Inpdap: cos’è

 L’Inpdap è dopo l’Inps il fondamento del complesso pensionistico italiano. In particolare l’Inpdap rappresenta la compagine assistenziale dei dipendenti pubblici.

L’Inpdap (Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica), nasce nel 1994 ed in esso convergono tutte le classi e gli enti che governavano il sistema pensioni e indennità dei dipendenti dello stato e degli enti regionali e locali.
Nell’Inpdap sono confluite: l’Enpas (Ente Nazionale Previdenza Assistenza Statali), l’Inadel (Istituto Nazionale Assistenza Dipendenti Enti Locali), l’Enpdep (Ente Nazionale Previdenza Dipendenti Enti Diritto Pubblico), il Cpdel (enti locali), il Cps (sanitari), il Cpi (insegnanti scuole non statali), il Cpug (ufficiali giudiziari).

A vigilare sull’Inpdap vi sono dei sistemi di vigilanza appositamente istituiti dallo Stato.

La funzione cardinale dell’Ente consta nel gestire i trattamenti fine servizio (indennità di buonuscita e indennità premio servizio), di fine rapporto (TFR), nel pagamento delle pensioni e nella liquidazione.

Oltre a queste attività, l’Inpdap mette a disposizione dei dipendenti pubblici, sia pensionati che in servizio, e dei loro più stretti parenti, servizi di carattere sociale e creditizio. Tra le varie forme di assistenza che concede l’Inpdap vi sono prestiti dilatati nel tempo, per mutui e piccoli crediti di varia natura.

Certificati di malattia via telematica, primi chiarimenti Inps

Primi chiarimenti dal maggiore istituto previdenziale in merito alla nuova procedura per la trasmissione telematica delle certificazioni di malattia.

L’Inps, con la circolare n. 60 del 16 aprile 2010, fornisce all’utenza le prime informazioni in merito al nuovo servizio.

A partire dal 3 aprile 2010 i medici dipendenti del SSN, o in regime di convenzione, sono tenuti a trasmettere all’Inps il certificato di malattia del lavoratore rilasciandone copia cartacea all’interessato.

Con l’art. 55 septies del D. Lgs. n. 165/2001, introdotto dall’art. 69 del D.Lgs. n. 150/2009, in attuazione della legge n. 15/2009, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni sono state introdotte disposizioni per la trasmissione telematica all’Inps dei certificati di malattia dei lavoratori del settore pubblico.

Il voucher per gli stewards negli stadi di calcio

L’Inps, attraverso il messaggio 9999/2010, ritiene possibile ricorrere, in attuazione del decreto ministeriale del Ministero dell’Interno del 24 febbraio 2010, al lavoro accessorio anche per svolgere l’attività di steward così come prevede il decreto.

In particolare si prevede l’applicabilità esclusivamente per le partite ufficiali di calcio di squadre professionistiche in impianti sportivi con capienza superiore a 7.500 posti.

Il messaggio dell’Inps sembra non ritenere possibile per le imprese di somministrazione e di quelle aggiudicatarie di appalti di offrire stewards in altre manifestazioni sportive e nemmeno per servizi di accoglienza o supporto in manifestazioni fieristiche e spettacoli offerte in forma di appalto di servizi.

Mi sposo? Allora mi prendo la liquidazione con la reversibilità

L’Inps e l’Inpdap sono i due maggiori istituti previdenziali italiani che si occupano di tutelare il futuro dei lavoratori privati e pubblici.

L’Inps ha il mandato di curare i rapporti previdenziali e assistenziali, nella maggior parte dei casi, dei lavoratori del settore privato. Al contrario, le pensioni e le prestazioni del settore pubblico sono gestite ed erogate dall’Inpdap (Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica).

Il trattamento delle pensioni di reversibilità riguardava, in passato, solo gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria gestita dall’Inps: così prevedevano le disposizioni contenute nel decreto legge 39 del 1945.

Novità per i lavoratori a distacco

 Aria di novità per i lavoratori distaccati in uno degli Stati membri dell’Unione Europea.

Dal 1° maggio 2010 entrano, infatti, in vigore le nuove disposizioni in materia di legislazione sociale applicabile ai lavoratori che si spostano all’interno dell’Unione Europea. In questo modo trovano applicazione le disposizioni contenute nel titolo II del Regolamento (CE) n. 883/2004 (artt. da 11 a 16) e nel titolo II del Regolamento di applicazione  n. 987/2009 (artt. da 14 a 21).

La notizia è stata rilasciata dal Ministero del Lavoro.

Tra le modifiche apportate possiamo ricordare sostituzione del formulario E 101 con A1 con una durata di ventiquattro mesi; infatti, l’articolo 12 delle nuove disposizioni ha esteso la durata massima del distacco da dodici a ventiquattro mesi. Il formulario E 102 è invece stato abolito.

I giudici fermano la riforma Brunetta

Uno dei pilastri della riforma Brunetta non ha l’avallo della magistratura. Infatti, parte da Torino la battaglia sulle modifiche unilaterali dei contratti di lavoro apportate dalla Pubblica Amministrazione.

In sostanza, la Pubblica Amministrazione non può decidere da sola in merito all’organizzazione del lavoro o sulle materie che regolano i rapporti tra il lavoratore e il datore di lavoro senza il consenso dei sindacati.

Questa è sicuramente una decisione importante che pone un freno alla riforma Brunetta o almeno ad una sua errata interpretazione.

La cassa integrazione nel settore editoriale

Le aziende del settore oggi possono utilizzare due importanti novità.

Da una parte, il più importante istituto previdenziale italiano ha deciso di anticipare i pagamenti; infatti, l’ Inps, attraverso il messaggio n. 29223, ora ha stabilito di anticipare direttamente la Cassa integrazione guadagni ordinaria all’impresa che si trova in una situazione di crisi aziendale.

Certamente la crisi non risparmia nemmeno le aziende editoriali che, per loro natura, sono realtà produttive non di grandi dimensioni e che si ritrovano, in modo particolare in questo ultimo periodo, con poca disponibilità di denaro.

Dall’altra, grazie al decreto n. 47385 dell’8 ottobre 2009, il governo ha deciso di fornire ulteriori mezzi alle aziende in crisi del settore.

Disoccupazione: Inps, cassa integrazione in aumento a marzo

 Nello scorso mese di marzo le ore autorizzate di cassa integrazione sono aumentate in Italia del 29% rispetto al mese precedente, e del 106,8% rispetto al mese di marzo del 2009. A comunicare questi dati nei giorni scorsi è stato l’Inps, Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, sottolineando comunque come le ore autorizzate non coincidano con le ore di cassa integrazione che poi vengono utilizzate. In merito, infatti, Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps, ha posto l’accento sul fatto che, in linea con quanto accaduto nei mesi precedenti, le imprese chiedono più ore di cassa integrazione da autorizzare rispetto a quelle che poi effettivamente servono. In ogni caso, la forte crescita delle ore richieste a marzo rappresenta un campanello d’allarme ma anche la palese conferma che per il mercato del lavoro in Italia le difficoltà sussistono; per fortuna la cassa integrazione permette di attivare una rete di protezione a favore di migliaia di lavoratori che difficilmente nel breve, vista la situazione congiunturale, potrebbero trovare un reimpiego, ma nello stesso tempo per le famiglie dove ci sono lavoratori in cassa integrazione il reddito mensile si abbassa inesorabilmente.

Il lavoratore part time e il diritto all’aspettativa sindacale

Può il lavoratore a tempo parziale usufruire dell’aspettativa sindacale? Il quesito è interessante perché coinvolge la sfera dei diritti del lavoratore part time.

Infatti, secondo la Direzione Generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro, in base al “principio di non discriminazione”, sancito dall’art. 4 del decreto n. 61/2000, il diritto di richiedere l’aspettativa sindacale deve ritenersi applicabile anche al lavoratore part-time e può coesistere con un orario di lavoro a tempo parziale verticale, orizzontale o misto, in quanto il lavoratore gode degli stessi diritti e doveri nei riguardi del datore di lavoro di tutti i lavoratori subordinati. Ciò in conformità con i limiti orari previsti dal contratto stipulato.

Voucher: sei su dieci vengono utilizzati in agricoltura

 Una bella fetta di voucher, detti anche buoni lavoro, viene utilizzata in prevalenza nel settore agricolo, ovverosia in quel comparto dove la sperimentazione di tale strumento è partita nel 2008 proprio nei campi, ed in particolare per la vendemmia, per poi estenderne l’utilizzo anche ad altri settori dell’economia. A mettere in risalto questo dato è la Coldiretti, la quale ha precisato che il 58% del totale dei buoni lavoro venduti è stato utilizzato nel settore agricolo ed in prevalenza nelle Regioni Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte. D’altronde i voucher si prestano bene all’utilizzo in agricoltura per il semplice fatto che ci sono mesi dell’anno in cui le imprese agricole hanno bisogno di tanta manodopera stagionale e quindi lo strumento dei buoni lavoro rappresenta un’opportunità sia per il datore di lavoro, che può acquisire prestazioni saltuarie perfettamente in regola, sia per il lavoratore specie se questo appartiene alle fasce più deboli della popolazione.

Buoni lavoro: forti richieste in Veneto ed Emilia Romagna

 In base ai dati aggiornati allo scorso mese di febbraio, è il Veneto la Regione italiana dove c’è stato l’utilizzo più massiccio dei buoni lavoro, detti anche voucher. A darne notizia è l’Inps nel precisare che il Veneto svetta con quasi 800 mila buoni lavoro venduti, mentre al secondo posto c’è l’Emilia-Romagna con 490 mila, e poi la Lombardia ed il Piemonte con 400 mila ciascuno. A partire dall’agosto del 2008, su tutto il territorio italiano sono stati venduti ben 4,1 milioni di buoni lavoro equivalenti al taglio minimo, ovverosia quelli da 10 euro; la vendita è avvenuta e sarà tale anche in futuro attraverso due canali: i datori di lavoro, infatti, possono acquistare i buoni lavoro in forma telematica attraverso il sito Internet dell’Inps, oppure possono ritirare presso gli uffici fisici dell’Istituto i buoni lavoro in forma cartacea dopo aver però saldato il corrispettivo a mezzo bollettino presso gli uffici di Poste Italiane.

Inps: incremento integrazione salariale per contratti di solidarietà

I contratti di solidarietà sono certamente uno degli strumenti più efficaci per contrastare situazioni di crisi momentanee al fine di garantire un controllo dei livelli occupazionali ed assicurare, in prospettiva, una ripresa aziendale.

Il maggiore istituto previdenziale italiano, Inps, attraverso il messaggio n. 8907 del 22 marzo ha dettagliato le nuove modalità di conguaglio degli importi di cassa integrazione straordinaria (CIGS) espressi attraverso i contratti di solidarietà di tipo difensivo.

Il messaggio dell’istituto previdenziale è stato diffuso attraverso il suo sito istituzionale e ha come oggetto l’incremento dell’indennità di integrazione salariale in favore dei lavoratori con contratto di solidarietà difensiva stipulato per effetto ex art. 1, comma 1, della legge n. 863/1984.

Disoccupazione Italia: oltre 2,1 milioni di persone cercano lavoro

 Continua ad avere nuove reclute nel nostro Paese l’esercito dei disoccupati. Gli ultimi dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) sul quarto trimestre 2009 parlano chiaro: le persone che cercano un’occupazione sono aumentate di ben 369 mila unità, con la conseguenza che coloro che in Italia sono alla ricerca di un lavoro sono saliti a quota 2,14 milioni con una prevalenza a livello geografico nel Centro e nel Nord Italia. Il fatto che i nuovi disoccupati si concentrino al Nord ed al Centro si spiega con il fatto che trattasi delle aree del Paese a più elevata densità imprenditoriale, rispetto al Mezzogiorno, ragion per cui per i dipendenti delle imprese che chiudono a causa della crisi è sempre più difficile potersi reinserire in tempi brevi nel mondo del lavoro.

Giornalisti: esenzione per i redditi fino a 3000 euro

Il comitato amministratore dell’Inpgi ha approvato due interessanti proposte che saranno sottoposte ai Ministero vigilanti del Lavoro e dell’Economia per la loro definitiva approvazione. La prima mira ad esentare dal versamento dei contributi per tutti colori che non superano i 3000 euro di compensi, mentre la seconda prevede la restituzione dei contributi a 65 anni.

L’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani dispone di una sezione separata denominata Inpgi2. Il sistema previdenziale italiano si regge su un quadro pluralistico in grado di tutelare diverse categorie di lavoratori richiamandosi alle varie leggi in materia. L’Inpgi gestisce unitariamente, in regime sostitutivo e con regolamentazione autonoma, tutte le forme assicurative obbligatorie di previdenza ed assistenza a favore dei giornalisti professionisti.