Stiamo assistendo ad una vera e propria svolta per quanto concene il delicato tema dello smart working nel mondo ATAC, alla luce di alcune indicazioni che potrebbero fare la differenza in un contesto molto particolare. Dunque, in relazione alle informazioni raccolte ad inizio luglio, proviamo a fare il punto della situazione sfruttando gli ultimi aggiornamenti.
Cambiano le cose sullo smart working nel mondo ATAC: gli ultimi aggiornamenti per coloro che sono interessati
Con l’emergenza da Covid 19 tante aziende si sono avvalse dello smartworking, ma ormai in tante hanno abbandonato tale metodo lavorativo per il ritorno in ufficio. C’è chi non sembra aver accettato questo ritorno a pieno regime nelle varie aziende ed in modo particolare sta facendo rumore quanto chiesto dagli amministrativi di Atac, in 200 vogliono lo smartworking.
A gennaio del 2024, circa 200 impiegati del settore amministrativo hanno scritto all’ufficio del personale compilando il modulo “A48” per avere la possibilità di lavorare da remoto. Come riportato da RomaToday, attualmente l’azienda Atac non ha ancora dato una risposta ai suoi dipendenti.
Sono ormai anni che, dopo l’emergenza Covid, gli amministrativi di Atac sono tornati a lavorare in ufficio, ma a quanto pare in molti preferiscono lavorare da casa. Per Atac lo smartworking, almeno per il momento, non sarebbe produttivo. Gli impiegati, non essendo dello stesso avviso, hanno deciso di muoversi in autonomia, senza aiuto dei sindacati, scrivendo direttamente all’azienda per chiedere qualche giorno a settimana per lavorare in smartworking.
Il numero si attesta su circa 200 amministrativi di Atac e qui il problema principale è che l’azienda non può rispondere singolarmente ad ogni richiesta. Ne sono arrivate troppe e visto come gli amministrativi sono circa 1000, dando la possibilità ad un quinto di essi di lavorare da remoto, cambierebbe in maniera totale il lavoro. Qui è necessario l’intervento dei sindacati, l’errore di questi dipendenti di Atac è stato proprio quello di non affidarsi ad un sindacato rappresentante.
Una modalità errata che non significa che questa richiesta sarà rifiutata, ma con un sindacato di rappresentanza il processo sarà sicuramente più semplice chiedendo un’istanza unitaria in grado e quindi di portare l’azienda a prevedere un accordo che renda lo smart working uno strumento lavorativo strutturale e non emergenziale. Bisogna ora solo mettere in calendario tale proposta e permettere poi agli amministrativi di Atac di poter ricevere quanto chiesto.
Vedremo se ci sarà effettivamente la tanto attesa e richesta svolta smart working nel mondo ATAC dopo gli ultimi aggiornamenti