L’Inail ha diffuso le prime notizie sulla situazione del Fondo per le vittime dell’amianto ponendo in evidenza un dato importante, e nel contempo triste, ossia sono circa 15mila i beneficiari del fondo.
La notizia arriva dalla Conferenza governativa sull’amianto per voce di Angela Goggiamani, della Sovrintendenza medica generale dell’Inail, intervenendo a Venezia alla seconda giornata della Conferenza: sono 15.300 i tecnopatici o i loro superstiti che ad oggi hanno beneficiato del Fondo per le vittime dell’amianto, istituito presso l’Inail con la Finanziaria del 2008 e finanziato per tre quarti dal bilancio dello Stato e per un quarto dalle imprese.
È anche il momento per fare il punto della situazione sulla prestazione integrativa; in effetti, l’erogazione della prestazione riguarda i lavoratori titolari di una rendita diretta, anche unificata, ai quali sia stata riconosciuta dall’Inail una patologia asbesto-correlata per esposizione all’amianto o alla fibra “fiberfrax”, la cui inabilità o menomazione abbia concorso al raggiungimento del grado minimo indennizzabile in rendita.
Non solo, la prestazione spetta anche ai loro familiari, individuati ai sensi dell’articolo 85 del Testo Unico, titolari di rendita ai superstiti, nel caso in cui la patologia asbesto-correlata abbia avuto un ruolo nel determinare la morte dell’assicurato.
Goggiamani ha anche illustrato le categorie interessate alla prestazione. Infatti, Angela Goggiamani ha tracciato il quadro della tutela assicurativa garantita dall’Istituto: nel corso dell’anno scorso le denunce presentate all’Inail per patologie da asbesto – asbestosi, neoplasie (mesoteliomi e carcinoma del polmone) e placche pleuriche – nel settore dell’industria e dei servizi sono state 2.219.
I dati pongono anche in evidenza che tra queste 1.328, pari al 59,8%, sono state riconosciute come malattie di origine professionale. Le denunce sono leggermente in calo rispetto alle 2.267 presentate nel 2010, che hanno portato al riconoscimento di 1.567 casi, con un tasso del 69,1% rispetto al totale.
L’incontro di Venezia è stata anche l’occasione per porre in evidenza l’andamento storico delle denunce: nel settore dell’industria e dei servizi le denunce presentate mostrano una crescita costante delle neoplasie da asbesto, passate da poche decine nel 1994 fino a sfiorare quota 1.200 nel 2009.
Il numero delle asbestosi denunciate ha oscillato tra 500 e 900 casi all’anno, con la significativa eccezione del 1996, quando è stata superata quota 1.200 e nel caso delle placche pleuriche l’analisi, limitata al periodo 2003-2009, mostra invece un trend in calo con circa 400 casi del 2009.