I giovani studenti ed i giovani lavoratori italiani sono attratti dal trasferimento all’estero, anche in maniera permanente per motivi non solo di studio, ma anche per effettuare uno stage o per fare delle esperienze professionali in grado di arricchire il proprio curriculum. Ma quali sono le motivazioni per cui avviene tutto ciò? Ebbene, al riguardo l’Isfol ha presentato un’ultimissima indagine nazionale su un campione di ben 25 mila persone aventi un’età compresa tra i 15 ed i 45 anni; la metodologia utilizzata, tra l’altro, non è stata quella “CATI“, ma quella “Computer Assisted Web Interview” (CAWI), permettendo così al soggetto intervistato di poter compilare il questionario in maniera autonoma e senza l’intervento, l’ausilio e l'”interferenza” dell’intervistatore.
Dai dati emersi dal campione interpellato scaturisce che il trasferimento all’estero è strettamente correlato al lavoro, visto che oltre la metà del campione, per l’esattezza il 51,9%, ha dichiarato di preferire il trasferimento all’estero perché si guadagna di più; addirittura il 54,4% è convinto che all’estero si possa trovare un lavoro che piace di più, mentre il 47,6% vede il posto di lavoro più sicuro fuori dai nostri confini a fronte di un 47,1% che intravede all’estero delle migliori prospettive di carriera.
L’Isfol ha inoltre monitorato e rilevato non solo la tendenza alla mobilità di studenti e lavoratori all’estero, ma anche quella all’interno dei nostri confini; ebbene, in tal caso è emerso come il 45,7% del campione interpellato stia trascorrendo un periodo di lavoro o di studio sempre in Italia ma fuori dai propri confini regionali, sia per questioni legate agli studi universitari, sia perché magari in un’altra regione c’è più possibilità di trovare un lavoro stagionale o il contratto non è precario ma a tempo indeterminato. Insomma, per voglia o per necessità, i lavoratori e gli studenti italiani “scappano” dalla propria città, verso i Paesi esteri o comunque in altre aree del nostro Paese dove s’intravede un futuro migliore.