Uomini vs Donne: i primi sono quelli che hanno perso più posti di lavoro

In diverse occasioni vi abbiamo descritto la situazione che si trovano a vivere molte donne che ad esempio dopo la maternità spesso sono costrette ad abbandonare il posto di lavoro.

Vogliamo rendervi però partecipi di quanto emerso dai risultati dei dati riguardanti la Cassa Integrazione.

Si tratta di una ricerca compiuta dall’Inps e voluta dal Ministero del Lavoro e relativa al periodo gennaio-maggio. Dai dati è emerso che la cassa integrazione ordinaria ha riguardato per il 79,4% uomini e per il 20,6% donne mentre quella straordinaria il 65,8% degli uomini e il 34,2% delle donne.

I Buoni Lavoro: li conosci?

Come ben sappiamo la Legge Biagi ha introdotto numerose novità. Tra queste possiamo trovare anche i Buoni Lavoro: uno strumento creato per il pagamento del lavoro occasionale accessorio. In pratica servono a facilitare l’assunzione dei lavoratori che verranno impiegati per un periodo di tempo limitato.

Cos’ il lavoro occasionale accessorio? Come dice la parola stessa si tratta di una prestazione lavorativa che viene svolta in modo non continuativo. Può trattarsi ad esempio di un lavoro di tipo stagionale. Per questa tipologia di lavoro viene riconosciuta sia la copertura assicurativa (attraverso l’Inail) che quella previdenziale (attraverso l’Inps). Si tratta di lavoro limitati a determinati settori:

Imprese agricole per lo svolgimento di attività stagionali, oppure per attività non stagionali purchè il volume d’affari dell’impresa sia inferiore a 7.000 euro

Imprese familiari che operano nel commercio, turismo e servizi per lo svolgimento delle loro specifiche attività da parte di persone estranee all’impresa. Anche in questo caso è posto un limite al volume d’affari dell’azienda, fissato in 10.000 euro.

Lavoro domestico relativamente ad attività occasionali

1. d’assistenza a componenti della famiglia o di cura della casa;
2. eventi sportivi, culturali, fieristici o legati a iniziative di solidarietà o di emergenza;
3. opere di manutenzione, pulizia e giardinaggio relativamente a edifici, strade, parchi;
4. consegna porta a porta e vendita ambulante di stampa;
5. insegnamento privato.

Le liste di mobilità e l’indennità di mobilità: cosa sono e a cosa servono

Le liste di mobilità sono particolari liste in cui possono essere iscritti i lavoratori che abbiano perso il proprio posto di lavoro a causa di un licenziamento. Licenziamento che può essere stato causato da una riduzione dell’attività o dalla cessazione della stessa.

Lo Stato, ai lavoratori in mobilità cerca di fornire alcuni strumenti utili al loro reinserimento nel mondo del lavoro. Vi ricordiamo infatti che le aziende che assumono lavoratori in mobilità godono di numerosi sgravi fiscali. La mobilità viene inoltre vista come uno strumento utile a far sì che avvenga il passaggio del lavoratore da un’azienda in crisi ad un’altra che invece necessita di manodopera.

Le richieste del sindacato Domina per colf e badanti

 Gazzetta del Lavoro riceve e pubblica

DOMINA, il sindacato che rappresenta le famiglie che danno lavoro a colf e badanti, commenta favorevolmente le dichiarazioni del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla famiglia Carlo Giovanardi, in merito alla possibile regolarizzazione delle badanti che si trovano già nel territorio italiano, senza permesso di soggiorno, ma con un rapporto di lavoro già in corso.

Sono infatti numerose le famiglie italiane che affidano ad assistenti stranieri la cura dei propri anziani e spesso questa è l’unica maniera per garantire alle persone sole e non autosufficienti, la possibilità di continuare a vivere nel proprio ambito domestico.

I liberi professionisti


In Italia i liberi professionisti sono molto numerosi. Ma chi sono esattamente?

Questa la definizione fornita da Wikipedia:

Con il termine libero professionista si indica un lavoratore che, avendo una professionalità acquisita tramite percorsi di istruzione come la laurea, fornisce la stessa a vari clienti senza avere datori di lavoro. In questo senso, quindi, il libero professionista è il capo di sé stesso

Chi decide di esercitare l’attività di libero professionista anzitutto deve recarsi presso l’Agenzia delle Entrate e richiedere un numero di Partita Iva, iscriversi all’INPS e in alcuni casi alla gestione separata. L’apertura della Partita Iva non comporta costi. Bisogna capire l’ammontare del volume di affari per capire qual è il migliore regime fiscale da adottare. Il libero professionista emette fattura ai propri clienti al termine di una prestazione.

Lavoro in nero? No grazie

Vi ricordate quando all’interno di questo articolo vi abbiamo parlato anche del fenomeno dei lavoratori in nero? Torniamo a parlarne per informarvi che nel corso del 2008 gli ispettori dell’Inps hanno individuato ben 80.000 lavoratori in nero e circa 1,2 miliardi di contributi non versati.

A quanto pare per il 2009 sono previsti maggiori controlli. Proprio per questo a partire dal mese di giugno entreranno in sevizio circa 300 funzionari in più. Insomma si profila un bel giro di vite.