Proposta di legge, modifica dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori

È stata presentata in Parlamento una proposta di legge che intende introdurre misure di carattere sperimentale per favorire l’occupazione a tempo indeterminato nelle aree svantaggiate e dei lavoratori in mobilità, nonché modifica all’articolo 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300 (statuto dei lavoratori).

Le norme del progetto di legge si propongono di offrire alle imprese, in via sperimentale e fino al 31 dicembre 2012, la possibilità di assumere a tempo indeterminato lavoratori in mobilità potendo avvalersi, in caso di licenziamento che non abbia carattere discriminatorio, di una tutela di carattere solamente risarcitorio.

Lavoro occasionale accessorio e il farmer’s market

Recentemente il Ministero del Lavoro si è espresso in modo favorevole a proposito dell’estensione ai farmer’s market dei contratti di lavoro occasionale accessorio.

Per il Ministero non esiste incompatibilità e l’uso dei voucher è perfettamente consentito poiché il farmer’s market risponde ai requisiti in materia di lavoro accessorio occasionale.

Ricordiamo che i farmers market costituiscono un sistema di vendita basato sull’incontro diretto tra produttore e consumatore.

La questione era stata posta dalla Coldiretti alla Direzione generale  della Tutela delle Condizioni di Lavoro del Ministero del Lavoro.

Da parte sua, la Direzione Generale ha subito precisato che nel settore agricolo l’impiego di manodopera retribuito con i buoni lavoro (ex articolo 70 e seguenti del decreto n. 276/2003) è ammesso per le aziende che non rientrano nel dettato di cui all’articolo 34 del decreto n. 633/1972 e deve essere circoscritto alle attività di natura stagionale.

Inps, ulteriori precisazioni sulle certificazioni di malattia

L’Inps con la circolare n. 119 del 7 settembre 2010 ha voluto dare ulteriori precisazioni sulla trasmissione telematica delle certificazioni di malattia e ha stabilito nuove modalità di invio degli attestati ai datori di lavoro pubblici e privati tramite PEC – posta elettronica certificata.

Si ricorda che con circolare n. 60 del 16.4.2010 l’Inps ha indicato le modalità attuative relative alla trasmissione telematica dei certificati di malattia, ai sensi delle recenti disposizioni normative (decreto del Ministero della salute del 26.2.2010 e circolare n. 1 del 19.3.2010 del Dipartimento della Funzione pubblica e del Dipartimento della Digitalizzazione della pubblica Amministrazione e innovazione tecnologica).

Disdetto il contratto dei metalmeccanici

Federmeccanica ha così deciso e ha disdetto il contratto nazionale in vigore dal 2008.

Il presidente di Federmeccanica Ceccardi ha avuto il mandato dal consiglio direttivo di comunicare, già da subito, alle organizzazioni sindacali la volontà di recesso del contratto in vigore dal 20 gennaio 2008.

In questo modo Federmeccanica intende cautelarsi, a suo dire, dalle azioni giudiziarie minacciate dalla Fiom, federazione di categoria appartenente alla CGIL. Infatti, secondo Ceccardi, la disdetta è maturata dopo una serie di confronti all’interno di Federmeccanica ed è avvenuta

a fronte delle minacciate azioni giudiziarie della Fiom relative all’applicazione di tale accordo

La decisione, stando alle dichiarazioni del presidente è stata decisa

in via meramente tecnica e cautelativa allo scopo di garantire la migliore tutela delle aziende

La disdetta ha effetto dal primo gennaio 2012.

La decisione di Federmeccanica è la diretta conseguenza dell’accordo di Pomigliano d’Arco siglato dalla FIAT per volontà di Marchionne.

La sicurezza in Europa, La Gran Bretagna

In Gran Bretagna e Irlanda del Nord la tutela contro gli infortuni è stata introdotta  nel 1897.

Non esiste, a differenza di quello italiano con la presenza dell’Inail, un sistema di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, ma, al contrario, è presente un sistema pubblico di base, gestito dal Ministero del Lavoro e delle Pensioni, che eroga delle indennità in caso di infortunio o malattia professionale.

È possibile, comunque, richiedere un risarcimento.

L’obbligo di fedeltà e il lavoratore

 Nella giurisprudenza vengono chiamati obbligo del non fare che valgono anche quando l’attività lavorativa è sospesa per diversi motivi.

Questi obblighi si affiancano a quelli, per ragioni di ovvietà, sono già presenti in un normale rapporto di lavoro, come l’obbligo di lavorare.

Gli obblighi del non fare sono orientati a tutelare le capacità concorrenziali del datore di lavoro, così come prevede l’articolo 2105 del codice civile, ovvero il prestatore di lavoro non deve trattare affari, per conto proprio o di terzi, in concorrenza con l’imprenditore, né divulgare notizie attinenti all’organizzazione e ai metodi di produzione dell’impresa, o farne uso in modo da poter recare ad essa pregiudizio.

La sicurezza in Europa, la Danimarca

Cambia il modo di percepire la sicurezza del lavoro in Danimarca.

L’11 maggio scorso il Parlamento danese ha approvato la riforma del settore che entrerà in vigore dal 1 ottobre 2010.

La nuova legge fissa nuove regole e ribalta il concetto di sicurezza. Dal mese di ottobre si ribalteranno le misure di tutela per i lavoratori, ma anche nel modo di intendere la prevenzione: ogni azienda avrà degli obiettivi definiti su base annuale e al termine si valuteranno i risultati ottenuti.

Secondo il nuovo schema danese i rappresentanti della sicurezza si chiameranno rappresentanti dell’ambiente di lavoro poiché i compiti a loro attribuiti saranno più diversificati: dal contesto del lavoro alle malattie fino ad arrivare allo stress e ai maltrattamenti e molestie.

La sicurezza in Europa, la Francia

In Francia la sicurezza sul lavoro è un concetto che risale al 1898.

Nel Paese l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali dei lavoratori dipendenti è gestita dalla CNAMTS.

Il sistema di attuazione e controllo delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro è improntato su un sistema duale basato sull’attività del Ministero del lavoro e degli organismi di sicurezza sociale.

Il Ministero del lavoro attua le politiche di prevenzione ed elabora le regole di ordine pubblico.

Il salario previdenziale

Il salario previdenziale rappresenta l’ammontare che deve essere considerato in sede di definizione del calcolo della quota di accantonamento della pensione. In sostanza, rappresenta la contribuzione assicurativa.

I contributi devono essere rapportati su tutte le singole voci che costituiscono la retribuzione.

Per verificare che il proprio datore di lavoro calcoli e versi in modo corretto la quota di propria spettanza è necessario controllare che l’azienda denunci all’Inps le retribuzioni effettive soggette a contribuzione percepite nell’anno precedente.

La busta paga, criteri per il controllo

La Legge n. 4/53 obbliga al datore di lavoro di corrispondere la retribuzione mediante l’utilizzo di un prospetto paga, la cosiddetta busta paga, su cui devono essere indicati tutti gli estremi relativi del lavoratore, dalla retribuzione alle trattenute.

Tale prospetto deve portare la sigla o il timbro dei datore di lavoro ed essere vidimato dagli organismi competenti. Non esiste un modello unico, ma il formato della busta paga differisce dal settore di appartenenza e dal gruppo merceologico.

Si tratta di un prospetto fondamentale per verificare se è stato corrisposto quanto dovuto in applicazione del contratto di lavoro e delle leggi vigenti in materia di previdenza e  fisco.

La busta paga, infatti, ha validità giuridica e, in caso di vertenze, ha valore di prova davanti all’autorità giudiziaria per certificare la giustezza della retribuzione, del trattamento di fine rapporto, dei versamenti previdenziali.

La tutela del licenziamento delle lavoratrici madri

Il nostro ordinamento protegge la funzione familiare della donna e per questo motivo ha predisposto una serie di tutele dal licenziamento durante la maternità.

In effetti, a questo riguardo le disposizioni legislative sono diverse.

Possiamo, a questo riguardo, ricordare il decreto n. 198 del 2006 o il decreto n. 151 del 2001 che vietano l’inserimento di particolari clausole nel contratto di lavoro quali il nubilato o il licenziamento in prossimità di tali eventi.

Il legislatore prevede delle eccezioni per le giustificazioni tipiche ed espressamente richieste dalle norme con onere della prova a carico del datore di lavoro.

Per questa ragione il datore di lavoro non può licenziare la lavoratrice nell’inizio del  periodo di gestazione e fino al compimento di un anno di età del bambino.

La tutela degli infortuni sul lavoro in Europa, la Germania

In Germania si inizia a parlare di tutela dei lavoratori sin dal 1884. In effetti, è uno dei primi Paesi al mondo che sente la necessità di tutelare i lavoratori tanto da farne un’esigenza primaria con un sistema capillare di assicurazione contro gli infortuni.

Nei tre grandi settori industriali – agricoltura , servizi e industria- l’assicurazione è gestita da diversi organismi di diritto pubblico.

La reale gestione di questi organismi è assicurata da un consiglio di amministrazione in cui siedono i rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori.

La sicurezza in Europa, la Spagna

In Spagna l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali esiste, seppur con un sistema differente, sin dal 1900.

Oggi, l’assicurazione è gestita dalle Mutuas, che sono associazioni di diritto privato senza fine di lucro, di diretta regolazione dei datori di lavoro.

Le Mutuas, rispetto al nostro ordinamento dove il sistema di assicurazione ruota attorno al nostro Inail, sono enti di diritto privatistico che gestiscono compiti pubblicistici poste sotto la vigilanza del Ministero del Lavoro spagnolo.