In arrivo il nuovo contratto Fiat

È stata siglata nei giorni scorsi la nuova intesa siglata tra la Fiat ed i sindacati Fim, Uilm, Fismic e Ugl. Il nuovo contratto si applica a tutti i lavoratori del gruppo Fiat, ovvero circa 86mila dipendenti, dall’inizio del prossimo anno.

Il nuovo contratto tocca diversi punti, dalle questioni economiche fino ad arrivare a quelle tipicamente normative. Si prevede, ad esempio, l’introduzione di un premio di risultato di 600 euro, di uno scatto ulteriore di anzianità per tutti gli addetti, un aumento reale della paga base, l’incremento retributivo sullo straordinario, la riconferma dei due livelli di contrattazione e un nuovo inquadramento professionale.

Non solo, il nuovo accordo interviene anche sulla disciplina delle rappresentanze aziendali con la conferma del sistema delle Rsa attraverso il voto proporzionale ed il metodo elettivo insieme ad una nuova formulazione della disciplina delle malattie allo scopo di aumentare il controllo e inserire nuove utili a dissuadere i malati e contrastare l’assenteismo.

Manovra Monti, dal sindacato proposte correttive

I sindacati non ci stanno e bollano la manovra finanziaria del governo Monti come iniqua e che mira solamente a fare cassa sulle pensioni e che si propone a presentare il conto ai soliti noti, ossia lavoratori, pensionati e ceti medi.

In realtà, le tre organizzazioni sindacali sono ancora più dure e precise: la manovra punta al blocco delle rivalutazioni delle pensioni, su un aumento considerevole della tassazione sulla prima casa, la solita presenza dell’addizionale regionale Irpef, dell’Iva e delle accise sui carburanti.

Lavoro precario, solo il 18% delle assunzioni è a tempo indeterminato

Il 18% delle nuove assunzioni sono a tempo indeterminato. La restante quota – che come intuibile costituisce altresì la stragrande maggioranza – è invece relativa ad altre forme contrattuali maggiormente precarie. Una fotografia, quella scattata dal Dipartimento Politiche Attive del Lavoro della Cigl, piuttosto emblematica, dove a regnare sono i contratti di lavoro che non permettono una rapida stabilizzazione del neo-lavoratore, con tutto ciò che ne può conseguire in termini di influenza sulla propria vita personale e finanziaria.

Un dato, inoltre, che va a integrarsi in maniera piuttosto netta con l’altra fotografia scattata da Italia Oggi (e documentata sul nostro sito appena poche ore fa), nella quale si evidenzia come nel nostro Paese esistano ben 46 differenti forme contrattuali tra rapporti di lavoro dipendente e subordinato, rapporti di lavoro parasubordinati, rapporti di lavoro “speciali”, e rapporti di lavoro autonomi (con o senza partita IVA).

Pensioni, Fornero firma il decreto dei lavoratori in mobilità

La CGIL esprime soddisfazione per la decisione di Elsa Fornero, ministro del lavoro del governo Monti, di aver firmato il decreto di proroga del sostegno al reddito per quei lavoratori esclusi dal tetto di 10.000 unità salvaguardate dalle finestre mobili.

In effetti, come sembra noto, la legge 122/2010 ha modificato la disciplina sulla decorrenza delle  pensioni, stabilendo tuttavia al comma 5 che le disposizioni in materia di decorrenza dei trattamenti pensionistici previgenti continuano ad applicarsi, nei limiti del numero di 10.000 lavoratori beneficiari,  ancorché maturino i requisiti per l’accesso al pensionamento a decorrere dal 1° gennaio 2011.

Governo Monti, dal sindacato critiche alla riforma sulle pensioni

Per il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni così come il segretario generale della CGIL, è arrivato il momento del confronto perché i lavoratori non possono pagare di nuovo il costo della manovra economica; in effetti, il segretario generale della Cisl commenta le indiscrezioni di stampa sulle misure allo studio del Governo in materia previdenziale all’interno di una manovra che per il prossimo anno dovrebbe valere circa 20 miliardi

Basta con queste notizie sulle pensioni. E’ arrivato il momento di un confronto trasparente e pubblico sul tema, perche’ non possiamo lasciare ai media le ipotesi e le interpretazioni su quello che accadrà in materia di previdenza, suscitando preoccupazione e sconcerto tra i lavoratori con la fuoriuscita anticipata dal mercato del lavoro

Fiat e Fiom, di nuovo ai ferri corti

 Non c’è pace tra la FIAT e la CGIL, in particolare per la Fiom; in effetti, la casa torinese ha deciso di azzerare qualsiasi accordo sindacale con l’obiettivo di ridiscutere le relazioni sindacali da una posizione di forza.  Per il segretario confederale generale della CGIL, Susanna Camusso, questo è il nuovo accorgimento della società piemontese per ridefinire i rapporti sindacali e si sottrarsi al tema delle politiche industriali visto che la società si era impegnata, in passato, a investire in Italia e al potenziamento delle sue politiche di sviluppo. La disdetta della Fiat ha decorrenza dal 1 gennaio 2012 e getta benzina sulle immediate nuove relazioni tra il sindacato e il ministero del lavoro guidato dal Elsa Fornero. La disdetta Fiat Group Automobiles ha validità anche per tutte le prassi collettive in atto in tutte le sue fabbriche italiane.

Dal Governo Monti il contributivo per tutti

Al momento non esiste ancora una proposta ufficiale ma semplici indicazioni che il ministro Fornero ha da sempre espresso. In effetti, ciò che si prospetta è un sistema contributivo per tutti secondo il meccanismo denominato pro-rata, ovvero d’ora in poi, con la graduale eliminazione delle pensioni di anzianità.

Nel dibattito è anche intervenuto il presidente del  nostro maggiore istituto previdenziale che, a proposito, ha voluto far sentire anche la sua posizione visto che in futuro dovrà anche prendere quota la centrale previdenziale italiana, o super-inps, come elemento di aggregazione del sistema previdenziale italiano così come pare si sia espresso il nostro premier Mario Monti.

La prescrizione dei ratei arretrati di pensione

 La recente manovra finanziaria ha introdotto diverse novità modificando l’articolo 47 del D.P.R. n. 639/1970; in effetti, il nuovo testo detta diverse disposizioni in fatto di prescrizione introducendo il termine dei cinque anni.

Infatti, ora con l’articolo 47 bis si prescrivono in cinque anni i ratei arretrati, ancorchè non liquidati e dovuti a seguito di una pronuncia giudiziale dichiarativa del relativo diritto, dei trattamenti pensionistici nonché delle prestazioni della gestione di cui all’articolo 24 della legge 9 marzo 1989, n. 88 o delle relative differenze dovute a seguito di riliquidazioni.

Inps, in calo le ore di cassa integrazione

L’Inps ha fatto sapere che è del 43.4% l’ammontare delle ore di cassa integrazione effettivamente utilizzate in rapporto al numero delle ore autorizzate nei primi 7 mesi del 2011: è il cosiddetto tiraggio della cassa integrazione, ovvero il rapporto tra le ore utilizzate e quelle autorizzate. Il valore, sempre secondo l’Inps, conferma, con i dati di luglio 2011, l’andamento registrato nel corso dell’anno.

La richiesta maggiore è sul versante della cassa integrazione ordinaria (49,4%), mentre l’utilizzo reale delle ore autorizzate per la cassa integrazione straordinaria e in deroga è pari al 41,6%.

CGIL, non perdere i giovani con scuola, formazione e lavoro

La CGIL, durante il convegno “Sapere per contare” tenuto a Milano lo scorso 12 ottobre, ha promosso un’iniziativa volta a potenziare l’apprendimento permanente concretizzando il suo impegno in dieci proposte che saranno presentate a Governo, Regioni, Enti Locali e datori di lavoro.

Una delle proposte punta sul mondo giovanile per mezzo di un nuovo sistema che ne garantisca l’inserimento lavorativo e sociale.

CGIL, le donne percepiscono meno di mille euro al mese

Il sindacato di categoria dei pensionati della CGIL ha posto in evidenza un dato non da sottovalutare, ovvero più di 9 milioni di pensionati donne percepiscono non più di mille euro al mese. Proprio in questi giorni si sta discutendo del problema delle pensioni in occasione dell’ottava Assemblea delle donne del sindacato pensionati della CGIL e la SPI non può non tenere conto di questo dato allarmante che pone ancora una volta in evidenza una pesante discriminazione di genere.

In effetti, i dati mettono in luce che una donna pensionata percepisce meno di mille euro contro un assegno pensionistico degli uomini è di circa 1300 euro. Non solo, i dati della federazione SPI mettono in luce un’altra discriminazione: mentre la pensione media è di circa 961 euro al mese non si deve trascurare anche che 2.480.000 donne non superano quota 358 euro, 2.800.000 arrivano ad un massimo di 721 euro e 2 milioni a 792 euro.

L’8 ottobre la CGIL ferma la scuola

La CGIL ha così deciso di scendere di nuovo in piazza coinvolgendo direttamente i lavoratori del mondo della scuola e quella della pubblica amministrazione manifestando il proprio dissenso verso una politica che non tiene conto dei lavoratori ma, anzi, tende a contrapporre i lavoratori del settore pubblico e quello del segmento privato.

La CGIL ricorda che il futuro del Paese risiede nei servizi pubblici di qualità: dalla scuola, all’università, alla ricerca, alla sanità, alla sicurezza, ai trasporti. Per i promotori dell’iniziativa il governo continua ad accanirsi contro il lavoro pubblico, contro le pubbliche amministrazioni, contro il sistema della conoscenza e i servizi pubblici.

Sindacato, è in vigore l’intesa del 28 giugno 2011

Le organizzazioni sindacali, insieme a Confindustria, hanno firmato, in modo definitivo lo scorso 21 settembre, l’intesa applicativa del recente accordo interconfederale del 28 giugno 2011: la notizia è stata comunicata dal sindacato attraverso un comunicato stampa. In particolare, il segretario generale della CGIL, Susanna Camusso, ha voluto ribadire la posizione del sindacato su questa importante materia

Abbiamo ribadito che la contrattazione è materia dell’autonomia delle parti e non del governo. Si tratta dell’impegno formale all’applicazione dell’accordo del 28 giugno”, dopo il quale la CGIL intende comunque andare avanti per arrivare alla cancellazione dell’articolo 8 della manovra che consente le deroghe dei contratti aziendali e territoriali ai contratti nazionali ed alle leggi in materia di lavoro. Le iniziative giuridico-legali non sono affatto concluse, la settimana prossima convocheremo il direttivo e decideremo come fare la consultazione. La cancellazione dell’articolo 8 è un obiettivo fondamentale. L’ipotesi su cui ci stiamo muovendo è quella del ricorso alla Corte Costituzionale

Scuola, la difficile situazione degli Istituti Tecnici Superiori

La riforma della scuola ha, di certo, creato incertezze e situazioni limite tanto che da più parti si chiede un intervento. Non manca nemmeno la richiesta e definire, in modo compiuto, i percorsi e le attività degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) previsti dal DPCM del 25 gennaio 2008 per uno scenario che ha subito delle modifiche non indifferenti.

Ricordiamo che gli Istituti Tecnici Superiori sono stati introdotti nel nostro ordinamento dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 gennaio 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 86 dell’11 aprile 2008, emanato in attuazione della legge 296/2006 e rappresentano, a detta della bozza sulle linee di orientamento dello scorso 19 luglio 2011, le chiavi del nuovo sistema di istruzione tecnica superiore. Nella bozza, il Ministero ricorda che questi Istituti possono costituirsi in base ai piani territoriali di offerta formativa delle regioni collegando istituzioni pubbliche e soggetti privati interessati al loro obiettivo.