Discriminazione sul lavoro, Italia deferita alla Corte di Giustizia Ue

Pari opportunità e discriminazione: due termini che sempre più spesso emergono in un contesto lavorativo e che l’Unione Europea ha cercato di porre freno attraverso delle direttive mirate.

Con la Direttiva 2000/78/CE del consiglio del 27 novembre 2000 che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, l’Unione Europea ha chiesto ad ogni singolo Paese di adottare tutti i necessari provvedimenti per porre in essere la parità di trattamento.

Il POS e lo stress da lavoro correlato

 Il POS, o il Piano Operativo di Sicurezza, è un documento obbligatorio importante e necessario che serve per identificare tutti i pericoli, anche potenziali, presenti sul posto di lavoro.

Da più parti si evidenza la necessità, in special modo dagli organi di vigilanza, di redigere questi piani in modo più preciso e puntuale identificando i possibili rischi presenti; in effetti, i coordinatori e gli organi di vigilanza preposti a questi compiti si trovano sempre più spesso ad esaminare documenti con sostanziali incongruenze che dovrebbero essere colmate.

Chiarimenti sul distacco dei lavoratori extracomunitari

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, attraverso la sua Direzione Generale per l’Attività Ispettiva, con interpello n. 28 del 27 giugno 2011 ha risposto ad un quesito posto dell’Associazione dei datori di lavoro, Confindustria, in merito alla corretta interpretazione dell’articolo 27 del decreto legislativo n. 286/1998 recante la disciplina dell’ingresso per lavoro, in casi particolari, di cittadini stranieri extracomunitari.

La normativa in questione intende intervenire in caso di lavori in situazioni particolari, ovvero quando si intende fare ricorso a lavoratori extracomunitari con particolari qualifiche o ruoli.

Ministero del lavoro, chiarimenti sul riposo settimanale

Interessante risposta da parte della Direzione Generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, mediante interpello n. 26 del 27 giugno 2011, in merito alla disciplina dei riposi settimanali di cui all’articolo 9 del decreto legislativo n. 66/2003 chiesto dall’associazione dei datori di lavoro, ovvero Confindustria.

Il decreto in esame fissa alcuni criteri di base; in effetti, il lavoratore ha diritto ogni sette giorni a un periodo di riposo di almeno ventiquattro ore consecutive, di regola in coincidenza con la domenica, da cumulare con le ore di riposo giornaliero di cui all’articolo 7 il suddetto periodo di riposo consecutivo è calcolato come media in un periodo non superiore a quattordici giorni.

Detassazione sulla produttività, in arrivo le trattenute

Dalla mensilità di giugno sono in arrivo possibili trattenute sulla busta paga in merito alla detassazione sulla produttività indebitamente concessa ai propri dipendenti.

In effetti, a seguito dell’entrata in vigore dell’articolo 53, comma 1 del decreto 78/2010 e dell’articolo 1, comma 47 della legge 220/2010 ed a seguito della Circolare interpretativa dell’Agenzia delle Entrate n. 3/E del 2011 è stata prorogata, fino al 31 dicembre 2011, l’applicabilità dell’imposta sostitutiva del 10% alle somme erogate in relazione ad incrementi di produttività, qualità, redditività, innovazione, efficienza organizzativa e collegate all’andamento economico, agli utili e al miglioramento della competitività aziendale, nel limite di 6.000 euro lordi, corrisposti ai lavoratori con redditi non superiori, nel 2010, a 40.000 euro, e subordinato alla sottoscrizione di un accordo collettivo territoriale o aziendale.

I dubbi di Confindustria sui lavori usuranti

 Confindustria ha manifestato diverse perplessità sui contenuti del Decreto sui lavori usuranti, ossia sul decreto Legislativo 21 aprile 2011 n. 67, e lo ha fatto attraverso la sua circolare dell’11 maggio 2011.

In effetti, per l’associazione sindacale dei datori di lavoro, il governo si sarebbe spinto oltre alle indicazioni contenute nella legge delega predisposta dal Parlamento.

In particolare, il testo del decreto nell’individuare i lavoratori coinvolti fa riferimento ad alcune voci di tariffa Inail con riferimento a lavorazioni cui si applicano i criteri per l’organizzazione del lavoro previsti dall’articolo 2100 del codice civile: si tratta delle ipotesi di cottimo obbligatorio, relative ai casi in cui, in conseguenza dell’organizzazione del lavoro, il lavoratore è vincolato all’osservanza di un determinato ritmo produttivo, o quando la valutazione della sua prestazione è fatta in base al risultato delle misurazioni dei tempi di lavorazione.

Qualità della vita, in arrivo contributi dal governo

È stato pubblicato l’avviso di finanziamento relativo all’anno 2011 per progetti a valere sull’articolo 9 della legge 8 marzo 2000 n. 53, così come modificato dall’articolo 38 della legge 18 giugno 2009, n. 69.

Poter conciliare tempi di vita e di lavoro non è un argomento di poco conto, specie se occorre poi confrontarsi con i problemi e le esigenze presenti in qualsiasi ambito produttivo. Ecco perché diventa necessario trovare e assegnare fondi per finanziare progetti finalizzati alla realizzazione di azioni positive per la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura della famiglia.

Lavoro usurante, in scadenza la comunicazione del datore di lavoro

Il decreto legislativo n. 67/11 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 108 dell’11 maggio 2011, e meglio conosciuto come il decreto legislativo sui lavori usuranti, ha posto in evidenza alcuni obblighi a carico del datore di lavoro o anche per il tramite dell’associazione a cui aderisce o conferisce mandato, o dei soggetti come previsti all’articolo 1 della legge 11 gennaio 1979 n. 12, ovvero consulenti del lavoro o avvocati e procuratori legali, dei dottori commercialisti, dei ragionieri e periti commerciali iscritti nei rispettivi albi professionali.

Inps, in arrivo per il 2011 il fondo di solidarietà per le assunzioni agevolate nel credito

 Il maggiore istituto di previdenza del settore privato ha deciso di ricordare, attraverso la sua circolare n. 88 del 20 giugno 2011, ai datori di lavoro la possibilità di usufruire dell’incentivo di sostegno al reddito del personale dipendente dalle imprese di credito.

In effetti, l’Inps ricorda che possono beneficiare del sostegno i datori di lavoro che rientrano nell’ambito di applicazione del Fondo di solidarietà  di sostegno al reddito, dell’occupazione e della riconversione e riqualificazione professionale del personale dipendente dalle imprese di credito, che procedano all’assunzione a tempo indeterminato di lavoratori destinatari dell’assegno di sostegno al reddito previsto dall’articolo 11 bis del Regolamento del Fondo (DM 158/2000, Regolamento relativo all’istituzione del Fondo di solidarietà per il sostegno del reddito, dell’occupazione e della riconversione e riqualificazione professionale del personale dipendente dalle imprese di credito).

Ministero del lavoro, le autorizzazioni per i lavori in tensione

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero della Salute, ha pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 83 dell’11 aprile 2011, il Decreto Interministeriale del 4 febbraio 2011 con la definizione dei criteri per il rilascio delle autorizzazioni di cui all’articolo 82 (lavori in tensione), comma 2), lettera c), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive modifiche ed integrazioni.

Il decreto pubblicato è di estrema importanza per quei lavoratori che svolgo la loro prestazione lavorativa su impianti elettrici alimentati a frequenza industriale a tensione superiore a 1000 V, altrimenti definiti come lavori sotto tensione.

Risolviamo il contratto di lavoro, quando il lavoratore si dimette

Un rapporto di lavoro può terminare in diversi modi sia per volontà del datore di lavoro o sia per mezzo di una decisione unilaterale del lavoratore; in effetti, secondo la vigente normativa, il lavoratore può decidere, in qualsiasi momento, di abbandonare il suo posto di lavoro e nulla può fare il suo datore: non esiste da parte sua la possibilità di rifiutare la decisione del suo subordinato.

Per avere efficacia il licenziamento deve essere espresso in forma scritta, mentre le dimissioni possono essere presentate in forma libera, salvo diversa previsione contrattuale.

Liste di mobilità: i vantaggi per le aziende e per i lavoratori

Le cosiddette liste di mobilità rappresentano un’occasione importante per il lavoratore, ma anche per il datore di lavoro che può richiedere allo Stato alcuni benefici di ordine contributivo e normativo in fatto di legislazione sociale e di lavoro. Il lavoratore, al contrario, può essere ricollocato in un’altra azienda malgrado la sua età o il settore produttivo.

Esistono però alcune richieste specifiche che il datore di lavoro deve essere in grado di dimostrare; in effetti, è necessario, prima di procedere ad un’assunzione attingendo alle liste di mobilità,  essere in regola con gli obblighi contributivi e rispettare la normativa sul lavoro e gli accordi derivati dalla contrattazione collettiva, in tutti i livelli, debitamente sottoscritti così come confermato dall’articolo 1 della legge n. 296/2006.

L’Irpef e gli oneri degli assegni per le attività di ricerca

 I redditi percepiti per le collaborazioni svolte per le attività di ricerca danno luogo a contributi previdenziali trattenuti e versati all’Inps dall’ente di ricerca. Questa considerazione implica alcune cose, ad esempio, il familiare, ovvero il titolare dell’assegno di ricerca per l’esiguità dei redditi percepiti è fiscalmente a carico di un componente del nucleo familiare sia questo padre o madre, può dedurre questi contributi?

La materia è disciplinata dall’articolo 51 della legge n. 449 del 1997. Questa norma prevede per i titolari di assegni di ricerca l’esenzione ai fini dell’imposta sui redditi e l’iscrizione alla Gestione separata INPS, così come prevede l’articolo 2 della legge 8 agosto 1995 n. 335.

Lavoro, il rientro della lavoratrice dipendente

L’articolo 2 del decreto legislativo per il riordino dei congedi, aspettative e permessi predisposto dal governo incide sulle disposizioni inerenti agli aspetti di flessibilità sul congedo di maternità influendo sui criteri previsti, come tra l’altro il 3 e il 4, sugli articoli 20, 33 e 42 del decreto legislativo n.151/01 sul Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità.

A questo proposito l’articolo 2 interviene direttamente sul disposto dell’articolo 20 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, in materia di flessibilità del congedo di maternità.