Nella Regione Sardegna il tasso di disoccupazione continua a mantenersi su livelli molto elevati, ma segnali incoraggianti arrivano nel passaggio dall’ultimo trimestre dello scorso anno al primo trimestre del 2010. Se infatti nel periodo ottobre – dicembre 2009 il saldo occupazionale sul territorio sardo segnava un rosso di 28.040 unità, nel primo quarto del 2010 il saldo tra chi ha trovato lavoro, e chi l’ha perso, è stato invece positivo per poco più di 19 mila unità. E’ questo il dato positivo ed incoraggiante che emerge da “Congiuntura Lavoro Sardegna“, un Rapporto a cura dell’Agenzia regionale per il Lavoro pubblicato dopo il rilascio degli ultimi dati sull’occupazione a cura dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat). Come accennato, il tasso di disoccupazione, al 16,1%, in Sardegna rimane non solo molto elevato, ma anche sui massimi in rapporto allo scenario nazionale a conferma di come sul territorio la recessione internazionale e la crisi del settore produttivo abbia lasciato il segno.
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Provincia di Prato: riapertura Bando per i voucher formativi
In Provincia di Prato l’Amministrazione ha recuperato ben 211 mila euro di soldi non spesi che ora possono tornare utili per riaprire un Bando, chiusosi lo scorso mese di febbraio, per l’assegnazione di voucher formativi. Al riguardo, lunedì prossimo, 21 giugno, sarà pubblicato il relativo Avviso che permetterà la riapertura del Bando i cui nuovi termini di scadenza sono fissati per il 31 luglio del 2010. I destinatari della misura sono i lavoratori che risultano essere domiciliati nella Provincia di Prato, che hanno un’età superiore ai 25 anni, e che risultano essere coinvolti da situazione di crisi aziendale che hanno portato alla disoccupazione, iscrizione nelle liste di mobilità o cassa integrazione. Sono ammessi anche gli iscritti ai Centri per l’Impiego che sono inoccupati ed in ogni caso le donne disoccupate anche se queste hanno un’età inferiore ai 25 anni. I voucher potranno essere spesi per attività di formazione organizzate da agenzie regolarmente accreditate.
Università: ecco la laurea che offre il lavoro più stabile
Informatica, ingegneria ed infermieristica. Sono questi i campi in corrispondenza dei quali nel nostro Paese i laureati possono trovare un’occupazione più stabile. Questo è quanto emerge da “Il lavoro dei laureati in tempo di crisi“, una ricerca che Unioncamere Lombardia e la Camera di Commercio di Milano hanno promosso e presentato mercoledì scorso dopo essersi avvalsi della collaborazione, ai fini della realizzazione della ricerca, della Provincia di Milano e di Formaper, l’Azienda Speciale dell’Ente camerale. La crisi in Italia picchia duro anche su chi ha un titolo di studio importante da spendere come la laurea; per i laureati, infatti, il tasso di disoccupazione è balzato dal 7% all’11% con una media di un laureato su cinque che, dopo un anno dalla conclusione degli studi universitari, non è ancora riuscito a trovare lavoro. E se per i laureati in informatica, ingegneria ed infermieristica ci sono più sbocchi e più opportunità di trovare un lavoro stabile, sul versante opposto non se la passano molto bene i laureati in giurisprudenza ed in veterinaria.
Comune di Parma: Bando per l’imprenditoria femminile e giovanile
Per i giovani e per le donne che vogliono fare impresa sul territorio del Comune di Parma, l’Amministrazione cittadina nello scorso mese di maggio ha annunciato l’emanazione di un Bando finalizzato a sostenere l’imprenditoria femminile e giovanile, e ad attrarre i migliori talenti a livello nazionale ed internazionale. Possono infatti accedere al Bando quei giovani e quelle donne che vogliono far nascere una nuova impresa, oppure che sono titolari di imprese già costituite a patto di presentare, ai fini della partecipazione all’iniziativa, un‘idea imprenditoriale che sia descrivibile attraverso la stesura di un piano industriale completo, di durata pari a cinque anni. I soci dell’impresa da far nascere, o di quella già costituita, devono avere un’età compresa tra i 18 ed i 40 anni fermo restando che l’azienda deve avere nel Comune di Parma sia la sede legale, sia la sede operativa.
Provincia di Pordenone: incentivi alle imprese che assumono
A difesa delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese, la Provincia di Pordenone ha reso noto d’aver incrementato la dote di incentivi al fine di agevolare sul territorio le assunzioni dei lavoratori con un contratto a tempo indeterminato ma anche a tempo determinato se questo è per una durata superiore ai due anni. Questo grazie all’entrata in vigore di un nuovo regolamento provinciale che, tra l’altro, viene ora incontro a tutti i lavoratori disoccupati, e non solo a quelli espulsi dai settori che versano in uno stato di crisi. Ad esempio, sarà ora possibile erogare incentivi alle imprese che assumono a tempo determinato o indeterminato dei lavoratori cui mancano 3 o al massimo 5 anni di contributi al fine di poter maturare il diritto alla pensione. Il nuovo regolamento, che è pienamente operativo a partire dalla giornata di ieri, giovedì 10 giugno 2010, prevede anche la concessione di contributi con la finalità di creazione di una nuova impresa, o per acquisire una quota di maggioranza in un’impresa che è già esistente; per queste finalità il nuovo regolamento innalza il contributo massimo da 30 mila a ben 35 mila euro con possibilità di accesso anche per i lavoratori disabili.
Lavoro domestico: quello di una donna vale oltre 200 mila euro
Se il lavoro domestico di una donna in Italia fosse retribuito, allora a “fine carriera” una casalinga nel nostro Paese si ritroverebbe in media con la bellezza di oltre 200 mila euro. A stimarlo è stata la Camera di Commercio di Monza e Brianza in base ai dati di Eurostat, quelli dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) e quelli di Digicamere. In particolare, a fronte di una media di oltre 200 mila euro è la donna della Regione Campania che, nello svolgere il lavoro domestico, guadagnerebbe a “fine carriera” quasi 300 mila euro! Rispetto al Vecchio Continente la donna italiana si occupa così decisamente di più del lavoro domestico, ed impegna in media ben 2,5 ore al giorno in più rispetto agli uomini nel rapporto di 3,51 ore giornaliere contro una media di appena 1,1 ore per gli uomini nel caso in cui la donna sia occupata.
Lavoro e famiglia: voucher di conciliazione in Provincia di Alessandria
Al fine di agevolare ed incentivare sul territorio la conciliazione tra lavoro e cura della famiglia, la Provincia di Alessandria ha annunciato la messa a punto dei “voucher di conciliazione“, un aiuto economico destinato in particolare a quei soggetti che sono in prevalenza donne, e che hanno difficoltà ad inserirsi o reinserirsi nel mercato del lavoro magari perché devono badare ad un bambino piccolo, oppure devono necessariamente assistere persone anziane non autosufficienti, malati terminali o cronici, oppure persone disabili. Il voucher di conciliazione consiste in un bonus pari a massimi 400 euro mensili erogabili per massimi sei mesi; i contributi, a fronte di spese documentate, potranno essere spesi per accedere a servizi pubblici o privati di cura alla persona. Inoltre, a fronte della concessione del voucher di conciliazione il soggetto beneficiario potrà accedere a percorsi di formazione e di orientamento finalizzati proprio ad assicurare o il reinserimento occupazionale, oppure l’avvio al lavoro.
Trovare lavoro diventando imprenditore per necessità
Negli ultimi quindici mesi il 62% delle nuove imprese ha aperto in Italia contro la disoccupazione, ovverosia con l’obiettivo dei rispettivi titolari di diventare in tutto e per tutto degli “imprenditori per necessità“. A rilevarlo è stata la Camera di Commercio di Milano che nelle scorse settimane ha effettuato un’indagine da cui è emerso come in questi ultimi mesi le persone inoccupate o ritrovatesi disoccupate a causa della crisi hanno scommesso su loro stessi avviando quella che nella maggioranza dei casi è una micro o al massimo una piccola impresa. Nel rapporto di uno su tre, non a caso, le nuove imprese aperte vedono come titolare uno studente o un disoccupato che si è messo in proprio per trovare in tutto e per tutto un posto di lavoro. Nei prossimi dodici mesi queste nuove imprese, su un totale di 510 mila, saranno in grado di dare a loro volta lavoro ad altre 61 mila persone generando così nuova occupazione che di questi tempi è fondamentale.
Comune di Vasto: voucher formativi per donne svantaggiate
In Provincia di Chieti, e per la precisione nel Comune di Vasto, è stato pubblicato un Avviso che permetterà ai residenti sul territorio comunale di poter ottenere dei voucher formativi con la finalità di poter lavorare nei servizi di assistenza e di cura alla persona. In particolare, i voucher formativi sono in totale 30, hanno un valore mensile di 400 euro lordi, a valere sul periodo dall’1 luglio prossimo e fino al 31 dicembre 2010, e sono destinati alle donne svantaggiate residenti nel Comune di Vasto, siano esse italiane oppure immigrate in possesso di un regolare permesso di soggiorno. Nel dettaglio, ai fini dell’assegnazione dei voucher occorre rispettare il requisito di maturazione della residenza nel Comune di Vasto pari ad un anno per le donne italiane, e di due anni per le donne comunitarie ed extracomunitarie a fronte del possesso di un permesso di soggiorno che deve essere valido e rinnovabile.
Disoccupati e giovani piemontesi: arriva il buono formazione
Per i disoccupati residenti nella Regione Piemonte, e per i giovani in età scolare, arriva il “buono formazione”, uno strumento liberamente spendibile sul mercato che permetterà, a chi ha perso il lavoro ed a chi ha bisogno di orientamento per entrare nel mercato del lavoro, di non rimanere solo. Ad annunciarlo è stato Roberto Rosso, assessore al Lavoro e Formazione professionale, nonché vicepresidente della Regione Piemonte, nel corso di “Orientamento: dal Rapporto nazionale alle esperienze locali, con uno sguardo all’ottica di genere e alle pari opportunità”, un convegno tenutosi venerdì scorso presso il Centro Congressi di Torino al numero 23 di corso Stati Uniti. L’istituzione del “buono formazione“, secondo quanto messo in risalto da vicepresidente della Regione, permetterà al sistema di orientamento di acquisire un ruolo ancora più importante nel fare in modo che i giovani ed i disoccupati possano cogliere in materia di formazione e di lavoro tutte le opportunità a disposizione.
Lavoro: le donne puntano sul guadagno e sulla reputazione
Per le donne, specie quando queste sono piccole imprenditrici, le prospettive di miglioramento sono molto importanti, ma non quanto interessano agli uomini, mentre l’imprenditrice in rosa rispetto all’altro sesso punta di più sia sul guadagno, sia sulla reputazione. Questo, in sintesi, è quanto emerso da “Economia, impresa e donne”, un’indagine che l’Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza ha condotto prendendo a riferimento i dati del registro delle imprese, e dalla quale, quindi, è emerso come per le donne il lavoro rappresenti, innanzitutto, un’affermazione sociale. E proprio da questa voglia superiore di affermarsi della donna rispetto all’uomo ha permesso alle piccole imprese femminili negli ultimi anni di resistere meglio e di reagire alla crisi finanziaria ed economica rispetto ai colleghi uomini.
Lavoro femminile Toscana: Fondo di garanzia per l’imprenditoria
Nella Regione Toscana, dallo scorso mese di gennaio, è attivo un Fondo di garanzia a sostegno delle attività delle micro e delle piccole imprese femminili; a ricordarlo è l’Amministrazione regionale nel far presente come la gestione del Fondo sia stata affidata alla società Fidi Toscana, e come con l’accesso a tale strumento le imprenditrici in rosa, sulla base di un protocollo di intesa denominato “Emergenza economica“, possano ottenere dal canale bancario un finanziamento fino a massimi 100 mila euro garantiti grazie proprio alle risorse messe a disposizione dal Fondo. Al riguardo, gli ultimi dati forniti dell’Osservatorio regionale sull’imprenditoria femminile mettono in evidenza come nella Regione Toscana il lavoro in rosa regga meglio all’impatto della crisi economico rispetto, invece, al lavoro dipendente femminile sul territorio.
Provincia di Oristano: corsi per chi rischia esclusione dal mercato del lavoro
La Camera di Commercio di Oristano, avvalendosi della collaborazione del Consorzio UNO – Promozione Studi Universitari Oristano, ha emesso nelle scorse settimane un avviso pubblico finalizzato ad incentivare la creazione di nuove imprese da parte di soggetti che risultano essere a rischio di esclusione dal mercato del lavoro. I termini di partecipazione scadono mercoledì prossimo 5 maggio 2010, ragion per cui gli interessati devono affrettarsi per poter presentare il proprio progetto che può rientrare in una delle seguenti tre categorie: impresa innovativa, impresa femminile o impresa giovanile. Le migliori idee saranno premiate con un contributo in denaro pari a 5.000 euro con la finalità di poter partecipare a dei percorsi ad hoc sulla creazione d’impresa. L’avviso prevede che i progetti premiati, e quindi i soggetti vincitori, riceveranno il contributo solo a patto che nei sei mesi successivi l’idea si trasformi in un reale progetto d’impresa attraverso la regolare iscrizione della nuova realtà imprenditoriale presso la Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Oristano.
1 Maggio in cerca di occupazione per 2,2 milioni di italiani
Per 2,2 milioni di italiani la Festa dell’1 Maggio 2010 è in tono minore visto che trattasi delle persone che nel nostro Paese sono attualmente alla ricerca di un’occupazione. A rilevarlo con un ultimissimo Rapporto è l’Istat, Istituto Nazionale di Statistica che, tra l’altro, ha reso noto che nel nostro Paese, a marzo 2010, il tasso di disoccupazione è balzato all’8,8% con un incremento pari ad un punto percentuale rispetto al marzo del 2009, ed un incremento dello 0,2% rispetto allo scorso mese di febbraio. Decisamente più tranquilla e serena, visto che percepiscono lo stipendio, è invece la Festa del primo maggio per 22 milioni e 753 mila persone, che corrispondono, in base alle ultimissime rilevazioni dell’Istat, al numero degli occupati nel nostro Paese; nel frattempo, però, da un anno all’altro il numero degli occupati, a causa dell’impatto della crisi sull’economia reale, è sceso di ben 367 mila unità dal marzo 2009 al marzo scorso, mentre è sceso dello 0,2% rispetto al febbraio del 2010.