Nei giorni scorsi è stato diffuso il nuovo documento finalizzato a definire alcune nuove linee guida del Coordinamento tecnico interregionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro in materia di stress lavoro-correlato alla della lettera circolare del 18 novembre 2010 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Come ha posto in evidenza il documento, lo stress non è una malattia, ma una reazione aspecifica di adattamento dell’individuo all’ambiente. Un’esposizione intensa e prolungata a stressor, ovvero ad un qualsiasi stimolo che richiede un adattamento da parte dell’individuo che sia ad esso interno o esterno che crea una risposta adeguata (eustress o stress positivo) o non adeguata (distress o stress negativo) in base all’intensità e alla durata dello stimolo stesso, può invece causare patologie di natura sia psichica che somatica.Ricordiamo che la valutazione allo stress non è finalizzata solo a stabilire il livello di rischio ma ad individuare le misure correttive e le azioni di miglioramento che possono essere intraprese. Nel documento si pone in evidenza che la valutazione del rischio è un processo che non si esaurisce in un unico momento, ma ne prevede vari: dalla valutazione vera e propria all’individuazione di misure correttive fino alla pianificazione di un piano attuativo (chi deve fare cosa).
La valutazione deve attenersi ad alcuni principi basilari come la promozione del datore di lavoro o del management in politiche opportune che mirano a definire un ruolo per ogni soggetto. Il documento pone al centro della valutazione l’organizzazione del lavoro con tutti i suoi elementi che possono costituire fattori di stress lavoro-correlato e la loro percezione da parte dei lavoratori: il processo che si deve istaurare deve essere orientato a soluzioni, soprattutto soluzioni di tipo collettivo, a forte valenza preventiva.
Non solo, non si deve impedire al lavoratore, anzi deve essere incentivata, di partecipare al processo di valutazione per mezzo di un loro coinvolgimento dei lavoratori, anche attraverso i propri rappresentanti sindacali.