La riforma della scuola ha, di certo, creato incertezze e situazioni limite tanto che da più parti si chiede un intervento. Non manca nemmeno la richiesta e definire, in modo compiuto, i percorsi e le attività degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) previsti dal DPCM del 25 gennaio 2008 per uno scenario che ha subito delle modifiche non indifferenti.
Ricordiamo che gli Istituti Tecnici Superiori sono stati introdotti nel nostro ordinamento dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 gennaio 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 86 dell’11 aprile 2008, emanato in attuazione della legge 296/2006 e rappresentano, a detta della bozza sulle linee di orientamento dello scorso 19 luglio 2011, le chiavi del nuovo sistema di istruzione tecnica superiore. Nella bozza, il Ministero ricorda che questi Istituti possono costituirsi in base ai piani territoriali di offerta formativa delle regioni collegando istituzioni pubbliche e soggetti privati interessati al loro obiettivo.
Dal punto di vista giuridico gli ITS sono configurati nella forma di fondazioni di partecipazione con riferimento alla disciplina del codice civile e visto che le loro attività dovranno prendere avvio nei prossimi mesi, alcuni ritengono dal mese di ottobre 2011, diventa necessario definire l’intera materia di riferimento.
La posizione del sindacato, nel suo complesso, è abbastanza critica tanto che CGIL e FLC, unitariamente con CISL e UIL a cui si è aggiunta la CONFSAL, hanno presentato diverse note scritte nell’intento di favorire la discussione e un quadro preciso.
In effetti, per il sindacato occorre risolvere diversi gradi di incertezza partendo dapprima da un rafforzamento delle relazioni tra istruzione e mondo del lavoro nell’ambito di una politica industriale che metta insieme formazione ricerca e occupazione.
Non solo, le organizzazioni sindacali hanno anche messo in evidenza le risorse finanziarie non assolutamente adeguate al progetto, la carenza di regole per il reclutamento del personale docente e ATA, il ruolo non per nulla puntuale dell’apprendistato e la mancanza di un piano organico visto che la Legge 240/10 di riordino dell’Università prevede l’utilizzo degli Istituti Tecnici Superiori per razionalizzare la loro offerta formativa.