Al fine di proseguire sulla strada della sperimentazione delle assunzioni attraverso la stipula di contratti di apprendistato professionalizzante, nella Regione Abruzzo sono pronte risorse pari a ben 2,6 milioni di euro grazie alle quali potranno essere erogati, con la formula del voucher, ben 2.500 contributi a favore di altrettanti lavoratori assunti con tale forma contrattuale. A darne notizia nella giornata di ieri è stata la Regione Abruzzo dopo che la Giunta, su proposta formulata e presentata da Paolo Gatti, Assessore al Lavoro e alla Formazione, ha approvato la relativa delibera per lo stanziamento delle risorse. Trattasi, nello specifico, di una delibera che è in linea con quanto previsto da un apposito accordo quadro che è stato siglato con le parti sociali al fine di fornire un sostegno concreto ai lavoratori ed alle imprese che assumono persone con il contratto di apprendistato professionalizzante, ma che al loro interno non posseggono capacità formativa e quindi c’è bisogno di avvalersi di organismi formativi accreditati.
crisi economica
Regione Toscana: aiuti ai lavoratori apprendisti licenziati
Al fine di fronteggiare l’emergenza occupazionale, nella Regione Toscana l’Amministrazione, a seguito di un accordo che è stato raggiunto con le parti sociali, ha annunciato la messa a punto di misure a sostegno del reddito a favore dei lavoratori apprendisti che sono stati licenziati. L’intervento, in particolare, è a favore di quei lavoratori apprendisti che da un lato hanno perso il posto, e dall’altro non possono più accedere alla cassa integrazione in deroga; per questi lavoratori toscani arriva così a sostegno del reddito una indennità speciale. Questa decisione, come accennato, è stata presa dall’Amministrazione regionale, ed in particolare da Gianfranco Simoncini, assessore alle attività produttive, al lavoro ed alla formazione della Regione Toscana, d’accordo con i Sindacati al fine di offrire sostegno al reddito ai lavoratori apprendisti licenziati allo stesso modo dei lavoratori che, assunti con un contratto di lavoro ordinario, percepiscono il sussidio di disoccupazione.
Occupazione Toscana: aiuti ai lavoratori del tessile
Nella Regione Toscana arrivano nuovi fondi per aiutare i lavoratori colpiti dalla crisi. A seguito di una convenzione stipulata dall’Amministrazione regionale con il Ministero del Lavoro, infatti, ci sono a disposizione ben 25 milioni di euro per mettere a punto misure di sostegno al lavoro, attraverso politiche attive, per il distretto del tessile a Prato. La convenzione, in particolare, è stata siglata a Roma in presenza di Roberto Cenni, Sindaco di Prato, da Gianfranco Simoncini, assessore alle attività produttive, al lavoro ed alla formazione della Regione Toscana, da Lamberto Gestri, presidente della Provincia di Prato, e dal sottosegretario al Lavoro Pasquale Viespoli. In particolare, le risorse a disposizione saranno ripartite sul territorio sia a favore dei lavoratori che risiedono nella provincia di Prato, sia a quelli che, pur non appartenendo al territorio provinciale, rientrano comunque nel distretto del tessile. Trattasi, nello specifico, dei Comuni di Montale, Quarrata e Agliana in provincia di Pistoia, e Campi Bisenzio e Calenzano in Provincia di Firenze.
Cassa integrazione in deroga: forti richieste in Piemonte
Nella Regione Piemonte le richieste di cassa integrazione in deroga sono in forte aumento, ma per fortuna, a valere su tutto il 2010, ci sono fondi per la copertura che dovrebbero essere sufficienti per i prossimi mesi. A dichiararlo è stato Roberto Rosso, vicepresidente ed assessore al Lavoro della Regione, dopo che il Ministro Sacconi ha firmato il Decreto che assegna al Piemonte altri 80 milioni di euro per la cassa integrazione in deroga che, lo ricordiamo, scatta nel momento in cui le imprese esauriscono il ricorso agli ammortizzatori sociali con la cassa integrazione ordinaria senza riuscire a tirarsi fuori dallo stato di crisi aziendale. Inoltre, l’Assessore Rosso ha dichiarato che a valere sul 2009 per il Piemonte, in accordo con i dati forniti dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (Inps), ci sono ancora 110 milioni di euro, ragion per cui le risorse complessive per la copertura della cassa integrazione in deroga sul territorio regionale ammontano a 190 milioni di euro.
Lavoro: le donne puntano sul guadagno e sulla reputazione
Per le donne, specie quando queste sono piccole imprenditrici, le prospettive di miglioramento sono molto importanti, ma non quanto interessano agli uomini, mentre l’imprenditrice in rosa rispetto all’altro sesso punta di più sia sul guadagno, sia sulla reputazione. Questo, in sintesi, è quanto emerso da “Economia, impresa e donne”, un’indagine che l’Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza ha condotto prendendo a riferimento i dati del registro delle imprese, e dalla quale, quindi, è emerso come per le donne il lavoro rappresenti, innanzitutto, un’affermazione sociale. E proprio da questa voglia superiore di affermarsi della donna rispetto all’uomo ha permesso alle piccole imprese femminili negli ultimi anni di resistere meglio e di reagire alla crisi finanziaria ed economica rispetto ai colleghi uomini.
Disoccupazione giovanile: con la crisi si vive sempre più in famiglia
Nel nostro Paese lo scorso anno molti lavoratori in età matura hanno perso il posto di lavoro e si sono “rifugiati” nell’ombrello della cassa integrazione per poter andare avanti, seppur a fatica. Decisamente peggio è però andata ai giovani, i quali a causa molto spesso di un lavoro precario si sono ritrovati né studenti, né occupati e soprattutto senza ammortizzatori sociali. In base ad un Rapporto dell’Istat sulla situazione dell’Italia nel 2009, nel nostro Paese ci sono 1,9 milioni di giovani che hanno lasciato la scuola e che sono anche senza lavoro; insomma, non studiano, non sono occupati e, per forza o per scelta, vivono nella casa di mamma e papà. Questi 1,9 milioni di giovani rientrano nella categoria dei cosiddetti “bamboccioni“, ma è giusto ritenere che molti di questi non abbiamo optato per la “carriera del mammone” per scelta, ma solo perché sul territorio ci sono poche opportunità di lavoro, e perché riprendere un percorso di studi, magari universitario, è troppo costoso ed i soldi in tasca sono pochi.
Regione Piemonte: 5% stipendio assessori ai cassintegrati
Nella Regione Piemonte il 5% dello stipendio che sarà percepito dal Presidente, Roberto Cota, e da tutti gli assessori regionali, andrà a favore cassintegrati piemontesi. A darne notizia è l’Amministrazione regionale a seguito di una decisione che comporterà annualmente la possibilità di disporre di una somma pari a 100 mila euro circa che sarà “girata” ai lavoratori piemontesi in cassa integrazione attraverso l’alimentazione di un Fondo istituito ad hoc. Nel dettaglio, gli assessori della Regione Piemonte rinunceranno ad una quota di stipendio pari a 614 euro mensili, il vicepresidente Roberto Rosso rinuncerà a 672 euro al mese, mentre il Presidente Cota si “autotasserà” per una quota di stipendio pari a 700 euro mensili. Trattasi di una vera e propria autotassazione visto che per l’alimentazione del Fondo apposito a favore dei cassintegrati non è stato scelto di varare una Legge; per “scavalcare” le lungaggini burocratiche, infatti, i fondi saranno direttamente e rapidamente messi a disposizione dal Presidente, Vicepresidente ed Assessori attraverso l’erogazione di un contributo volontario.
Lavoro dipendente: nel 2009 persi in Italia quasi 200 mila posti
Nel 2009, dopo ben tredici anni di crescita, l’occupazione nelle grandi imprese con contratto di lavoro subordinato ha fatto registrare una contrazione pari ad oltre 199 mila unità. Sono queste, in particolare, le stime della Uil messe in risalto con preoccupazione da parte del Segretario confederale del Sindacato Guglielmo Loy, il quale ha inoltre sottolineato come a questi 199 mila posti di lavoro occorra aggiungere altri 450 mila lavoratori che nel 2009, con un rialzo pari ad oltre il 300% rispetto al 2008, sono in cassa integrazione. La contrazione del lavoro dipendente nelle grandi imprese lo scorso anno è quindi pari all’1,1% sul totale, il che significa che la crisi ha lasciato veramente il segno. Di norma, infatti, i primi posti a “saltare” sono quelli con contratto atipico ed a termine, ragion per cui il sensibile calo dell’occupazione dipendente dimostra come l’erosione della base occupazionale in Italia lo scorso anno sia stata veramente ampia.
Lavoratori disoccupati: Marche, contributi ai figli universitari
Nella Regione Marche, a favore degli studenti universitari, l’Amministrazione ha provveduto a mettere a punto una misura anticrisi finalizzata, tra l’altro, a garantire sul territorio la coesione sociale, la difesa dell’occupazione, ed il sostegno allo sviluppo sul territorio marchigiano. A seguito di una proposta formulata dall’assessorato all’Istruzione e al diritto allo studio, la Giunta della Regione Marche ha così istituito un contributo una tantum per gli studenti iscritti all’università a patto che in famiglia ci siano genitori che, residenti sul territorio regionale, a causa della crisi sono in cassa integrazione straordinaria, in mobilità o sono disoccupati da almeno tre mesi. Per la misura la Regione ha stanziato un milione di euro che permetterà ad ogni figlio universitario di ricevere un contributo una tantum pari a 400 euro; quello che può essere definito in tutto e per tutto come un “bonus università”, è frutto tra l’altro di un protocollo d’intesa che la Regione Marche ha siglato con i Sindacati.
Cassa integrazione lavoratori stranieri: proposta “provocatoria” della Lega
La Lega ha presentato un emendamento alla Legge Finanziaria 2010 con il quale, se approvato, si introdurrebbe una limitazione alla cassa integrazione dei lavoratori stranieri. Verrebbe infatti imposto per loro un tetto massimo di sei mesi, dopodiché non avrebbero alcuna tutela in materia di sostegno al reddito. Al riguardo ricordiamo che di recente l’Inps, Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, ha messo in evidenza come per la cassa integrazione sia per quest’anno, sia per l’anno prossimo, le coperture siano adeguate; anzi, il Presidente dell’Inps nelle ultime settimane ha sottolineato come ci sia un basso “tiraggio” per lo strumento della cassa integrazione guadagni, con le imprese che, in particolare, fruiscono di un numero di ore di cassa integrazione sensibilmente inferiori rispetto a quelle richieste ed autorizzate. Come mai allora questo emendamento della Lega?
Lavoro e diritto allo studio: forti differenze tra Nord e Sud
Per uscire dalla crisi, tutti uniti, senza il rischio che si accentuino le diseguaglianze a livello territoriale, è necessario investire sui giovani, nella loro formazione, garantendo nel Mezzogiorno quei necessari investimenti per colmare un divario, esistente e palese, che c’è tra Nord e Sud. Su tali basi la CGIL ha indetto per il prossimo 28 novembre 2009 una manifestazione finalizzata proprio a ribadire la necessità di investire nel Mezzogiorno per il Diritto allo studio. Questo perché esistono delle criticità e delle differenze che riguardano non solo le borse di studio, ma anche gli alloggi e le mense, spesso inefficienti e carenti nel Meridione, per non parlare poi dello stato in cui versa al Sud l’edilizia scolastica con tutti i rischi che ne conseguono in materia di sicurezza. Per questo secondo Vera Lamonica, Segretaria Confederale del più grande Sindacato italiano, è necessaria una svolta, un percorso che segni una discontinuità rispetto a quanto accaduto nel passato.
Pioneer: previsti diecimila licenziamenti
Nuova drammatica notizia per quel che riguarda crisi economica e recessione. Questa volta da parte del colosso giapponese Pioneer che taglierà ben diecimila posti di lavoro nel mondo e abbandonerà rami di attività per cercare di recuperare la redditività messa sotto pressione dalla crisi. Sei mila sono occupati nelle varie sedi sparse per il mondo, altri quattromila sono contratti temporanei che non verranno rinnovati.
In arrivo tanti licenziamenti per i lavoratori delle grandi griffe
Avremmo sperato in una notizia positiva almeno in questi ultimi giorni dell’anno. Invece no!
Anche il mercato del lusso e delle grandi griffe sembra risentire della crisi che sta colpendo quasi tutta l’economia mondiale. Le vendite delle principali firme dell’alta moda come Chanel o Louis Vuitton, stando al quotidiano Le Parisien sarebbero diminuite negli ultimi tre mesi del 5% e le previsioni per il 2009 non sono affatto rosee.