terzo del ben poco invidiabile dato statistico fornito dall’autorevole osservatorio Eurostat nel corso degli ultimi giorni.
In termini ancora proporzionali, in Italia il numero degli scoraggiati ha sconfinato la doppia cifra, arrivando all’11,1% della forza lavoro. Nel BelPaese il livello ha toccato cifre record, e non è attualmente riscontrabile alcun termine di paragone in tutta l’UE, visto e considerato che la seconda proporzione più gravosa è quella bulgara, con l’8,3%, davanti alla Lettonia, con l’8%. Il minimo storico è invece toccato da Belgio, Francia e Germania, con percentuali – rispettivamente – pari a 0,7%, 1,1% e 1,3%.
Per quanto concerne i Paesi che, come l’Italia, stanno attraversando le maggiori difficoltà economico finanziarie, la Grecia ha una percentuale minima (1,1%), così come l’Irlanda (1,8%) mentre a stare peggio sembra esser la Spagna, che con un 4,2% non può tuttavia generare paragoni con la drammatica situazione della penisola.
Infine, il report Eurostat afferma come ad esser tagliati fuori dal mondo de lavoro siano prevalentemente le donne, più scoraggiate dei colleghi maschi: le donne che non stanno più cercando un impiego sono il 58,2% del totale della popolazione che abbiamo definito “scoraggiata”, per un valore assoluto pari a 4,8 milioni di unità, contro i 3,4 milioni di uomini.