Governo, assunzioni agevolate nelle Regioni meridionali

 Con il decreto sviluppo in arrivo una serie di novità importanti sulle assunzioni agevolate nelle Regioni meridionali; in effetti, l’articolo 2 del decreto pone in essere agevolazioni, sotto forma di credito d’imposta, in favore di quei datori di lavoro che assumono, in pianta stabile, lavoratori svantaggiati o molto svantaggiati secondo la definizione fornita dal Regolamento 800/2008/CE.

In effetti, il decreto approvato dal governo è finalizzato all’aumento del numero di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato assumendo lavoratori definiti dalla Commissione Europea come svantaggiati, ai sensi del numero 18 dell’articolo 2 del Regolamento, nelle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Molise, Sardegna e Sicilia). Nella fattispecie è concesso per ogni nuovo lavoratore assunto un credito d’imposta nella misura del 50% dei costi salariali sostenuti nei dodici mesi successivi all’assunzione.

Termini Imerese, a quando il lavoro?

Non si conclude la vicenda di Termini Imerese, anzi la situazione si fa sempre più complicata con una preoccupazione crescente che vede, da una parte, lavoratori e sindacato che vogliono difendere il loro posto di lavoro anche affrontando scelte difficili e riconversioni non troppo digeribili e, dall’altra, anzienda e rappresentanti dei datori di lavoro che hanno la necessità di dismettere uno stabilimento che non è più strategico per lo scacchiere Fiat: in mezzo sta il governo che deve mediare al fine di raggiungere un accordo che possa essere il più condivisibile da parte di tutti.

Inps, convenzione con l’associazione italiana coltivatori

Il presidente dell’Inps ha sottoscritto lo scorso 4 febbraio 2011 una convenzione con l’AIC per la riscossione dei contributi associativi sulle prestazioni temporanee così come prevede l’articolo 18 della legge n. 223 del 1991.

Per gli effetti della convezione i diversi soggetti beneficiari dei trattamenti previdenziali di mobilità, trattamenti di disoccupazione ordinari e speciali e trattamenti ordinari e straordinari di integrazione salariale e dei sussidi per lavori socialmente utili, possono versare i contributi associativi a favore dell’ A.I.C. mediante trattenuta sulle prestazioni.

È necessario che il lavoratori sottoscriva la relativa delega che deve recare il timbro dell’Organizzazione e la firma del legale rappresentante.

Ministero Interno, per i cittadini extracomunitari in arrivo il modello Q

 Il Ministero dell’Interno, con la circolare prot. 3666 del 13 maggio 2011, ha messo in evidenza una nuova procedura da utilizzare per le assunzioni di cittadini extracomunitari regolarmente soggiornante in Italia.

In base alla circolare del Ministero dell’Interno , il datore di lavoro dovrà ancora trasmettere alla Questura il contratto di soggiorno su modello “Q”; in effetti, secondo le indicazioni del Dipartimento, l’introduzione dei nuovi standard operativi previsti dal 30 aprile 2011, nel modello UNILAV, sono soltanto in via sperimentale, per cui il modello “Q” andrà, comunque, utilizzato.

Cassazione, occorre sempre giustificare il licenziamento

 La Corte di Cassazione con sentenza n. 9925/2011 ha ribadito alcune elementari regole a cui deve attenersi un datore di lavoro per procedere ad un licenziamento individuale; in effetti, la legge di riferimento, legge 15 luglio 1966 n. 604 Norme sui licenziamenti individuali, è già di per sé chiara: il datore di lavoro, imprenditore o non imprenditore, deve comunicare per iscritto il licenziamento al prestatore di lavoro.

Il prestatore di lavoro può chiedere, entro quindici giorni dalla comunicazione, i motivi che hanno determinato il recesso: in tal caso il datore di lavoro deve, nei sette giorni dalla richiesta, comunicarli per iscritto.

La Legge ricorda che ogni licenziamento intimato senza l’osservanza di queste disposizioni è da ritenersi inefficace.

Detassazione, in arrivo nuovi chiarimenti

 In arrivo un chiarimento dell’Agenzia delle Entrate in merito all’applicabilità dell’imposta sostitutiva sulle somme relative alla produttività aziendale mediante la circolare congiunta del 10 maggio 2011.

In effetti, la predetta circolare, emanata dall’Agenzia delle Entrate insieme al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, congiunta n. 19/E del 10 maggio 2011 si forniscono chiarimenti in materia di imposta sostitutiva del 10% sugli emolumenti relativi alla produttività aziendale – articolo 1 della Legge n. 220 del 13 dicembre 2010, ossia nota anche come legge di stabilità 2011.

Attrezzature di lavoro, al via i controlli

A breve saranno attivati i controlli, così come prevede il decreto ministeriale previsto dall’articolo 71 del decreto n. 81/2008, che riguarderanno l’attrezzatura utilizzata dai lavoratori subordinati sul posto di lavoro.

Il decreto 81/2008 prevede esplicitamente che il datore di lavoro deve mettere a disposizione dei lavoratori attrezzature conformi ai requisiti di legge idonee ai fini della salute e sicurezza e adeguate al lavoro da svolgere o adattate a tali scopi che devono essere utilizzate conformemente alle disposizioni legislative di recepimento delle direttive comunitarie.

Cassazione, la discrezionalità del datore di lavoro per il part time

 La Corte di Cassazione, con sentenza del 4 maggio 2011 n. 9769, ha chiarito che spetta al datore di lavoro, in virtù della discrezionalità sugli aspetti organizzativi della sua azienda, stabilire se esiste l’eventuale esigenza di ricorrere al lavoro a tempo parziale.

È, in effetti, l’azienda, in presenza di proprie esigenze organizzative e produttive, può accogliere domande di prestazione a tempo parziale presentate dai dipendenti in servizio o, in alternativa, assumere lavoratori a tempo parziale. In sostanza è un potere decisionale che compete solo al datore di lavoro e, per questa ragione, non è possibile mettere in discussione le scelte di questo tipo.

Cassazione, obbligatorietà dei contributi

 La corte di Cassazione con la sentenza del 7 aprile 2011 n. 7961 ha chiuso una vicenda aperta dalla Corte di Appello di Napoli in seguito alla richiesta di una impresa edile di rendere inapplicabile la norma che prevede l’obbligo di versare i contributi sul  monte orario di 40 ore settimanali, così come previsto dal contratto collettivo nazionale in vigore.

In effetti, l’impresa edile contestava la supposta pretesa dell’Inps dell’obbligo di versare i contributi non sull’importo delle retribuzioni erogate ai dipendenti per le ore effettivamente lavorate a causa della discontinuità dell’attività d’impresa ma sulle quaranta ore settimanali.

La Corte, richiamando la sentenza n. 12604 del 2008 e la legge n. 341/1995, nel determinare la misura dell’obbligo contributivo previdenziale ed assistenziale in riferimento ad una retribuzione commisurata ad un numero di ore settimanali non inferiore all’orario normale di lavoro stabilito dalla contrattazione collettiva, prevede l’esclusione dall’obbligo contributivo di una varietà di assenze.

Cassazione, la qualifica del preposto alla sicurezza

Per svolgere il ruolo di preposto alla sicurezza è necessario essere fornito di una espressa delega da parte del datore di lavoro o può essere sufficiente aver svolto, in posizione di responsabilità, mansioni inerenti alla sicurezza del lavoro o, ancora, aver semplicemente raccomandato i colleghi di prestare particolare attenzione in base alla propria esperienza personale?

A riguardo la corte di Cassazione ha deciso di entrare nel merito attraverso la sentenza, sezione penale sez. IV del 3 novembre 2010 n. 38691, chiarendo che, ai fini probatori, non è espressamente richiesto un documento formale che possano individuare un particolare lavoratore con la funzione di preposto visto che il giudice, grazie al suo ruolo, può risalire al lavoratore in questione anche attraverso testimonianze o accertamenti fattuali.

Assunzioni agevolate, contratti sulla solidarietà espansiva

 Questo particolare istituto non è proprio recente e si poggia sull’articolo 2 della legge n. 863/1984 e, insieme al contratto di solidarietà di tipo difensivo, sono uno dei più importanti strumenti per agevolare le assunzioni di lavoratori per il settore industriale anche se poi, in realtà, non ha, o avuto, molto seguito.

In effetti, nel caso in cui i contratti collettivi aziendali, stipulati con i sindacati aderenti alle confederazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale, al fine di incrementare gli organici, prevedano, programmandone le modalità di attuazione, una riduzione stabile dell’orario di lavoro, con riduzione della retribuzione, e la contestuale assunzione a tempo indeterminato di nuovo personale, con richiesta nominativa, ai datori di lavoro è concesso, per ogni lavoratore assunto sulla base dei contratti collettivi e per ogni mensilità di retribuzione ad esso corrisposta, un contributo a carico della gestione dell’assicurazione per la disoccupazione involontaria, pari, per i primi dodici mesi, al 15 per cento della retribuzione lorda prevista dal contratto collettivo di categoria per il livello di inquadramento. Per ciascuno dei due anni successivi il predetto contributo è ridotto, rispettivamente, al 10 e al 5 per cento.

Demansionamento: danno all’immagine

 Quando il datore di lavoro adibisce il lavoratore a mansioni inferiori, rispetto a quelle indicate nel contratto di assunzione, gli provoca un danno sia di natura economica sia di natura morale e professionale.

Tale comportamento consiste nella c.d. dequalificazione professionale o demansionamento.

In questi casi, il datore di lavoro ha l’obbligo del risarcimento del danno.

Inail, la situazione degli infortuni sul lavoro

 L’Inail, quale Istituto di riferimento nazionale nel campo degli infortuni, riafferma il suo ruolo istituzionale come centro di garanzia e controllo per la salute nei luoghi di lavoro.

Le cifre che l’ILO ha diffuso nei giorni scorsi sono davvero allarmanti e preoccupano seriamente; in effetti, i casi mortali – dovuti a infortuni e malattie professionali – sono circa 2,3 milioni mentre gli incidenti sul lavoro si registrano un valore di 337 milioni di casi.

Dati che confermano l’attenzione degli istituti di prevenzione e di tutela tanto da ribadire l’adozione dei Sgsl come strumenti che diventano essenziali per diffondere e assicurare la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Benefici alle aziende per la flessibilità dell’orario di lavoro

 È stato pubblicato il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 277 del 23 dicembre 2010 sulla Gazzetta Ufficiale intitolato come Regolamento recante criteri e modalità per la concessione dei contributi di cui all’articolo 9 della legge 8 marzo 2000, n. 53, concernente i benefici a favore delle aziende i cui accordi contrattuali prevedono azioni positive per la flessibilità dell’orario di lavoro.

In sostanza, telelavoro, lavoro flessibile in entrata e in uscita, turnazione, concentrazione di orario di lavoro: ecco le parole magiche utilizzate in un Paese dove, secondo quanto ci dicono gli ultimi dati Isfol, l’occupazione, in particolare delle madri, è fortemente condizionata dalla disponibilità di strumenti che consentano una gestione flessibile degli orari di lavoro.

A questo riguardo il regolamento intende fissare i criteri e le modalità che riguardano la concessione dei contributi già previsti dall’articolo 9 della legge 53 dell’8 marzo 2000 è giunto sulla Gazzetta Ufficiale.