L’utilizzo dei voucher, ovverosia dei cosiddetti buoni lavoro, in agricoltura, contribuisce a garantire sul territorio della Regione Veneto la trasparenza e la legalità con una contestuale riduzione del lavoro sommerso. Questo è quanto afferma la Coldiretti Veneto nel sottolineare come ad incentivare il lavoro regolare in agricoltura, assieme ai voucher, sia anche il decreto flussi 2011 con la conseguenza che nei campi e nelle campagne venete non c’è sfruttamento della manodopera straniera e non ci sono irregolarità grazie proprio ai nuovi strumenti normativi. In termini numerici questo significa che nelle campagne della Regione Veneto, negli ultimi due anni, hanno lavorato con i voucher ben 60 mila persone tra studenti, disoccupati e pensionati che si sono occupati non solo della vendemmia, ma anche delle attività di raccolta e quelle legate alla cura degli animali. Nella Regione Veneto la provincia capofila per quel che riguarda l’utilizzo dei voucher è quella di Treviso con oltre 160 mila buoni lavoro.
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ISTAT: cos’è e a cosa serve
L’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) è un ente pubblico che si occupa di rilevazione e indagini statistiche in vari settori. Nasce nel 1926, con il nome di Istituto Centrale di Statistica, per raccogliere, gestire e organizzare informazioni nazionali.
Nel 1989 con Decreto Legislativo 6 settembre 1989, n. 322 assistiamo alla nascita del SISTAN (Sistema Statistico Nazionale) ente che accoglie al suo interno numerosi entipubblici. In quell’anno l’istituto prende i nome di ISTAT e subisce variazioni rispetto a compiti, attività e organizzazione. Questo importante Istituto, con sede a Roma, ha un’estensione capillare in tutto il territorio nazionale.
L’ISTAT, svolge diversi ruoli chiave a livello nazionale, tra cui: censimenti della popolazione, censimenti nell’area produttiva (industria, agricoltura, ecc.), indagini effettuate secondo campionamento sulle famiglie (stile di vita, consumi, lavoro, salute, tempo libero, ecc.), indagini economiche su larga scala (crisi economica, andamento mercato, ecc).
Lavoro Treviso: Provincia e settore agricolo insieme contro la crisi
Al fine di garantire occupazione ai lavoratori in mobilità, a quelli disoccupati oppure in cassa integrazione, a Treviso l’Amministrazione provinciale è scesa nuovamente in campo andando stavolta a stipulare un accordo con le Associazioni di categoria dell’agricoltura. L’obiettivo, attraverso l’utilizzo dello strumento dei voucher, è quello di andare a garantire lavoro occasionale accessorio ai lavoratori più in difficoltà sul territorio della Provincia di Treviso; questo perché, tra l’altro, quello attuale è un momento particolarmente propizio per l’assunzione di manodopera stagionale in agricoltura, ma è proprio il settore agricolo quello che meglio di altri, a partire dall’industria e passando per il commercio, sta riuscendo sul territorio a contenere gli effetti negativi di una crisi finanziaria ed economica che, purtroppo, è diventata anche occupazionale. E così la Provincia di Treviso ha annunciato d’aver messo a disposizione la propria banca dati di lavoratori in mobilità e di disoccupati affinché questi possano essere impegnati occasionalmente in campagna.
Erasmus per aspiranti imprenditori agricoli: ecco come partecipare
Si chiama “Eye“, ed è un progetto ideato e fortemente voluto dall’Unione Europea al fine di poter attivare, incentivare ed agevolare sul territorio europeo gli scambi culturali e soprattutto imprenditoriali tra chi ha già un’impresa di successo, e chi magari è da poco un imprenditore oppure vuole diventarlo. “Eye”, in accordo con quanto mette in risalto la CIA – Confederazione Italiana Agricoltori, non è altro che una sorta di “Erasmus” per giovani imprenditori che, per quel che riguarda nello specifico l’agricoltura, possono spostarsi dall’Italia verso un Paese europeo, e viceversa, al fine di acquisire un ulteriore bagaglio di conoscenze per quel che riguarda le tecniche ed i metodi di produzione e di commercializzazione dei prodotti agricoli.
Lavoro in agricoltura: 50 mila posti al Sud sono a rischio
A causa della manovra economica messa a punto dal Governo, il settore agricolo nelle campagne del Mezzogiorno rischia grosso visto che, secondo quanto riporta la Coldiretti, sono ben 50 mila i posti di lavoro a rischio a causa dell’inasprimento dei costi contributivi. In particolare, l’Organizzazione degli agricoltori fa presente come nella manovra non sia presente la stabilizzazione per quel che riguarda le agevolazioni contributive che, negli ultimi cinque anni e mezzo, hanno permesso alle aziende agricole operanti nelle zone svantaggiate, ed in quelle agricole montane, di poter andare avanti. Secondo la Coldiretti il mancato rinnovo delle agevolazioni sarebbe grave visto che in questo modo, a danno degli imprenditori onesti, scatterebbero fenomeni di concorrenza sleale e di occupazione in nero che chiaramente il nostro Paese non può più permettersi.
Lavoro nero: si combatte anche con i voucher
Il lavoro nero in Italia si combatte anche con i voucher, ovverosia con i cosiddetti buoni lavoro che permettono di regolarizzare le prestazioni di lavoro occasionale accessorio e, quindi, spingendosi nella direzione della lotta all’economia sommersa. E’ questa, in estrema sintesi, la posizione della Coldiretti dopo il rilascio, avvenuto nella giornata di martedì scorso, dei dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) relativi all’andamento dell’economia sommersa nel nostro Paese negli anni dal 2000 al 2008. L’Organizzazione degli agricoltori in merito ricorda come per la prima volta i voucher in Italia siano stati introdotti prima in forma sperimentale per la vendemmia nell’anno 2008, e poi sono stati estesi anche ad altri settori economici e categorie di lavoratori semplificando le procedure di regolarizzazione del lavoro occasionale accessorio che, specie in periodi come quelli estivi, è fondamentale per assorbire la domanda di manodopera stagionale in settori dell’economia come l’agricoltura ed il turismo.
Lavorare nei campi: opportunità estiva per centomila giovani
I giovani di età compresa tra i 18 ed i 27 anni, in concomitanza con la fine della scuola e delle lezioni all’università, possono decidere se godersi pienamente tutte le settimane di vacanza, oppure sfruttare in tutto o in parte il tempo libero per integrare con il lavoro stagionale il proprio reddito. Sono infatti ben 100 mila i posti di lavoro stagionale pronti per i giovani in agricoltura visto che proprio quando finisce la scuola iniziano nei campo le raccolte di frutta e verdura e poi a seguire anche la vendemmia. A metterlo in risalto è la Coldiretti, l’Organizzazione degli agricoltori che è la prima in Italia a livello datoriale per numero di aziende agricole che assumono di questi tempi manodopera stagionale. E così gli studenti in vacanza, ma anche i lavoratori disoccupati che in questo momento hanno difficoltà a reinserirsi nello stesso ambito lavorativo, possono portare a casa la paga raccogliendo le pesche, le ciliegie e le albicocche, ed a settembre partecipando attivamente alla vendemmia.
Lavoro stagionale: cos’è
Si intende per lavoro stagionale una occupazione che si svolge per un periodo specifico dell’anno. Solitamente la durata del lavoro stagionale, come indica lo stesso termine, si svolge per un breve o medio lasso di tempo ed essendo periodico può risultare una interessante opportunità per gli studenti. Senza alcun dubbio il periodo dell’anno che meglio si presta al lavoro stagionale è quello estivo che può essere di diverso tipo a seconda del territorio in cui ci si trova e delle opportunità (per lo più turistiche o agricole in Italia) che esso offre. Il periodo migliore per cercare un lavoro stagionale nell’ambito turistico sono i mesi che vanno da aprile a settembre per il mare, da giugno ad agosto e da dicembre a marzo per la montagna. Nel settore dell’agricoltura invece, la richiesta di lavoratori stagionali incrementa nel periodo autunnale per la vendemmia e la raccolta delle mele.