La CGIA di Mestre ha diffuso alcuni dati in merito alla situazione debitoria delle famiglie; in effetti, secondo l’associazione guidata da Giuseppe Bortolussi alla fine dell’anno scorso l’indebitamento medio delle famiglie italiane ha raggiunto la cifra record di 20.107 euro.
Camera di commercio
Diminuiscono i crediti per le imprese e aumentano gli acquisti di Bot
La CGIA di Mestre solleva un problema spinoso visto che, nonostante i 225 miliardi di euro ricevuto dalla banca centrale europea, le banche hanno deciso di ridurre il credito destinato alle famiglie di più di 1 miliardo di euro e di circa 7 miliardi alle imprese per concentrarsi sull’acquisto di titoli di Stato a lungo periodo; infatti, la quota di finanziamento destinato a questa attività è passata ai 98 miliardi di euro con un aumento del 44%.
Novità sulle iscrizioni delle imprese artigiane all’albo provinciale
L’Inps, il nostro maggiore istituto previdenziale e punto di riferimento della previdenza nel nostro Paese, ha pubblicato la circolare n. 80 dello scorso 8 giugno 2012 riguardante le competenze in carico alle regioni e la sua autonomia.
In effetti, anche se la nostra legislazione attribuisce alle regioni le competenze in fatto di artigianato, all’Inps rimane la sua autonomia per quanto riguarda le imposizioni dell’obbligo contributivo perché il nostro istituto svolge un ruolo di fondamentale importanza per via della tutela della posizione previdenziale di ogni prestatore di lavoro.
Le critiche della CGIA di Mestre sulla tassazione e il peso sul lavoro
In base alle analisi svolte dalla CGIA di Mestre lo Stato centrale fa il pieno delle tasse lasciando agli enti locali l’obbligo di tagliare le spese imponendo sacrifici ai propri cittadini.
In effetti, sempre secondo la CGIA di Mestre i Governi Berlusconi e Monti hanno imposto per l’anno in corso manovre correttive pari a 48,9 miliardi: 40,2 di nuove entrate e 8,7 di tagli alla spesa. Queste manovre comportano un maggiore introito nelle casse dello Stato centrale fino all’84,4% delle maggiori entrate, anche se, poi, in materia di tagli, invece, la situazione si “ribalterà” completamente.
Il lavoratore dipendente è il più tartassato d’Europa
Il peso delle tasse locali non sembra fermarsi tanto che ciascun italiano può vantare un carico fiscale di non meno di 1230 euro. Infatti, da uno studio della CGIA si apprende che i lombardi sono quelli più tartassati visto che possono vantare ben otto città tra le prime dieci italiane: al primo posto Varese con una pressione tributaria di 1,714 euro e 1.681 Lecco seguono poi Bergamo, Monza e Bologna, ma chiudono la graduatoria nazionale Caltanisetta, con 789 euro pro capite, Agrigento, con 767 euro e Lanusei con 671 euro.
Lo studio condotto dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre ha analizzato il “peso”, che ricade sui portafogli dei cittadini italiani, della pressione tributaria locale: l’indicatore è definito dalla sommatoria delle entrate tributarie versate da tutti i contribuenti al Comune, alla Provincia e alla Regione in rapporto alla popolazione residente.
Strategie del governo Monti per non aumentare il debito pubblico
La perplessità arriva dalla CGIA di Mestre; infatti, per l’associazione territoriale lo Stato non pagherebbe le imprese per non incidere sul debito pubblico visto che le imprese a seguito di forniture, servizi od opere pubbliche eseguite avanzano dallo Stato oltre 70 miliardi di euro, ovvero oltre 4 punti percentuali del Prodotto Interno Lordo, PIL.
I tecnici della Camera di Commercio di Mestre si riferiscono al manuale del SEC95 che definisce le regole contabili che valgono per tutti i Paesi dell’Unione Europea: i debiti commerciali verso le imprese private non devono essere contabilizzati nel bilancio pubblico. Gli effetti sulle casse pubbliche si fanno sentire solo nel momento in cui tali debiti vengono saldati, alimentando così il fabbisogno pubblico e peggiorando di conseguenza il rapporto tra debito e Pil.
Slitta al 30 giugno 2012 l’obbligo di comunicare la PEC delle società al registro imprese
Le società costituite prima del 29 novembre 2008 devono, se non hanno ancora provveduto, comunicare ed iscrivere il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC) al Registro Imprese (art. 16, c. 6 del DL 185/2008 convertito nella L. 2/2009). Il termine per il deposito di tale adempimento, precedentemente fissato al 29 novembre 2011, è stato prorogato al 30 giugno 2012 (art. 37 del DL n. 5/2012 in vigore dal 10/02/2012 – G.U. n. 33 del 09/02/2012). Ricordiamo che per la richiesta di iscrizione non si devono pagare diritti di segreteria o imposta di bollo.
Le imprese individuali e le altre imprese non costituite in forma societaria, non sono obbligate al deposito di questa comunicazione; nel caso in cui venga depositata, sono dovuti diritti di segreteria ed imposta di bollo.
Protocollo d’intesa con i consulenti del lavoro per le procedure ispettive
La Direzione Generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha sottoscritto, in data 15 febbraio 2012, con il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, un protocollo d’intesa al fine di semplificare la metodologia di intervento ispettiva in materia di documentazione richiesta, qualora quest’ultima sia già presente in banche dati a disposizione del Ministero del Lavoro.
In pratica, diversi documenti non saranno più richiesti dagli ispettori del lavoro durante le visite ispettive comprese le comunicazioni obbligatorie telematiche (ad eccezione dei lavoratori domestici), i prospetti informativi collocamento obbligatorio Legge n. 68/1999, le denunce Inail ex art. 12 DPR n. 1124/1965, l’attribuzione matricola INPS e le denunce aziendali e dichiarazioni trimestrali della mano d’opera occupati in agricoltura.
Con l’iPhone le imprese devono pagare il canone, discutibile iniziativa della RAI
Secondo la notizia diffusa dalla CGIA di Mestre la RAI starebbe chiedendo alle imprese, attraverso una lettera apposiatmente predisposta, il pagamento del canone speciale RAI dovuto dalla imprese, lavoratori autonomi, enti pubblici, enti pubblici non economici ed enti privati in base al Regio decreto del 1938 visto che l’articolo1 richiede che chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni, è obbligato al pagamento del canone di abbonamento.
La norma prevista dalla legge 246 del 1938 impone il pagamento a chiunque possieda apparecchi “atti o adattabili” alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive, al di fuori dell’ambito familiare, ovvero, sempre secondo la CGIA di Mestre, basta la presenza di un impianto aereo atto alla captazione o trasmissione di onde elettriche, di un dispositivo idoneo a sostituire l’impianto aereo o di linee interne per il funzionamento di apparecchi radioelettrici, fa presumere la detenzione o l’utenza di un apparecchio radioricevente.
Alla ricerca del posto fisso e le richieste delle imprese
Posto fisso o meno ma sta di fatto che le imprese sono alla ricerca disperata di figure professionali difficili da reperire; in effetti, nel corso del 2011, le imprese italiane si sono lamentate per la difficoltà di trovare sul mercato del lavoro 45.250 posti di lavoro per diversi motivi: dal numero ridotto di candidati che hanno risposto alle inserzioni (pari a circa il 47,6% del totale) fino all’impreparazione di chi si è presentato al colloquio di lavoro (pari al 52,4%).
Lavoratori sempre più in affanno, studio della CGIA di Mestre
I lavoratori italiani e le loro famiglie sono sempre più in affanno e la situazione peggiora ogni giorno; in effetti, dal mese di settembre 2008, anno di inizio della crisi, e fino a tutto lo stesso mese del 2011 si calcola che l’indebitamento medio delle famiglie italiane è aumentato del 36% e, in termi assoluti, si stima un importo medio di 20mila euro.
La notizia arriva dalla CGIA di Mestre che ha posto in evidenza la situazione per ogni regione italiana ponendo in risalto che le famiglie più in difficoltà si trovano nella provincia di Roma per un importo medio pari a 29.287 euro, mentre alla seconda posizione troviamo la provincia di Lodi seguita a ruota da Milano per un importo di 28,251 euro: il tutto per un indebitamento complessivo di 503 miliardi di euro.
I risparmi per le famiglie grazie alla liberalizzazione
Secondo i dati elaborati dalla CGIA di Mestre su base Istat le liberalizzazioni volute dal governo Monti incideranno per il 15% sulla spesa totale delle famiglie italiane: il calcolo è stato realizzato elencando le voci che saranno interessate dal provvedimento che il Governo presenterà nelle prossime ore. In effetti, a fronte di una spesa media annua complessiva pari a 29.520 euro, i beni e i servizi che saranno “liberalizzati” hanno un valore economico di poco inferiore ai 4.500 euro (precisamente 4.437 euro) pari, per l’appunto, al 15% della spesa totale.
Il governo Monti e la liberalizzazione della benzina
Che non sia la classica soluzione all’italiana, dal danno alla beffa: le liberalizzazioni “all’italiana” sono costate ai lavoratori italiano 110 miliardi di euro. In effetti, la CGIA di Mestre, dopo una ricerca in mercato, ha posto in risalto che l’apertura dei mercati delle assicurazioni sui mezzi di trasporto, dei carburanti, del gas, dei trasporti ferroviari ed urbani e dei servizi finanziari, in questi anni, non ha portato nessun vantaggio economico ai consumatori italiani.
I ritardi della pubblica amministrazione nei pagamenti
È arrivato uno studio della CGIA di Mestre che ha posto in evidenza le peggiori Asl; in effetti, secondo la graduatoria stilata dalla CGIA solo due Asl su 286, ovvero pari allo 0,7% del totale, risultano in regola con i parametri imposti dalla Direttiva europea perché pagano i propri fornitori entro 60 giorni. Secondo le osservazioni di Bortolussi le due Asl in regola sono quelle di Crema e Mondovì mentre la maglia nera spetta all’Azienda Sanitaria Locale Napoli 1 con 1.676 giorni di ritardo.