È stato approvata in Commissione in Senato la norma che sancisce, di fatto, il superamento dell’articolo 18 della legge 300, meglio conosciuta come lo Statuto dei lavoratori.
In effetti, in base all’articolo 8 del correttivo alla manovra finanziaria si stabilisce che “fermo restando il rispetto della Costituzione, nonché i vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali sul lavoro”, le specifiche intese aziendali e territoriali “operano anche in deroga alle disposizioni di legge” ed alle “relative regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro”.
Il testo legislativo – oltre a recepire le indicazioni della Fiat e superando, di fatto, l’intesa dello scorso 28 giugno tra le organizzazioni dei lavoratori e Confindustria – si spinge anche nel riconoscere specifiche intese con efficacia nei confronti di tutti i lavoratori interessati su temi come le mansioni del lavoratore, i contratti a termine, l’orario di lavoro, le modalità di assunzione, le conseguenze del recesso dal rapporto di lavoro: si apre così una nuova stagione di confronto tra le compagini sindacali riconoscendo un nuovo sistema articolato di diritti del lavoro per ogni specifica azienda.
In una nota della Cisl si riconosce che
Per i contratti aziendali e’ legittima solo la rappresentanza stabilita dagli Accordi Interconfederali e dalla legislazione
La Segreteria della Cisl vede in questo nuovo provvedimento un riconoscimento degli accordi fatti con la Fiat ritenendolo del tutto positivo che la nuova formulazione precisa in modo chiaro che solo i sindacati comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale e territoriale, legittimati attraverso le leggi e gli accordi interconfederali, possano siglare intese a livello aziendale.
Dall’altra parte la CGIL ha tuttavia ribadito la sua posizione
Intendiamo esprimere sconcerto e contrarietà verso l’art. 8 del decreto relativo alla manovra economica, che contiene misure che riguardano contrattazione e relazioni industriali. Lo sconcerto si riferisce al fatto che poco tempo fa sulle stesse materie era stato raggiunto un importante Accordo Interconfederale. E che le stesse parti sociali avevano chiesto al governo di non intervenire ulteriormente, dedicandosi invece ai nodi dello sviluppo
Per la CGIL il provvedimento rappresenta una grave ingerenza nei rapporti sociali perché le modifiche all’articolo 8 della manovra, secondo la leader della CGIL, annullano non solo l’articolo 18, ma anche il contratto nazionale, lo Statuto dei lavoratori e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro che la Costituzione stessa richiama.
Per Susanna Camusso, leader nazionale della CGIL, con l’articolo 8 si nega il principio di rappresentatività che non può che essere dato dall’iscrizione al sindacato e dal voto dei lavoratori.
Per la Cisl la legittimità a stipulare gli accordi aziendali appartiene alle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e territoriale perché questo criterio rimanda alle tre organizzazioni confederali nazionali firmatarie dei CCNL e da ultimo dall’Accordo Interconfederale del 28 giugno.