Le rivalutazione pensionistiche per l’anno 2012

L’Inps, con la propria circolare n. 10 del 2 febbraio 2012, informa che in base al decreto legge 201/2011 voluto dal governo Monti, convertito con modificazioni nella legge 214/2011, si è stabilito che per gli anni 2012 e 2013 la rivalutazione automatica è riconosciuta esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo Inps, nella misura del 100%. Pertanto, l’aumento di perequazione per l’anno 2012, fissato in via previsionale nella misura del 2,60% dal decreto del 18 gennaio 2012 emanato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze di concerto con il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, spetta fino all’importo di 1405,05 euro.

Le critiche al nuovo patto europeo dalla CES

Per la CES, ovvero la Confederazione europea dei sindacati, sul fronte dell’occupazione sono state spese solo parole, ma non solo, il nuovo patto darà l’addio all’Europa sociale per aprire ad un nuovo modello dove non saranno più garantiti i diritti fino ad oggi scontati. Sulla stessa linea anche il Parlamento Ue tanto che ritiene che il nuovo patto di bilancio dividerà l’Ue. Non solo, critiche al fiscal compact arrivano, in pratica, da tutti i gruppi politici presenti a Brussels: i socialisti bocciano senza appello il fiscal compact, il Ppe sceglie il basso profilo parlando di intenzioni lodevoli dei 27 ma sull’occupazione bisogna andare ancora più lontano e fare di più.

Il decreto Milleproroghe e le critiche della CGIL

Per la maggiore centrale sindacale italiana il testo non va bene: troppe discriminazione, un testo che non si può accettare tanto che il Governo Monti e le forze politiche si impegnino a trovare una soluzione.

La critica arriva da Vera Lamonica, Segretaria Confederale della CGIL con delega alle politiche del welfare,

Quanto si è verificato alla Camera con la votazione del decreto Milleproroghe rende evidente, come abbiamo più volte sottolineato, che la “questione pensioni” non può essere considerata conclusa. Abbiamo, infatti, considerato positivo che in Parlamento si sia riaperta la discussione peraltro su 2 punti tra i più delicati e socialmente insostenibili. Così come naturalmente giudichiamo apprezzabile ogni avanzamento che si realizza

Società semplificata a responsabilità limitata

È una delle novità più interessanti perché permette ai giovani di entrare nel mondo dell’impresa con maggiore facilità; in effetti, stando al decreto presentato dal governo Monti in fatto di liberalizzazioni, i giovani aventi un’età anagrafica minore di 35 anni potranno costituire una società semplificata  a responsabilità limitata una volta modificato il codice civile, articolo 2463, introducendo il comma bis.

I risparmi per le famiglie grazie alla liberalizzazione

Secondo i dati elaborati dalla CGIA di Mestre su base Istat le liberalizzazioni volute dal governo Monti incideranno per il 15% sulla spesa totale delle famiglie italiane: il calcolo è stato realizzato elencando le voci che saranno interessate dal provvedimento che il Governo presenterà nelle prossime ore. In effetti, a fronte di una spesa media annua complessiva pari a 29.520 euro, i beni e i servizi che saranno “liberalizzati” hanno un valore economico di poco inferiore ai 4.500 euro (precisamente 4.437 euro) pari, per l’appunto, al 15% della spesa totale.

Misure per l’occupazione, le richieste delle parti sociali

Il problema non è solo l’occupazione giovanile ma è anche necessario definire misure in grado di dare risposte incisive per dare sostegno alle donne, agli over 50 e al reimpiego dei lavoratori in cassa integrazione e ai disoccupati passando per la valorizzazione degli istituti esistenti con altre tipologie di lavoro flessibile, armonizzando costi e tutele.

Insieme alla valorizzazione del contratto a tempo indeterminato devono essere incentivate le tipologie contrattuali che promuovano il lavoro stabile quali l’uso del contratto di apprendistato professionalizzante come canale ingresso al lavoro per i giovani e il contratto di inserimento per il reimpiego dei lavoratori in disoccupazione, per l’occupazione femminile nelle aree ad alta disoccupazione e per gli over 50: da incentivi sul piano fiscale fino ad arrivare a quelli contributivi.

Iniziative per il lavoro da Cgil, Cisl e Uil

Le tre centrali sindacali hanno deciso di presentare un documento unitario con le proposte da presentare al governo Monti in tema di crescita, equità sociale e fiscale e naturalmente occupazione e pensioni. In base alle indicazioni presenti si chiede di approvare l’apertura di un confronto proprio sulla base delle proposte presentate oggi alla stampa

con l’obiettivo prioritario di invertire la pericolosa tendenza recessiva in atto da alcuni mesi e di realizzare al più presto l’obiettivo di far ripartire la crescita

Il governo Monti e la liberalizzazione della benzina

Che non sia la classica soluzione all’italiana, dal danno alla beffa: le liberalizzazioni “all’italiana” sono costate ai lavoratori italiano 110 miliardi di euro. In effetti, la CGIA di Mestre, dopo una ricerca in mercato, ha posto in risalto che l’apertura dei mercati delle assicurazioni sui mezzi di trasporto, dei carburanti, del gas, dei trasporti ferroviari ed urbani e dei servizi finanziari, in questi anni, non ha portato nessun vantaggio economico ai consumatori italiani.

La nuova addizionale regionale per il lavoratore

La recente manovra economica del governo Monti ha deciso l’aumento fisso dell’addizionale regionale pari allo 0.33% per tutte le regioni italiane portando ad un aumento medio nazionale della tassazione di circa 67 euro anche se poi occorre anche tenere conto dell’aumento anche della addizionale comunale: in questo caso gli enti locali hanno ancora tempo per deliberare in confronto a quella regionale.

Infatti, se le modifiche relative all’addizionale regionale sono scadute al 31 dicembre 2011, i Comuni possono ancora deliberare le addizionali Irpef per il 2012 purché siano pubblicate entro il 31 marzo 2012.

Il decreto salva-Italia e il problema delle ricongiunzioni

 In fatto di ricongiunzioni si continua ad applicarsi quanto già previsto dall’articolo 12 del decreto 78/2010: l’articolo prevede l’abrogazione delle norme che consentivano il trasferimento gratuito dei contributi accreditati in gestioni esclusive ed esonerative dell’Assicurazione generale obbligatoria (Ago) dell’Inps.

Per effetto di questa disposizione se il lavoratore voglia effettuare, dopo il 31 luglio 2010, la ricongiunzione dovrà mettere mano al portafoglio perché l’operazione non è per nulla trascurabile perchè oggi risulta molto costosa.

Variazioni sulle pensioni Inpdap per l’anno 2012

Inpdap, attraverso la sua nota operativa n. 44 dello scorso 28 dicembre 2011 relativa alle lavorazioni automatizzate in materia di trattamenti ordinari disposti sulla rata con scadenza nel mese di gennaio 2012, vengono fornite informazioni sulle variazioni apportate sulle pensioni in base alla recente manovra finanziaria del governo Monti.
Infatti, l’Istituto di riferimento del settore pubblico ha posto in evidenza che la percentuale definitiva di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni è applicata in misura pari al 1,6% dal 1° gennaio 2011.

La riforma delle pensioni e gli adeguamenti necessari per il lavoro usurante

Al momento l’Amministrazione del Lavoro e i relativi Istituti previdenziali, con l’Inps in testa, non hanno ancora dato i necessari chiarimenti in fatto di riforma delle pensioni fatta dal governo Monti e gli impatti sul lavoro usurante. Infatti, l’articolo 24 della legge n. 214/2011 non è di per sé sufficientemente chiaro perché intende radicalmente riformare tutta l’impalcatura pensionistica a suon di comma.

Allarme dalle imprese: le aziende ospedaliere non pagano e a rischio è l’occupazione

La CGIA di Mestre ha lanciato il suo ennesimo allarme mettendo in allerta le istituzioni sui pericoli dell’inadempienza dello Stato che metterebbe a rischio l’occupazione; in effetti, per la CGIA di Mestre si stima che i mancati pagamenti delle Aziende Sanitarie Locali e delle Aziende ospedaliere ammontano a circa 40 miliardi di euro con una punta del 70% per le strutture sanitarie del Centro-Sud.

Il decreto Monti e la vigilanza per l’emersione

L’articolo 11 del decreto salva Italia prevede una maggiore flessibilità in materia di lavoro. In effetti, al fine di ridurre il peso eccessivo della burocrazia o della pubblica amministrazione sulle imprese e sui contribuenti in senso generale, la disposizione prevede alcune importante modifiche che vogliono dare un maggiore impulso alla libera imprenditoria con una minore presenza dello Stato.

A questo riguardo ed esclusi i casi straordinari di controlli per salute, giustizia ed emergenza, il controllo amministrativo in forma d’accesso da parte di qualsiasi autorità competente deve essere unificato, può essere operato al massimo con cadenza semestrale, non può durare più di quindici giorni.