Se sei donna guadagni meno di un uomo? Sembrerebbe essere questa la conclusione a margine del quadro che emerge dal rapporto pubblicato dalla Commissione UE, nella giornata per la parità retributiva: in Europa le donne guadagnano il 16,4% in meno rispetto agli uomini.
Il fenomeno pare interessare non solo il nostro Paese, dove le donne guadagnano in media il 19,6% in meno rispetto agli uomini, ma anche il nuovo continente. In barba alla globalizzazione e al progresso occupazionale, la situazione del gentil sesso impegnato nel lavoro non sembra dare segnali positivi: basti pensare che solo il 4% delle donne è ai vertici nelle imprese italiane, nonostante spiccate doti gestionali.
Questa differenza tra i sessi e settori di attività è sintomatica di una situazione di difficoltà in cui le donne al giorno d’oggi continuano a trovarsi, impossibilitate a ritagliarsi in tempi rapidi un ruolo di pari facoltà. Un tema recentemente trattato dallo stesso ministro del Welfare Elsa Fornero, che è tornata sulla cattiva pratica delle “dimissioni in bianco”, strumento troppo spesso usato per licenziare, sostanzialmente, chi va in maternità.
La figura della donna è penalizzata anche per il tempo da dedicare al tempo libero: 59 minuti è, in media, lo spazio temporale concesso in più agli uomini. La lavoratrice deve fare inoltre i conti con una difficile sinergia tra lavoro e vita privata, difficilmente conciliabile a causa dell’obbligo per congedi di maternità, e la cura della famiglia che sempre più spesso grava sulle sue spalle.
Scarsa partecipazione delle donne nel mondo lavorativo e aumento dei lavori part –time sembrano quindi essere retaggi di un mercato del lavoro obsoleto e poco flessibile, in cui le donne non riescono a pareggiare i conti con i propri colleghi uomini.