La tutela del lavoratore immigrato

Il nostro legislatore ha introdotto diverse tutele in favore al lavoratore straniero. Per prima cosa l’assistenza sanitaria, oltre ad essere un diritto costituzionalmente garantito a tutti gli italiani, è un diritto che viene esteso a tutti anche senza il requisito della cittadinanza.

In effetti, l’assistenza sanitaria, nel nostro Paese, è garantito a tutti anche con il ricovero presso strutture pubbliche.

I lavoratori stranieri in regola con il permesso di soggiorno per lavoro, o anche in cerca di occupazione, sono iscritti obbligatoriamente al nostro Servizio Sanitario Nazionale insieme ai familiari a carico. I lavoratori stranieri, e le loro famiglie, hanno diritto al medico di famiglia e a tutti i servizi sanitari alle medesime condizioni dei cittadini italiani, ossia sono tenuti a concorrere alla spesa sanitaria al pari del lavoratore italiano.

Avvocatura: Bando Inps per la pratica forense

 A favore di circa 400 avvocati, nei giorni scorsi è stato aperto un Bando per la pratica forense presso l’avvocatura dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale. A darne notizia è stato proprio l’Inps nel far presente in particolare come il Bando sia partito lo scorso 25 ottobre, e come le domande, solo ed esclusivamente in via telematica, potranno essere presentate entro e non oltre le ore 24 di lunedì 22 novembre 2010. Il Bando, in accordo con quanto riferisce l’Inps, rappresenta un altro tassello alla riforma dell’avvocatura dell’Istituto, e prevede l’ammissione alla pratica forense con gli stessi criteri e con le stesse modalità che sono previste dall’Avvocatura dello Stato. La domanda, come sopra accennato, si presenta per via telematica collegandosi online al sito Internet dell’Inps, www.inps.it, e non è ammessa in merito alcuna modalità alternativa di trasmissione al fine di poter inoltrare la richiesta; questo significa che l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, ai fini dell’accesso al Bando, non accetterà domande cartacee o con qualsiasi altro mezzo presentate presso gli Uffici dell’Inps, così come non saranno accettate quelle che dovessero eventualmente arrivare a mezzo posta.

Lavoro occasionale: Bando voucher in Provincia di Milano

 In Provincia di Milano, e per la precisione nel Comune di Assago, è attualmente aperto, con scadenza fissata per giovedì 25 novembre 2010, un Bando per la concessione di voucher, i cosiddetti buoni lavoro, legati alla prestazione di attività lavorative di natura occasionale di tipo accessorio. A darne notizia è stata proprio l’Amministrazione comunale nel far presente come la selezione del personale, da remunerare con i voucher, sia stata attivata per permettere sul territorio l’incremento delle opportunità di impiego a favore di categorie quali gli studenti, i disoccupati, i pensionati, ma anche i lavoratori part-time, gli inoccupati, le casalinghe e tutti quei soggetti che, ai fini del sostegno al reddito, percepiscono delle prestazioni di natura integrativa del salario. L’obiettivo è quindi quello di sostenere l’occupabilità delle fasce potenzialmente più deboli della popolazione in linea con le nuove norme in materia di lavoro ed occupazione con conseguenti ripercussioni positive di natura sociale.

La pensione e i giovani precari

La CGIL, Nidil e Inca si sono fatti promotori di una campagna di sensibilizzazione sul futuro previdenziale dei giovani precari.

L’iniziativa parte da una recente dichiarazione del responsabile dell’Inps, Mastropasqua, che ha posto un problema importante e non trascurabile, ovvero i lavoratori parasubordinati non hanno una vera prospettiva pensionistica.

Le tre organizzazioni sindacali hanno messo in evidenza, attraverso delle simulazioni, la carenza del futuro assegno pensionistico; infatti, nella maggior parte dei casi analizzati si è constatato che, a fronte di 40 anni di contribuzione, questi giovani percepiranno un assegno mensile non superiore a 500 euro.

Voucher lavoro occasionale ed accessorio sempre più utilizzato

 A partire dal mese di agosto dell’anno 2008, quando sono stati introdotti, e fino al corrente mese di ottobre, sono stati venduti in Italia oltre dieci milioni di voucher, i cosiddetti buoni lavoro per la regolarizzazione di rapporti di lavoro occasionale ed accessorio. A darne notizia è stato l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (Inps) nel porre l’accento sul fatto che grazie alla vendita dei voucher in tabaccheria l’accesso a questi strumenti è diventato sempre più facile. Su un totale di 10.135.646 di voucher venduti, 800 mila sono stati emessi in modalità telematica, mentre i restanti 9,3 milioni circa sono stati acquistati dai datori di lavoro in formato cartaceo. D’altronde i voucher, introdotti prima in via sperimentale solo per la vendemmia, sono al giorno d’oggi utilizzabili per la regolarizzazione delle prestazioni di lavoro occasionale ed accessorio in molti settori della nostra economia. Ai buoni lavoro, tra l’altro, possono accedere anche i cassintegrati in modo tale da poter integrare il proprio reddito e far fronte alle difficoltà di natura occupazionale.

L’Inps e il fondo di garanzia

Il fondo di garanzia dell’Inps, o meglio il fondo di garanzia per il pagamento delle ultime tre mensilità di retribuzione, è una particolare provvidenza economica definita dall’articolo 1 e 2 del decreto 80/92.

Il fondo è gestito direttamente dall’Inps, così come il trattamento di fine rapporto o TFR, utilizzato per pagare i crediti di lavoro, diversi dal TFR, maturati negli ultimi 3 mesi del rapporto, in sostituzione del datore di lavoro insolvente.

L’Inps interviene nel caso in cui il datore di lavoro sia stato assoggettato ad una procedura esecutiva concorsuale, quali il fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo e amministrazione straordinaria.

Il lavoratore per ottenere il pagamento deve rispondere a determinati requisiti, ovvero che sia cessato il rapporto di lavoro, che sia aperta una procedura concorsuale e ci sia stato il necessario accertamento dei crediti di lavoro mediante ammissione nello stato passivo.

Inps, l’indennità di malattia

L’indennità di malattia dell’Inps rappresenta un elemento sostitutivo della retribuzione e per i primi tre giorni, periodo di carenza, è a carico esclusivo del datore di lavoro, mentre per il restante periodo è anticipata, sempre dal datore, per conto dell’istituto previdenziale per un massimo di un semestre, ovvero 180 giorni di calendario nell’anno solare.

L’indennità di malattia è attribuita a tutti gli operai agricoli e del settore privato,  oltre agli impiegati del terziario e servizi assunti con contratto a tempo indeterminato. Al contrario, per i lavoratori a tempo determinato l’indennità di malattia si chiude quando non è più in essere il rapporto di lavoro.

Dal 1 gennaio del 2007 l’indennità di malattia dell’Inps copre anche gli apprendisti.

Inps, dichiarazione di immediata disponibilità

La dichiarazione di immediata disponibilità è un presupposto essenziale e inderogabile per il riconoscimento delle prestazioni a sostegno del reddito: lo chiarisce l’Inps con la circolare n. 133 del 18 ottobre 2010.

In assenza della dichiarazione di immediata disponibilità il lavoratore non può percepire nessuna delle prestazioni, quali la cassa integrazione in deroga, l’integrazione salariale ordinaria (industria o edilizia), l’integrazione salariale straordinaria, i contratti di solidarietà, il trattamento di disoccupazione, la mobilità ordinaria e in deroga, l’indennità una tantum co.co.pro.

Non solo, l’azienda non è autorizzata a porre a conguaglio somme relative alle suddette prestazioni per il lavoratore in questione (circolare Inps del 22 ottobre 2010 n. 133).

Inps, l’assenza alla visita di controllo

Ogni lavoratore durante il periodo di malattia deve rimanere al proprio domicilio indicato nel certificato medico inviato all’Inps.

In caso di assenza ingiustificata alla visita di controllo dei medici dell’Inps si perde il diritto all’indennità di malattia.

Nella prima assenza si perde l’indennità per un massimo di dieci giorni. In caso di seconda assenza l’indennità di malattia è ridotta della metà per il periodo residuo di malattia, ma per la terza assenza l’indennità erogata è sospesa per tutto il restante periodo.

Ogni assenza dalle fasce di reperibilità contestata dall’istituto deve essere giustificata solo per motivi di forza maggiore e adeguatamente documentata.

Senato, ferma la legge sui lavoratori che assistono familiari disabili

Il disegno di legge Norme in favore dei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili è stato approvato dalla Camera dei deputati il 19 maggio 2010 in un testo risultante dall’unificazione di diversi disegni di legge.

Attualmente è fermo al Senato dal 28 luglio 2010 presso l’undicesima Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale) in sede referente.

Il disegno di legge prevede l’esonero anticipato dal servizio nel settore pubblico, Inpdap. Nel testo approvato alla Camera si prevede un  trattamento economico temporaneo pari al settanta per cento del trattamento complessivamente goduto, per competenze fisse e accessorie, al momento del collocamento nella nuova posizione, anche per i dipendenti che si dedicano al lavoro di cura e di assistenza di familiari disabili con totale e permanente inabilità lavorativa ai quali è stata riconosciuta una percentuale di invalidità pari al 100 per cento, con necessità di assistenza continua in quanto non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita quotidiana.

Inps, la pensione entro 60 giorni

Il maggiore istituto previdenziale italiano ha emesso il regolamento applicativo nel rispetto della legge 69/2009 ai fini della trasparenza amministrativa.

L’obiettivo dell’Inps è quello di garantire il diritto reale dei cittadini di ottenere i servizi erogati dall’istituto in un tempo certo e congruo.

In effetti, la legge 69/2009 sostituisce il precedente provvedimento legislativo 241/1990 fissando precisi limiti temporali entro i quali devono concludersi i procedimenti amministrativi di competenza dell’Istituto, che prendano avvio ad istanza di parte o d’ufficio.

Il regolamento precisa che il termine per la conclusione del procedimento decorre dall’inizio del procedimento d’ufficio o, nel caso di procedimenti ad iniziativa di parte, dal ricevimento dell’istanza.

Inps, l’assegno ordinario di invalidità

Il nostro sistema previdenziale garantisce una tutela ai lavoratori affetti da minorazioni e da infermità fisica e mentale che determinano una riduzione permanente della capacità lavorativa.

Il nostro maggiore istituto previdenziale privato, l’Inps, ha definito ed eroga a proposito l’assegno ordinario di invalidità.

Una volta fatta la domanda l’interessato deve essere convocato per la visita medica dall’apposita commissione Inps.

La visita dovrà certificare lo stato invalidante; in effetti, l’infermità, fisica o mentale, deve essere non inferiore al 66%.

Il giudizio, però, non è solo medico poiché deve tenere conto di fattori soggettivi come la specifica esperienza professionale maturata in modo da considerare anche i riflessi della menomazione sull’attività svolta.

Inpgi, prestazioni in favore dei collaboratori coordinati continuativi

Anche l’Inpgi recepisce le indicazioni della gestione separata dell’Inps e prevede forme di carattere assistenziale che tutelano la maternità e la paternità, il congedo parentale dei collaboratori coordinati continuativi.

In effetti, alle giornaliste titolari di una collaborazione – per le quali nei dodici mesi precedenti l’inizio del periodo indennizzabile siano stati versati almeno tre contributi mensili – è corrisposta un’indennità di maternità per i due mesi antecedenti la data presunta del parto e per i tre mesi successivi alla data stessa.

L’indennità è riconosciuta anche per i periodi di interdizione anticipata dal lavoro.

Nel caso in cui la giornalista non sia più iscritta alla gestione separata, ma abbia maturato il requisito di almeno tre contributi versati ha comunque diritto a percepire l’indennità di maternità. Non ha diritto a percepirla nel caso in cui   abbia titolo a prestazioni di maternità di importo superiore in forza di attività lavorativa (autonoma o subordinata) intrapresa  successivamente.

Le nuove decorrenze per la pensione dei liberi professionisti

I lavoratori dipendenti, con il recente correttivo alla manovra finanziaria di luglio, si sono visti allontanare la possibilità di andare in pensione imponendo a tutti i dipendenti di rimanere al lavoro per un altro anno.

La legge n. 122/2010 ha modificato la decorrenza, in modo ancora più pesante dei lavoratori dipendenti, per chi ha una posizione aperta presso la gestione separata dell’Inps: in questo caso si parla di almeno 18 mesi.

In modo analogo lo stesso criterio si applica anche per risulta iscritto alle gestioni speciali degli artigiani, dei commercianti e dei coltivatori diretti.

Non solo, anche i liberi professionisti che possono vantare contributi versati nel sistema pubblico, come ad esempio l’Inps o nella gestione separata del relativo istituto, e che vogliono sfruttare la totalizzazione per non perdere nessun contributo versato al fine di ottenere una pensione unica sono coinvolti in questa nuova decorrenza della pensione.