La Corte di Cassazione, con la sentenza 536 del 10 gennaio scorso, ha stabilito che il datore di lavoro è responsabile dell’infortunio se non adotta adeguate misure di sicurezza e prevenzione o non ne verifica l’effettivo utilizzo da parte del dipendente, in particolare se il lavoratore è giovanissimo o inesperto e soprattutto apprendista, anche perché per questa categoria sono in vigore obblighi di formazione e addestramento.
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Pensioni di invalidità: sospese le modifiche INPS
L’INPS ha rettificato le modifiche apportate ai requisiti per l’accesso alle pensioni di invalidità, introdotte con la circolare che comunicava nuovi criteri e più rigorose condizioni di accesso alle pensioni di invalidità e anzianità, con particolare riferimento ai limiti reddituali per la liquidazione delle pensioni di inabilità civili. (Messaggio INPS n. 717)
Riforma Articolo 18: licenziamento illegittimo ma senza reintegro
Il Tribunale di Milano ha già applicato le modifiche dell’articolo 18 previsto dalla Riforma del Lavoro: in caso di licenziamento illegittimo, al lavoratore spetta un risarcimento economico ma non il reintegro nel posto di lavoro. La Cassazione, invece, con una sentenza boccia la violazione del principio di buona fede.
Congedo parenterale facoltativo, obbligatoria la comunicazione
La lavoratrice neomamma ha l’obbligo di comunicare al datore di lavoro l’intenzione di utilizzare il congedo maternità facoltativo, pena il licenziamento per giusta causa.
Indennità sostituiva per ferie non godute, precisazioni
Il lavoratore che non fruisce delle ferie ha diritto all’indennità sostitutiva, anche se il datore di lavoro non è responsabile delle ferie non godute.
Esenzione Iva per prestito dipendenti senza scopo di lucro
In caso di prestito di un dipendente, è possibile l’esenzione Iva solo se il distaccante e il distaccatario non ne ricavano un vantaggio economico.
Demansionamento: danno all’immagine
Quando il datore di lavoro adibisce il lavoratore a mansioni inferiori, rispetto a quelle indicate nel contratto di assunzione, gli provoca un danno sia di natura economica sia di natura morale e professionale.
Tale comportamento consiste nella c.d. dequalificazione professionale o demansionamento.
In questi casi, il datore di lavoro ha l’obbligo del risarcimento del danno.
Assunzioni obbligatorie: quando il datore può rifiutarsi
La corte di cassazione con sentenza n. 7007 del 25 marzo 2011, ha stabilito che “in tema di assunzioni obbligatorie, il datore di lavoro può legittimamente rifiutare due tipologie di assunzioni:
sia l’assunzione di un lavoratore con qualifica che risulti, in base all’atto di avviamento, diversa;
sia di un lavoratore con qualifica “simile” a quella richiesta, in mancanza di un suo previo addestramento o tirocinio da svolgere secondo le modalità previste dall’art. 12 della stessa legge n. 68 del 1999″.