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Sindacato europeo, da Sègol un “New Deal europeo”

Bernadette Sègol è il nuovo segretario generale della Confederazione europea dei sindacati eletta con 436 voti, oltre il 90% dei consensi. Per la 61enne sindacalista francese è ora il tempo di un New Deal europeo per aiutare i lavoratori e le imprese perché i prossimi quattro anni saranno quelli della mobilitazione e dell’impegno finalizzato a incrementare salari, i servizi pubblici e la sicurezza sociale.

Per il sindacato europeo la governance

deve servire gli interessi del popolo europeo e non dei mercati

I diritti sociali fondamentali devono essere sovra ordinati alle libertà economiche, un principio che la Ces chiede sia inserito in un Protocollo sociale all’interno dei Trattati europei, nella direttiva sulla mobilità dei lavoratori e nel regolamento sul mercato interno.

L’iniziativa dell’Etuc è forte e decisa: si chiede a gran voce che il tema sia inserito nell’agenda dei lavori di Barroso e Herman Van Roumpy. Un tema che deve dare risposte precise contro la disoccupazione giovanile, contro il lavoro sommerso e il dumping.

Bernadette Sègol delinea un percorso che non solo deve essere in grado di fornire la necessaria protezione agli occupati ricorrendo alla contrattazione collettiva, ma che deve soprattutto regolare i mercati con regole precise e sanzionabili: una vera governance che sia in grado di tutelare il lavoro. In questa prospettiva entrano fortemente in gioco i comitati aziendali, il sindacato, la consultazione e l’informazione dei lavoratori per costruire una Europa sociale e sindacale.

La crisi economica non può giustificare la negazione dei diritti sociali e del lavoro insieme al sostegno ai servizi pubblici. Nella visione di Bernadette Sègol è la visione della governance che deve cambiare: non è pensabile, al fine di mitigare lo shock da debito, smantellare l’offerta pubblica privilegiando l’offerta privata.

In sostanza, per Bernadette Sègol si deve partire dal Manifesto di Atene, ovvero dalla sintesi congressuale che si deve tradurre in un preciso impegno per trasformarle in linee guida per l’intero sindacato europeo.

Sempre secondo Bernadette Sègol esistono dei precisi paletti indiscutibili: la difesa dei salari e l’autonomia delle parti sociali nelle politiche utilizzate nella contrattazione collettiva.

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