La CGIL avvia la procedura di verifica che permetterà ai lavoratori di decidere sul nuovo sistema di rappresentanza; in effetti, dopo la decisione del Direttivo Nazionale che ha approvato – con 117 voti favorevoli, 21 contrari e 1 astenuto – il dispositivo finale, proposto dalla Segreteria, sull’ipotesi di accordo del 28 giugno scorso raggiunto con Confindustria, CISL e UIL, su contratti e rappresentanza adesso è arrivato il momento di chiedere conferma ai lavoratori attraverso un referendum nei luoghi di lavoro.
È su questo testo che, a partire dalla prossima settimana e fino al 17 settembre, si pronunceranno gli iscritti dipendenti delle aziende afferenti al sistema contrattuale di Confindustria.
L’ipotesi di Accordo ha validità per il futuro per tutte le aziende rappresentate da Confindustria e non influisce sui contenziosi in corso relativi ad accordi precedentemente sottoscritti in forma separata, vedi le precedenti intese della Fiat di Marchionne. L’ipotesi di Accordo impedisce che si verifichino ulteriori casi di accordi aziendali separati che modifichino i contratti collettivi nazionali di lavoro.
Con questo accordo l’affiliazione al sindacato non è più un fatto separato dalla sua capacità di raggiungere risultati contrattuali significativi: ecco in sostanza l’accordo. Il riconoscimento del peso e del potere sindacale non è più conferito pariteticamente per convenzione fra le parti: saranno gli iscritti e i voti dei lavoratori a stabilire il peso sindacale e contrattuale di ciascuna organizzazione.
L’accordo sottoscritto sancisce la validità dei contratti erga omnes solo quando l’accordo è sottoscritto da una maggioranza pesata dei soggetti sindacali rappresentanti dei lavoratori e non esiste il diritto di veto di una sigla sindacale così come non è possibile validare un’intesa da parte di una maggioranza di sigle.
Il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, nel corso del suo intervento al Comitato Direttivo, ha osservato che è
Un accordo importante, non risolutivo, che contiene delle risposte a delle nostre rivendicazioni, ferma una deriva e ci consente di provare a ripartire in un’altra direzione e con altre modalità da una stagione di profonda divisione