Le tre compagini sindacali – CGIL, CISL e UIL – hanno diffuso un documento unitario per la Conferenza Nazionale Governativa sull’Amianto dove mettono in evidenza i punti comuni e irrinunciabili nell’ottica di una politica seria e duratura in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per le organizzazioni sindacale è il momento per costruire
nel merito le soluzioni necessarie predisponendo gli strumenti, le risorse, il quadro istituzionale, la promozione della partecipazione e della responsabilità di tutti i soggetti in campo, i programmi e le tappe intermedie degli obiettivi finali
Il sindacato ravvisa la necessità di adottare una politica che tuteli la salute e gli obiettivi industriali nell’ottica di un nuovo modello di sviluppo dove si riesca a conciliare le diverse esigenze.
Ma una politica sociale di questo genere ha la necessità di utilizzare risorse e intese istituzionali e parlamentari di sostegno, in grado di garantire la necessità certezza e concretezza di operatività rispetto alle attese diffuse tra gli ex esposti e i cittadini che vivono con timore la loro vicinanza a sorgenti inquinanti di amianto.
Infatti, per il sindacato è il monento focalizzare la ricerca verso terapie efficaci attraverso un sistema nazionale dedito alle attività di ricerca sulla cura delle malattie asbesto correlate a partire dal mesotelioma, con la definizione delle risorse disponibili, della selettività secondo criteri di affidabilità scientifica delle sedi di ricerca coinvolte.
Non solo, occorre anche identificare e coordinare i diversi centri di eccellenza per la cura delle malattie asbesto correlate: questi sono in parte sono già presenti sul territorio, e in parte devono essere realizzati e supportati.
La salute dei luoghi di lavoro passa anche attraverso il potenziamento della sorveglianza sanitaria degli ex esposti professionali e degli esposti ambientali con la promozione di una sorveglianza attiva secondo modalità personalizzate di una procedura che prende in carico la singola persona e verifica secondo protocolli condivisi lo sviluppo dell’assistenza sanitaria.
Il sindacato ritiene che occorre anche revisionare la finalizzazione del Fondo Nazionale Vittime dell’Amianto ripristinandone la natura originale e definirne le attribuzioni esclusive a lenimento del danno delle vittime civili e loro familiari che non hanno nessuna copertura assicurativa in capo alle assicurazioni pubbliche.