Per le famiglie lombarde la preoccupazione più stringente è rappresentata dal posto di lavoro. A rilevarlo sono due recenti indagini, dal titolo” Famiglie e fiducia Monza e Brianza, Lombardia, Italia” e “Famiglia e risparmio: la risposta italiana alla crisi. Monza, Lombardia e Italia”, che, in collaborazione con DigiCamere, sono state realizzate dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza. In particolare, le indagini rivelano come anche per l’anno in corso nel nostro Paese, in ragione di ben nove famiglie lombarde su dieci, l’economia italiana resterà ancora in stand-by. Come diretta conseguenza le famiglie residenti nella Regione Lombardia, nel rapporto di ben 4 su 5, si aspettano un aumento della disoccupazione con una percentuale più alta rispetto alla media nazionale che registra una percentuale del 67%. E sebbene la disoccupazione giovanile in Italia sia a livelli da record, sono proprio loro a confermarsi per il futuro più ottimisti in merito sia alla crescita economica dell’Italia, sia al miglioramento della situazione all’interno della propria famiglia.
Camera di commercio
Lavoro Milano: le imprese incrementano il personale
Torna con il segno più a Milano, su base annua, il termometro delle assunzioni da parte delle imprese. La Camera di Commercio di Milano, in accordo con un’indagine basata sui dati Ipsos aggiornati allo scorso mese di settembre, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, ha infatti rilevato nel milanese un aumento del 2% su base annua delle imprese che hanno aumentato il personale anche con contratti non precari, ovverosia a tempo indeterminato. Dallo scoppio della crisi, quindi, a Milano per la prima volta è migliorato anche l’indicatore sull’occupazione con incrementi sopra la media per le assunzioni nel settore dei servizi, per quelle imprese con sede a Milano e per quelle con un numero di dipendenti superiore a dieci. La ripresa delle assunzioni, pur tuttavia, continua a scontrarsi con criticità legate alla riscossione dei crediti, ma anche al calo degli ordini che ancora in media sono lontani dal riportarsi sui livelli pre-crisi.
Mettersi in proprio: tutto più facile a Milano
A seguito di un’alleanza tra la Camera di Commercio di Milano e la Regione Lombardia, a partire dal prossimo mese di marzo mettersi in proprio attraverso l’avvio di un’impresa sarà più facile grazie a nuove procedure che garantiranno una maggiore semplificazione. Questo perché le autorizzazioni per poter aprire un’impresa diventeranno telematiche dopo che la sola iscrizione alla Camera di Commercio di Milano si può effettuare già online dallo scorso mese di aprile 2010. Nel dettaglio, dal 29 marzo 2011 parte lo Sportello Unico Attività Produttive, il “Suap”, che metterà in rete tutti quei soggetti che devono fornire ad un’impresa le necessarie autorizzazioni per poter esercitare l’attività. I soggetti online, nello specifico, grazie ad una collaborazione con la Regione Lombardia, saranno le Asl, l’Arpa, i Comuni e tutte le altre Amministrazioni Pubbliche coinvolte.
Trovare lavoro a Milano: parte lo sportello Donne@work
Grazie ad un’iniziativa a cura della Camera di commercio di Milano, Associazione Primadonna, Comune di Milano, ManagerItalia ed Assintel, nel capoluogo lombardo parte “Donne@work”, lo sportello, a disposizione delle aziende che operano nel settore dell’Information and Communication Technology (ICT), dedicato all’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro femminile. Al riguardo la Camera di Commercio di Milano rende noto che sono già ben seicento i curricula disponibili online nell’apposita sezione “Donne@work” del portale www.mi.camcom.it. Il nuovo portale a disposizione delle imprese dell’ICT è ad accesso e fruizione gratuita sia in italiano, sia in lingua inglese; c’è una sezione dedicata alle donne che hanno competenze nel campo dell’Information and Communication Technology, affinché possa essere inserito il curriculum, ed una sezione per le imprese che, a loro volta, possono andare ad inserire le offerte di lavoro con le figure professionali richieste.
Contratti di lavoro: aumentano le assunzioni di nuovi precari
Nel 2010 in Italia, sul totale delle assunzioni, il 43% è rappresentato da lavoratori con un contratto flessibile, ovverosia da precario; trattasi, in accordo con quanto rilevato dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, di una percentuale in aumento nel 2010 rispetto al 41,4% dello scorso anno. Il rapporto, per ogni cinque assunzioni, vede la “nascita” di due lavoratori precari tra i cosiddetti “interinali” ed i co.co.pro., ovverosia gli assunti con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa a progetto. Il top di assunzioni precarie si registra in Lombardia con una percentuale pari a ben il 67,5% a fronte, su scala nazionale, di quasi 350 mila lavoratori che in Italia andranno ad incrementare a fine anno l’esercito dei “flessibili“. Ma qual è l’identikit del lavoratore precario in questa fase caratterizzata per l’economia italiana da una lenta e fragile uscita dalla crisi?
Lavorare come ambulante: idea di occupazione anticrisi
In Lombardia ci sono oltre mille giovanissimi che lavorano come venditori ambulanti. A rilevarlo è stata la Camera di Commercio di Monza e Brianza in accordo con un Rapporto, dal titolo “I consumi delle famiglie brianzole e lombarde”, realizzato prendendo a riferimento i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) e quelli aggiornati del registro delle imprese. L’ambulante nella Regione Lombardia è anche sempre di più donna nel rapporto oramai di uno su cinque; il tutto a fronte, comunque, di un lavoro che vede svettare gli stranieri con il 40,5% di questi che sono infatti titolari con nazionalità diversa da quella italiana; la maggioranza di questi, nella Regione Lombardia, è nata in Marocco (15,7%), con a ruota quelli del Senegal (7%) e Cina (4,9%). Nel complesso gli ambulanti, in base al Rapporto della Camera di Commercio di Monza e Brianza, sono cresciuti negli ultimi 12 mesi dell’1,5% su scala nazionale a fronte di un aumento degli acquirenti di 200 mila unità a causa della crisi. Anche i lombardi, infatti, puntano sempre di più sui mercatini piuttosto che sui negozi e chiaramente ancor di più in vista del Natale 2010.
Lavorare a Milano nel turismo d’affari
Quella di Milano è in Italia una città molto “attraente” per quel che riguarda il turismo congressuale sia in termini di fatturato generato annualmente da questo segmento turistico, sia per numero di posti di lavoro che è in grado di garantire. A Milano, infatti, sono ben 86 mila i lavoratori occupati in mansioni ed imprese legate al turismo congressuale grazie a 3,5 milioni di visitatori ogni anno che spendono una media giornaliera di quasi 370 euro, e che mediamente si fermano nel capoluogo lombardo per due giorni. Questo è quanto, in particolare, ha rilevato la Camera di Commercio di Milano attraverso un’elaborazione effettuata prendendo a riferimento sia i dati aggiornati che provengono dall’Economist Intelligence Unit – Economist, sia quelli del registro delle imprese. Dai dati, quindi, emerge inoltre come a Milano si venga a creare un posto di lavoro nel settore per ogni 41 turisti congressuali che arrivano in città per affari.
Lavoro e tempo libero: ecco come vivono gli italiani
A Milano si fa tanto volontariato a fronte di pasti veloci, mentre i romani dedicano in media più tempo allo sport e passano più tempo in ufficio; a Napoli invece da un lato si dorme meglio e dall’altro si guarda meno televisione. E’ questa, in estrema sintesi, la fotografia su lavoro, occupazione e tempo libero scattata dalla Camera di Commercio di Milano in base ad un sondaggio che, effettuato quest’anno con il metodo C.A.T.I. attraverso Digicamere, ha coinvolto un campione di 600 persone delle città di Roma, Milano e Napoli. In media la giornata degli italiani è caratterizzata da sei ore per dormire, 20 minuti al giorno in media per lo sport, ed un’ora e dieci minuti per mangiare. Nel dettaglio, i milanesi puntano di più sul fast food con la conseguenza che per mangiare, rispetto ad un’ora e dieci minuti di media, spendono al giorno meno di un’ora del loro tempo; i tempi da dedicare all’alimentazione non sono tra l’altro più quelli di una volta se si considera che solo uno su quattro, in Italia, Paese della dieta mediterranea, rimane a tavola per un tempo superiore alle due ore.
Lavoro e malattia: telefonino e computer, attenzione allo stress
Mal di schiena, dolori e problemi alle mani, mal di testa, nonché problemi agli occhi ed alla vista. Sono questi i disturbi più comuni di chi lavora in ufficio e passa buona parte della giornata tra l’utilizzo del personal computer e l’uso del telefonino. Al riguardo la Camera di Commercio di Milano ha effettuato un’indagine sia prendendo a riferimento i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), sia quelli del registro delle imprese unitamente alle riposte fornite da un campione di oltre cinquecento imprenditori milanesi. Ebbene, dall’indagine è emerso come siano ben 390 mila i lavoratori milanesi che, a seguito di disturbi legati allo stress da lavoro, passano dall’ufficio al medico. Come sopra accennato, è tutta colpa dell’utilizzo tanto del telefonino quanto del computer con una media di utilizzo per i lavoratori milanesi pari ad oltre 5 ore al giorno.
Lavorare a Milano: quadro in chiaroscuro per l’occupazione
Qual è a Milano il quadro occupazionale, unitamente alle aspettative ed alla fiducia degli imprenditori per il futuro? Ebbene, a scattare in merito una fotografia è stata la Camera di Commercio di Milano che, avvalendosi del proprio Ufficio Studi, ha predisposto un Rapporto trimestrale aggiornato sull’economia milanese, da cui è emerso come su base annua, a cavallo tra lo scorso mese di ottobre ed il corrente mese di novembre, l’occupazione a Milano sia scesa dell’1,2%; il tutto però a fronte di un netto calo, pari al 9,9%, del ricorso alla cassa integrazione. Per l’economia, comunque, si registrano lievi miglioramenti se si considera che, invece, su base trimestrale l’occupazione è rimasta stabile, e che a fronte di un moderato aumento della produzione industriale c’è un miglioramento delle aspettative per il futuro.
Lavorare a Milano: ecco come le aziende assumono
Quali sono a Milano e Provincia i canali utilizzati dalle imprese per assumere nuovo personale? Ebbene, in ben quattro casi su dieci l’azienda fa ricorso alla “raccomandazione“, ovverosia all’acquisizione di segnalazioni, anche attraverso le conoscenze personali, di potenziali candidati al posto di lavoro. Questo è quanto ha rilevato la Camera di Commercio di Milano in accordo con un’elaborazione effettuata dall’Ente camerale prendendo a riferimento i dati del sistema Excelsior, ed avvalendosi del coordinamento e del sostegno da parte dell’UE, Ministero del Lavoro ed Unioncamere. Nonostante la percentuale del 40% di assunzioni attraverso segnalazioni e conoscenze personali sembri alta, su tutto il territorio lombardo questa comunque cresce al 44,4%, mentre addirittura a livello nazionale si sale al 49,7%.
Lavoro e crisi: quando un imprenditore guadagna meno di un precario
Nel nostro Paese non ci sono solamente i lavoratori dipendenti e quelli parasubordinati appartenenti alla “generazione 1000 euro”, ma ci sono anche parecchie decine di migliaia di piccoli imprenditori che guadagnano meno di un precario. A rilevarlo è stata la Camera di Commercio di Monza e Brianza in base ad un Rapporto del proprio Ufficio Studi prendendo a riferimento i dati del Registro delle Imprese. Ma quanti sono in Italia gli imprenditori che guadagnano meno di un precario? Ebbene, la Camera di Commercio di Monza e Brianza ha rilevato che questi sono il 2% del totale, corrispondenti a 128 mila imprenditori che hanno un giro d’affari medio pari ad appena mille euro circa. E se a Monza e Brianza gli imprenditori “a 1.000 euro” sono 1.250, a livello regionale la Lombardia svetta in Italia con 17.770 imprese con un giro d’affari confrontabile con il reddito annuo di un lavoro precario; ma ce ne sono tante imprese di questo tipo, ben 17.255, nella Regione Lazio, mentre con 12.426 la Campania si attesta sul gradino più basso del podio.
Lavoro di padre in figlio: Bando-premio al ricambio generazionale
Fare impresa creando una realtà di successo, in grado di potersi affermare sul mercato, di certo non è facile; ma non è facile allo stesso modo valorizzare e proseguire il lavoro del padre nell’ottica di un ricambio generazionale che renda l’impresa longeva. Per questo, a livello nazionale, la Camera di Commercio di Milano, assieme a quella di Monza e Brianza ed Iperion Corporate Finance, promuovono “Di padre in figlio – il gusto di fare impresa“, il Bando-premio che, giunto alla sua terza edizione, consiste in un’onorificenza per le capacità professionali ed imprenditoriali di chi con dedizione ha saputo prendere in mano l’impresa del padre garantendone la continuità. La premiazione avverrà entro il prossimo mese di dicembre, mentre per le domande da presentare c’è tempo fino e non oltre la giornata di venerdì prossimo, 29 ottobre 2010, attraverso una scheda di adesione che si può scaricare direttamente dal sito Internet www.iperionfinance.it.
Padova: corso gratuito commercio estero
La Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Padova sta realizzando un interessante corso sul Commercio Estero rivolto a 40 giovani residenti nel comune di Padova. Il corso proposto intende formare figure professionali che sappiano inserirsi efficacemente nel mercato del lavoro.
Nello specifico, attraverso un percorso teorico-pratico, il corso intende offrire la possibilità di sviluppare competenze spendibili nel mondo del lavoro. In tal senso il percorso prevede una parte iniziale comprendente una formazione base su aspetti quali fiscalità internazionale, marketing, normativa doganale, ecc. e due moduli specifici che si riferiscono rispettivamente alle aree: modulo dedicato alla vendita estera e aspetti contabili e amministratvi della gestione aziendale.