In linea con quanto preannunciato nelle scorse settimane dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, da oggi, mercoledì 1 giugno 2011, per l’iscrizione alla cosiddetta Gestione Separata gli unici canali attivi sono quelli relativi al telefono e Web. A ribadirlo con una nota ufficiale è stato proprio l’Inps nel precisare come questa novità rientri nell’ambito del potenziamento dei servizi telematici per la presentazione delle principali domande per l’accesso sia ai servizi, sia alle prestazioni assistenziali e previdenziali a favore del cittadino. E così, via Internet, la domanda per l’iscrizione alla Gestione Separata si presenta collegandosi al sito Internet www.inps.it con il codice PIN oppure con la cosiddetta “CNS”, la Carta Nazionale dei Servizi. Per venire incontro agli utenti che sono ancora sprovvisti di codice PIN, fino e non oltre il 30 settembre del 2011 è possibile inserire online il codice fiscale al posto del codice identificativo personale; dopodiché il Contact Center provvederà successivamente ad effettuare le dovute verifiche.
collaborazione occasionale
Lavoro e contributi previdenziali: incassi Inps aumentano
Anche nei primi quattro mesi del corrente anno gli incassi da contributi dell’Inps, Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, sono in aumento. Al riguardo l’Istituto ha reso noto che nel primo quadrimestre del 2011 c’è stata una crescita del 3,9% dei pagamenti ordinari di contributi, a 41,2 miliardi di euro, rispetto al periodo gennaio-aprile del 2010. Il dato supera tra l’altro dell’1,9% anche il target preventivato dall’Inps a fronte di una riscossione complessiva che nei primi quattro mesi del 2011 va a sfiorare la soglia dei 43 miliardi di euro se si considerano anche i recuperi dell’Istituto da crediti previdenziali. Entrando maggiormente nel dettaglio, nei primi quattro mesi del 2011 sono aumentate del 4,6% le riscossioni di contributi previdenziali Inps per quel che riguarda il lavoro dipendente, mentre quelli per il lavoro parasubordinato sono aumentati del 3,7% sempre anno su anno.
Lavoro Natale 2010: a Milano voucher per i giovani
Sono andati a ruba nel Comune di Milano i buoni lavoro, ovverosia i voucher, per il lavoro occasionale accessorio svolto dai giovani nel periodo natalizio. A darne notizia è stato il Comune di Milano nel precisare che, grazie ad uno stanziamento pari a 65 mila euro, sono stati 68 complessivamente i ragazzi che hanno potuto fruire dello strumento dei voucher. Quella dei buoni lavoro, da parte dell’Amministrazione comunale, è un’iniziativa nata nell’estate del 2009 con l’obiettivo sia di sostenere i commercianti, sia di incentivare i giovani a lavorare nel pieno della legalità. Il buono lavoro, infatti, per ogni 10 euro lordi di paga copre sia i contributi previdenziali, sia l’assicurazione Inail a fronte di un netto a favore del lavoratore occasionale pari a 7,5 euro. Possono lavorare con i voucher, nei periodi di vacanza, i giovani aventi un’età tra i 16 ed i 25 anni; e visto il successo ottenuto, Giovanni Terzi, Assessore alle Attività produttive ed alle Politiche del Lavoro del Comune di Milano, ha fatto presente come l’Amministrazione stia verificando la possibilità di stanziare nuove risorse per fornire opportunità di lavoro ai giovani e sostegno alle imprese.
Lavoro precario: giovani stufi tra co.co.pro. e tempo determinato
Nel nostro Paese i giovani sono oramai stanchi di lavorare con contratti a tempo determinato, visto che le imprese, nonostante le capacità del lavoratore, puntano sempre di più sul contenimento dei costi occupazionali. Con la conseguenza che a scadenza di contratto stringono la mano al lavoratore che si ritrova a fare una gavetta, questa sì, a tempo indeterminato! L’insoddisfazione dei giovani emerge anche dalle pagine di “Gazzetta Del Lavoro” su Facebook visto che si fa tanto per attirare l’attenzione delle imprese con curriculum ricchi di esperienze lavorative e con una carriera universitaria brillante cui spesso si aggiunge anche un master. Ma ci sono anche tanti giovani che hanno compreso come lo scenario rispetto agli anni ’80, quelli dei posti fissi in banca, sia drasticamente cambiato a loro sfavore, ragion per cui da un lato non si smette di cercare il lavoro per cui magari ci si è diplomati/laureati, ma dall’altro si accettano anche lavori che non piacciono perché, scrivono i nostri lettori su Facebook “la vita è fatta così“.
Lavori stagionali con i voucher per gli studenti universitari
Ai lavori stagionali con i voucher, con la formula, quindi, della prestazione di lavoro occasionale accessorio, possono accedere anche gli studenti universitari? Ebbene, a seguito di una richiesta al riguardo postaci da un nostro lettore su Facebook, la risposta è affermativa fermo restando il rispetto di alcuni requisiti, a partire dall’età che deve essere inferiore ai 25 anni. Lo studente deve essere iscritto regolarmente ad un corso di laurea, ma può comunque lavorare con i voucher solo in ben determinati periodi dell’anno, ovverosia in quei giorni in corrispondenza dei quali non c’è di norma sovrapposizione con le attività d’Ateneo. Nel dettaglio, gli studenti universitari possono effettuare i cosiddetti “lavoretti saltuari“, in tutti i periodi dell’anno, solo il sabato e la domenica, ed in tre periodi dell’anno che sono quelli relativi alle vacanze natalizie, vacanze pasquali e vacanze estive.
Comune di Milano: voucher agli studenti per ingresso nel mondo del lavoro
Nel Comune di Milano parte, per il secondo anno consecutivo, la sperimentazione dei buoni lavoro, i cosiddetti voucher, a favore dei giovani studenti milanesi che, all’insegna della legalità, possono così iniziare a fare le loro prime esperienze occupazionali. A darne notizia è stata l’Amministrazione comunale nel sottolineare come lo stanziamento per quest’anno, attraverso la formula del cofinanziamento, ammonti a 100 mila euro a favore dei giovani che, aventi un’età compresa tra i 16 ed i 25 anni non compiuti siano regolarmente iscritti all’università o presso qualsiasi altro istituto scolastico di ogni ordine e grado. La formula di funzionamento è quella classica dei voucher, ovverosia con il datore di lavoro che acquista i buoni lavoro e poi li cede ai giovani che hanno prestato l’attività di lavoro occasionale ed accessorio in funzione del numero di ore.
Voucher: sei su dieci vengono utilizzati in agricoltura
Una bella fetta di voucher, detti anche buoni lavoro, viene utilizzata in prevalenza nel settore agricolo, ovverosia in quel comparto dove la sperimentazione di tale strumento è partita nel 2008 proprio nei campi, ed in particolare per la vendemmia, per poi estenderne l’utilizzo anche ad altri settori dell’economia. A mettere in risalto questo dato è la Coldiretti, la quale ha precisato che il 58% del totale dei buoni lavoro venduti è stato utilizzato nel settore agricolo ed in prevalenza nelle Regioni Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte. D’altronde i voucher si prestano bene all’utilizzo in agricoltura per il semplice fatto che ci sono mesi dell’anno in cui le imprese agricole hanno bisogno di tanta manodopera stagionale e quindi lo strumento dei buoni lavoro rappresenta un’opportunità sia per il datore di lavoro, che può acquisire prestazioni saltuarie perfettamente in regola, sia per il lavoratore specie se questo appartiene alle fasce più deboli della popolazione.
Buoni lavoro: forti richieste in Veneto ed Emilia Romagna
In base ai dati aggiornati allo scorso mese di febbraio, è il Veneto la Regione italiana dove c’è stato l’utilizzo più massiccio dei buoni lavoro, detti anche voucher. A darne notizia è l’Inps nel precisare che il Veneto svetta con quasi 800 mila buoni lavoro venduti, mentre al secondo posto c’è l’Emilia-Romagna con 490 mila, e poi la Lombardia ed il Piemonte con 400 mila ciascuno. A partire dall’agosto del 2008, su tutto il territorio italiano sono stati venduti ben 4,1 milioni di buoni lavoro equivalenti al taglio minimo, ovverosia quelli da 10 euro; la vendita è avvenuta e sarà tale anche in futuro attraverso due canali: i datori di lavoro, infatti, possono acquistare i buoni lavoro in forma telematica attraverso il sito Internet dell’Inps, oppure possono ritirare presso gli uffici fisici dell’Istituto i buoni lavoro in forma cartacea dopo aver però saldato il corrispettivo a mezzo bollettino presso gli uffici di Poste Italiane.
I contratti di lavoro: quali sono?
C’era una volta il tanto desiderato posto fisso. Nel 2009 la possibilità di un posto fisso e magari anche a tempo indeterminato è sempre più un’utopia. Proprio per questo sta nascendo un nuovo esercito di lavoratori che oltre ad essere precari devono essere anche flessibili ed adattarsi alle mutevole condizioni di lavoro che il mercato propone.
Esistono diversi tipi di contratto che possono variare sia a seconda dell’ambito di lavoro, sia a seconda delle esigenze (dell’azienda ma anche del lavoratore).
Vediamo insieme le varie tipologie.
– Il contratto a progetto. Introdotto dalla Riforma Biagi per cercare di ovviare in parte al lavoro in nero ed anche ai vari tipi di collaborazione (i famosi CO.CO.CO) che spesso si rivelati essere dei veri e propri contratti di lavoro dipendente. Chi lavora con contratto a progetto viene considerato come un lavoratore autonomo: la sua attività si può infatti ricondurre alla realizzazione di un progetto (oppure a parte di esso). Attività che il lavoratore deve poter svolgere in maniera del tutto autonoma. Durante un’eventuale gravidanza, una malattia oppure un infortunio il rapporto di lavoro si sospende. In caso di gravidanza il rapporto di lavoro viene prorogato per 180 giorni. Il contratto a progetto deve essere redatto in forma scritta. Siamo sicuri che i CO.CO.CO siano realmente scomparsi?